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Rimandato l'incontro con Carlo Lucarelli

Si comunica che a causa di problemi personali siamo costretti a rimandare l’incontro con Carlo Lucarelli e Giulio Cavalli previsto per venerdì 11. La data verrà comunque rimandata alle prossime settimane e verrà comunicata entro breve. Cogliamo l’occasione per esprimere la nostra vicinanza a Carlo.

La voce libera di Giulio Cavalli. Oggi incontro con Luca Telese

La voce libera di Giulio Cavalli. Oggi incontro con Luca Telese Il Caffè Letterario Nuovevoci ha dedicato il primo degli incontri letterari in programma a Giulio Cavalli, giovane scrittore ed attore milanese che per aver ironizzato liberamente su personaggi della criminalità organizzata, vive oggi sotto scorta.
Un ragazzo senza peli sulla lingua Giulio, uno che non teme di sporcarsi la bocca con parole forti e che prima di tutto elogia le forme di comunicazione basate sul contatto. Una comunicazione “stile Caffè letterario” per dirla tutta.
Antonio Manzo e Francesco Bove lo presentano al pubblico ma l’ospite sembra non aver bisogno di accompagnamento.
Racconta come e quando i suoi spettacoli hanno iniziato ad essere “scottanti”e di come sia stato terribilmente facile guadagnarsi le ostilità dei più.
Dichiarandosi poco amante delle classificazioni, ha confessato di come faccia spavento uno Stato in cui si inneggi tanto facilmente all’eroismo.
“La mafia si sconfigge con molto uomini ordinari, non con quelli straordinari”ammonisce. Racconta dei suoi spettacoli, dei suoi viaggi in Sicilia, delle piazze, del pubblico, dell’opinione pubblica così restia a ribellarsi. In parole povere il modus vivendi che appare come normale non lo è affatto, essendo necessario ad oggi il coraggio della denuncia libera e spregiudicata.
La verità è sotto gli occhi di tutti ma pochi ne parlano, pochi lo gridano.
Ancora riflette su quanto sia aberrante la mancanza di solidarietà, la non condivisione delle problematiche sociali all’interno del Paese. Nel Settentrione i più ritengono che Cavalli si sia quasi meritato la scorta e soprattutto che la criminalità organizzata sia una realtà tutta meridionale, nostrana per così dire. E invece la commistione tra politica e mafia è questione nazionale, ferita aperta sanguinante di cui si preferisce non prendere coscienza.
Il pubblico interviene, una magistrato in sala racconta della penosa situazione delle Procure specie in Sicilia e di come sia impensabile immaginare una lotta alla criminalità con uffici quasi vuoti.
Cavalli dunque ha raccontato dell’acqua calda ma lo racconta e questo, a quanto pare, da un certo fastidio in giro. Quello che resta è la forza del sapere, della conoscenza che rende gli uomini liberi, diversi da quelli che scelgono una vita incivile e senza coscienza.
Questa sera invece il Caffè ospiterà Telese, giornalista ideatore di Tetris, programma su la 7 ed autore di “Qualcuno era comunista”. L’appuntamento è alle 19.30 in via Gambardella presso la scuola media Alfieri.
M.B.

DA LO STRILLONE.TV

http://www.lostrillone.tv/legginotizia.asp?idnotizia=2053&idcatnotizia=8&titolo=La%20voce%20libera%20di%20Giulio%20Cavalli.%20Oggi%20incontro%20con%20Luca%20Telese

“Nomi Cognomi ed infami”, nel racconto di Giulio Cavalli a Teatri della Legalità

TEATRO | S.Maria Capua Vetere
– “Nomi Cognomi ed Infami” è il titolo del nuovo spettacolo, scritto ed interpretato da Giulio Cavalli, su musiche composte ed eseguite in scena da Davide Savaré, che debutta in anteprima nazionale mercoledì 2 dicembre (ore 11) al teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) nell’ambito del progetto Teatri della Legalità promosso dall’Assessorato Regionale al Lavoro, Formazione ed Istruzione, nell’ambito di Scuole Aperte, per la direzione artistica di Mario Gelardi ed il coordinamento organizzativo di Luigi Marsano de I Teatrini.
Prodotto dalla compagnia Bottega dei Mestieri Teatrali di Lodi, fondata nel 2001 dallo stesso Cavalli, lo spettacolo sarà programmato con ulteriori rappresentazioni giovedì 3 dicembre al Teatro Ariston di Mondragone e venerdì 4 e sabato 5 sarà al P.A.N. di Napoli, sempre alle ore 11 ed ad ingresso gratuito.
Giulio Cavalli, attore, scrittore e regista, considerato una delle voci più autorevoli del teatro di narrazione civile in Italia, torna in scena con una nuova produzione attraverso cui prosegue la sua opera di denuncia delle collusioni e infiltrazioni mafiose nei vari strati della nostra società. Sulla stessa scia del precedente lavoro, intitolato “Do ut Des”, in cui la sua indagine si incentrava sui “riti e conviti mafiosi” e a seguito del quale l’attore e scrittore vive sotto scorta per le minacce di morte ricevute dalla mafia, il discorso si focalizza adesso sugli uomini “normali” , quelli che si ergono a barriera, e che spesso per questo cadono sotto i colpi del fuoco nemico, quelli che loro malgrado diventano protagonisti di storie che ancora ci si ostina a definire “eccezionali” anche se la drammatica frequenza con cui esse si verificano imporrebbe loro un diverso e più ragionevole aggettivo. “Porto in scena – sottolinea l’autore ed interprete – tante storie “eccezionali” che parlano di persone “normali”. O almeno così penso che dovrebbe essere. Porto in scena i fatti, i nomi, le facce di una vita che non ci appartiene, senza onore né dignità, una vita che stride di fronte a quella di persone come Don Peppe Diana, il prete ucciso a Casal di Principe per il suo impegno contro la camorra”. Uno spettacolo che è contemporaneamente racconto, cronaca e discussione “per cercare di fare chiarezza – continua Cavalli – intorno ai fatti che stanno dietro all’omicidio di Paolo Borsellino, ad esempio, o dietro quello del magistrato Bruno Caccia, ucciso a Torino dall’ndrangheta per le sue indagini ‘troppo concentrate’ sulle attività illegali sviluppatesi in Piemonte”. Uno spettacolo costruito per episodi, interviste e ricostruzioni di chi questi fatti li ha davvero vissuti, come i testimoni di giustizia con le storie di Piera Aiello e Rita Atria, o come la vicenda dell’ assassinio mafioso di Giuseppe Fava riletto attraverso gli occhi di suo figlio Claudio. Un percorso che attraversa le tante facce della malavita, anche con l’aiuto di chi quotidianamente la combatte come il magistrato Antonio Ingroia o le associazioni di “comuni cittadini” che semplicemente hanno cominciato a reagire.

Ingresso gratuito. Info: 0810330619; www.iteatrini.it e www.teatridellalegalita.it.

DA CASERTANEWS.IT

http://www.casertanews.it/public/articoli/200912/art_20091202053920.htm

Cavalli a Napoli col suo “Nomi, cognomi e infami”

“Nomi, cognomi e infami” è il titolo del nuovo spettacolo, scritto ed interpretato da Giulio Cavalli, su musiche composte ed eseguite in scena da Davide Savaré, che debutta in anteprima nazionale domani al teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere, nel casertano, nell’ambito del progetto “Teatri della legalità” promosso dall’assessorato regionale della Campania al Lavoro, Formazione e istruzione, per la direzione artistica di Mario Gelardi e il coordinamento organizzativo di Luigi Marsano de I Teatrini. Prodotto dalla compagnia Bottega dei Mestieri teatrali di Lodi, fondata nel 2001 dallo stesso Cavalli, lo spettacolo avrà altre tre repliche a Napoli e Mondragone con ingresso gratuito. Giulio Cavalli, attore, scrittore e regista lodigiano, considerato una delle voci più autorevoli del teatro di narrazione civile in Italia, torna in scena con una nuova produzione attraverso cui prosegue la sua opera di denuncia delle collusioni e infiltrazioni mafiose nei vari strati della società italiana. Il discorso dell’artista che vive sotto scorta per le minacce ricevute dalla mafia si focalizza adesso sugli uomini “normali”, quelli che si ergono a barriera, e che spesso per questo cadono sotto i colpi del fuoco nemico, quelli che loro malgrado diventano protagonisti di storie che ancora ci si ostina a definire eccezionali. «Porto in scena i fatti, i nomi, le facce di una vita che non ci appartiene – dice Cavalli – senza onore né dignità, una vita che stride di fronte a quella di persone come don Peppe Diana, il prete ucciso a Casal di Principe per il suo impegno contro la camorra. Un racconto per cercare di fare chiarezza intorno ai fatti che stanno dietro all’omicidio del magistrato Paolo Borsellino, ad esempio, o dietro quello del magistrato Bruno Caccia, ucciso a Torino dalla ‘ndrangheta per le sue indagini sulle attività illegali sviluppatesi in Piemonte».

DA IL CITTADINO

L’ARTICOLO QUI

ANCHE GLI ARTISTI SOTTO…SCORTA: ARRIVA PIECE TEATRALE A S. MARIA C.V.

SANTA MARIA CAPUA VETERE (Caserta), 1° dicembre 2009 – Giulio Cavalli, ‘artista sotto scorta’ per le sue denunce contro la criminalità, presenta domani in anteprima teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ‘Nomi Cognomi ed Infami’, nell’ambito del progetto Teatri della Legalità promosso dall’assessorato Regionale al Lavoro, Formazione ed Istruzione, per Scuole Aperte, direzione artistica di Mario Gelardi. Nello spettacolo tante storie vere tra le quali quelle di Don Peppe Diana che a Casal di Principe fu ucciso dalla camorra. Prodotto dalla compagnia Bottega dei Mestieri Teatrali di Lodi, fondata nel 2001 dallo stesso Cavalli, lo spettacolo andrà in scena anche giovedì 3 dicembre al Teatro Ariston di Mondragone e venerdì 4 e sabato 5 al P.A.N. di Napoli ad ingresso gratuito. Cavalli, attore, scrittore e regista, considerato una delle voci più autorevoli del teatro di narrazione civile in Italia, torna in scena con una nuova produzione attraverso cui prosegue la sua opera di denuncia delle collusioni e infiltrazioni mafiose nei vari strati della nostra società, sulla stessa scia del precedente lavoro ‘Do ut Des’ in a seguito al quale l’attore e scrittore vive sotto scorta per le minacce di morte ricevute dalla mafia.

DA CASERTA SETTE

http://lnx.casertasette.com/modules.php?name=News&file=article&sid=18250

Casalecchio di Reno (BO), quinta edizione di “Politicamente Scorretto”

Per il quinto anno consecutivo il Comune di Casalecchio di Reno, alle porte di Bologna, nell’ambito del progetto “Casalecchio delle Culture”, ha ospitato “Politicamente Scorretto”, forum organizzato in collaborazione con lo scrittore e conduttore televisivo Carlo Lucarelli e con l’associazione “Libera” di don Luigi Ciotti.

Il tema che per tre giorni ha legato insieme dibattiti, incontri con gli alunni delle scuole secondarie e workshop per studenti universitari è “Nei forzieri delle mafie, un tesoro per la cultura”, direttamente connesso ad un appello lanciato nei mesi scorsi dallo stesso Lucarelli, in collaborazione con “Casalecchio delle Culture”, e volto all’utilizzo delle risorse provenienti dalla lotta alle mafie per l’incremento della cultura nel nostro paese.

L’appello ha già registrato oltre 2.000 adesioni, tra cui esponenti del mondo del giornalismo e della cultura – Sandro Ruotolo e Alessandro Baricco, per fare solo alcuni nomi.

Numerose, dunque, le iniziative che per tre giorni – dal 27 al 29 novembre – hanno reso questo piccolo centro della provincia bolognese una sorta di fucina di idee e progetti per un futuro di legalità e di sviluppo umano tutto, ancora, da costruire. Proprio perché la formazione delle nuove generazioni è la prima e fondamentale tappa di questo processo di costruzione, particolare attenzione è stata rivolta agli studenti liceali, che hanno potuto incontrare Giancarlo Caselli, Procuratore Capo della Repubblica di Torino (già Procuratore presso il Tribunale di Palermo), e Pina Maisano, vedova dell’imprenditore palermitano Libero Grassi, ucciso dalla mafia nel 1991, la quale ha potuto pure presentare, in anteprima nazionale, il documentario “Sconzajuoco”, dedicato a quanti hanno deciso di denunciare il racket delle estorsioni, come eroicamente fece il marito (“Sconzajuoco” era il nome della barca a vela di quest’ultimo).

Tra gli altri partecipanti c’era anche Giulio Cavalli, che da tempo collabora col nostro blog e che ha avuto modo di offrire la testimonianza del suo teatro “partigiano” in mezzo a magistrati, giornalisti e politici; esperienze diverse – dal sorriso beffardo del giullare alla ponderatezza giurisdizionale – hanno messo a fuoco la necessità del “peccato di sapere” (per usare le parole dello stesso don Ciotti), cioè di informarsi, di conoscere i fatti, di investire e richiedere di investire sulla verità.

Si sono usate grandi parole a Casalecchio, insomma; non col sussiego degli intellettualoidi, ma con l’intento di dare un nome ai bisogni della “civiltà” italiana, prima ancora che la “società”. La mafia è questione di civiltà perché è questione di cultura; “Politicamente Scorretto” ha voluto legare a doppio nodo queste due realtà, svelandole vicine, connesse, non solo in sede di un’ipotetica utilizzazione dei proventi sottratti alla criminalità organizzata, ma anche – desueta ovvietà per un paese come il nostro – alla radice del cancro mafioso: non investire nella cultura significa investire per l’ignoranza, dunque rifornire di materia prima l’officina dell’illegalità.

http://www.fascioemartello.it/2009/12/02/casalecchio-di-reno-bo-quinta-edizione-di-%E2%80%9Cpoliticamente-scorretto%E2%80%9D/

Giulio Cavalli, l'attore sotto scorta di "A cento passi dal Duomo", querelato per diffamazione

Qualche tempo fa vi avevamo parlato dello spettacolo di Giulio Cavalli “A cento passi dal Duomo”, che ha registrato tutto esaurito il mese scorso al Teatro della Cooperativa.

In seguito a una recente rappresentazione del testo teatrale a Varese il capogruppo del Pdl in consiglio provinciale Massimiliano Carioni e il presidente di Aler Paolo Galli, citati all’interno del monologo, hanno deciso di presentare una richiesta di risarcimento danni in seguito a diffamazione. La notizia è stata riportata da La Provincia.

Sotto accusa “un’inchiesta giudiziaria emersa nel 2008 e finita nel nulla” in cui erano finiti Carioni e Galli, accusati di “avere avuto rapporti, nel senso di ‘cene elettorali, brindisi e incontri’, recita il testo, con l’imprenditore Giovanni Cinque, ‘esponente di spicco della cosca calabrese degli Arena’” come scrive il quotidiano.

L’inchiesta sarebbe anche riportata nel libro “A Milano comanda la ‘ndrangheta” (riguardate la nostra intervista ai due autori).

Carioni ha commentato:

“É assurdo, non siamo mai stati né inquisiti né indagati, nessun magistrato ci ha mai contattato. Questa è diffamazione. Tutto è cominciato da un articolo del Corriere della sera, pubblicato nella primavera del 2008, nel quale si denunciavano gli stralci di un’inchiesta giudiziaria infilando una serie di inesattezze, tra cui anche il coinvolgimento del mio nome”

Anche Galli ha scelto le vie legali:

“Sono oggetto di una diffamazione allucinante, io che non ho mai avuto nulla a che fare con la magistratura”

Cavalli, che poco tempo fa è stato ricevuto dal Presidente della Repubblica, dal canto suo ha commentato:

“Senza entrare nel merito legale della vicenda (che lascio ai miei legali ripromettendomi di esercitare il mio diritto professionale di aggiungere eventualmente una nuova scena allo spettacolo) ci tengo comunque a sottolineare un paio di punti che devo non tanto a me stesso o a Gianni Barbacetto quanto all’onestà intellettuale dello spettacolo e al numerosissimo pubblico che l’ha seguito e continua a seguirlo.

Carioni dice ‘è assurdo, non siamo mai stati né inquisiti né indagati, nessun magistrato ci ha mai contattato’; e infatti dice bene. Nella messa in scena (che evidentemente non hanno avuto il piacere o il dispiacere di vedere) non si fa riferimento a nessun procedimento giudiziario se non ai ‘rumors’ di un’azione della procura di Busto Arsizio dove il pm Valentina Margio aveva avviato una indagine per droga, che aveva portato a seguire una traccia giudicata molto interessante, tanto da arrivare fino a un imminente interessamento della Direzione Investigativa Antimafia: incontri riservati, che avrebbero potuto configurare un tentativo di infiltrazione malavitoso per appalti. Avrebbero, appunto, perché le verifiche erano in corso e solo con un’indagine approfondita si sarebbe potuti arrivare a un risultato investigativo. Ma l’indagine è apparsa ‘bruciata’ sul nascere da alcune fughe di notizie tanto che, come riportato dall’articolo di VareseNews del 16/09/2008, si ipotizzava addirittura un’inchiesta per rivelazione del segreto d’ufficio, e non è escluso che gli investigatori vogliano andare fino in fondo”

Il resto lo trovate sul blog di Giulio.

http://milano.blogosfere.it/2009/11/giulio-cavalli-lattore-sotto-scorta-di-a-cento-passi-dal-duomo-querelato-per-diffamazione.html

L’attore antimafia e il benefattore: il comune premia i suoi due gioielli

Esempi che formano la coscienza collettiva di un paese intero. L’attore e autore teatrale Giulio Cavalli e Franco Zappaterra, scomparso nel 2003 dopo una vita passata ad occuparsi dei più bisognosi tra l’Italia e l’Africa, sono i benemeriti di Tavazzano con Villavesco. Sabato mattina, in aula consiliare, alla presenza di una folta delegazione di cittadini, la consegna ufficiale del riconoscimento, la “Foglia d’oro” d’ontano nero, tipico dei filari della campagna lodigiana. Ad accogliere la città, il primo cittadino, Giuseppe Russo, che ha parlato delle scelte di vita dei due benemeriti a vantaggio degli altri, dall’aiuto concreto del lavoro di Zappaterra per le persone in difficoltà e alla forza della parola di Cavalli contro la sopraffazione delle mafie. A ricostruire la vita di Franco Zappaterra, i suoi viaggi in Costa D’Avorio, la fondazione del Gruppo Missionario, l’aiuto alle suore dell’amore misericordioso di Franca Todina in Umbria, il profilo letto dall’assessore per i servizi alla persona, Barbara Galloni, mentre don Gianfranco Pizzamiglio ha parlato dell’uomo conosciuto in Africa. «È stato sul finire degli anni Ottanta, ero a Daloà per coordinare la nascita della missione – ha ricordato il parroco – ; lì ho conosciuto Franco e gli amici di Tavazzano. Lavorarono giorno e notte per mesi interi. Al ritorno in Italia avevano le valigie vuote. Avevano lasciato tutto alla gente del posto, ai ragazzi che studiavano in strada fino alle 3 di notte per sfruttare la luce dei lampioni , in assenza di elettricità in casa». Un riconoscimento dunque alla memoria di «un uomo mite e buono – ha detto ancora don Gianfranco Piazzamiglio – a tratti rude e sbrigativo, ma che si commuoveva come nessuno davanti alle miserie del mondo», «perché siamo onorati che questo esempio faccia parte della nostra storia» ha chiuso il sindaco prima di consegnare nelle mani della moglie Vittoria la benemerenza. «Esempi che ci aiutano ad essere persone migliori – ha spiegato il sindaco Russo – , scelte di vita che a volte sono irreversibili, come il «no» alla sopraffazione delle mafie che Giulio Cavalli paga ogni giorno con una vita sotto scorta». Anche a Cavalli è arrivato l’applauso scrosciante di Tavazzano per i suoi «sì alla legalità, all’impegno civile, al suo modo di rapportarsi alle istituzione, alla cultura intesa come impegno, che ci danno la possibilità di riflettere». A raccontare il percorso dell’artista, cresciuto a Tavazzano dove è tornato come direttore artistico del Nebiolo, il vice sindaco Luigi Altieri e l’assessore alla cultura, Marina Bertoni. «Questa benemerenza ha un significato particolare – ha spiegato Russo -. Vogliamo dirti che non sarai mai solo, al tuo fianco avrai sempre la comunità di Tavazzano e questa amministrazione».R. M.

DA IL CITTADINO L’ARTICOLO QUI