Ennesimo grande successo del magnifico memorandum tra Ue e Tunisia con l’Italia di Giorgia Meloni in prima fila: il presidente tunisino Kaïs Saïed chiude le porte in faccia all’Europa. Ieri una delegazione di eurodeputati avrebbe dovuto arrivare in Tunisia per salutare la situazione politica e economica del Paese, sull’onda del Memorandum che il Paese ha firmato per “controllare” i flussi migratori: “A questa delegazione non sarà permesso di entrare nel territorio nazionale”, recita il documento ufficiale tunisino.
La lettera alla delegazione dell’Ue a Tunisi porta la data dell’altro ieri: la missione, nota, è stata confermata, malgrado il governo del Paese nordafricano avesse già espresso “più riserve al riguardo”. La missione era prevista da ieri al 16 settembre e faceva seguito a quella dell’aprile 2022. La commissione Afet intendeva “promuovere e sostenere un dialogo nazionale inclusivo” in Tunisia e “guardare nel memorandum d’intesa recentemente firmato tra Ue e Tunisia”.
Invece gli eurodeputati Michael Gahler, Dietmar Koster, Salima Jenbou, Mounir Satouri ed Emmanuel Maure (di Ppe, S&d, Renew, Verdi, Sinistra) non hanno potuto fare altro che cancellare gli incontri programmati con i sindacati locali, membri della società civile e protagonisti dell’opposizione. Dal presidente Saïed nessuna motivazione ufficiale al diniego anche se fonti tunisine parlano di un “risentimento” per una conferenza stampa tenuta dagli eurodeputati a luglio in cui era stato criticato il Paese per il suo presunto arretramento.
Gli autocrati, si sa, sono terribilmente suscettibili. Di certo ora è difficile per Ursula von der Leyen evitare l’imbarazzo: l’episodio cade poche ore dopo il suo discorso sullo stato dell’Unione in cui aveva elogiato l’accordo con Tunisi e aveva proposto il Memorandum come modello ripetibile con altro Paesi africani. Il Memorandum di Tunisi, siglato lo scorso luglio dal presidente Saied, dalla premier italiana Meloni, dalla presidente della Commissione Europea von der Leyen e dal primo ministro dei Paesi Bassi, Mark Rutte, rappresenta l’assunzione, da parte dell’Ue, di impegni politici e finanziari verso la Tunisia che comprendono, soprattutto, l’avvio di un partenariato strategico nella gestione dei flussi migratori in partenza dal paese nord-africano.
Come già accaduto per la Libia anche la Tunisia è stata messa nella condizione dalla dissennata politica del governo italiano e quello europeo di ricattarci utilizzando i migranti
La Tunisia ha raggiunto un accordo provvisorio per il prestito concesso dal FMI con sede a Washington nell’ottobre 2022. In quell’accordo il FMI prevede un “programma di riforma economica globale” che eliminerebbe gradualmente i sussidi per il carburante e l’elettricità ma il presidente Saïed aveva bollato le richieste americane come “diktat stranieri” che avrebbero “portato ancora più povertà”. “La Tunisia è una nazione in estrema difficoltà e lasciarla chiaramente al suo destino può avere conseguenze molto gravi”, ha dichiarato lo scorso 23 luglio la presidente del Consiglio Meloni alla Conferenza su sviluppo e migrazioni a cui hanno preso parte Saïed e altri leader del Mediterraneo, Medio Oriente e Africa.
Ma le preoccupazioni di Washington e dell’Ue riguardano soprattutto il crescente autoritarismo del governo tunisino, a cui si affianca l’evidente sbriciolamento del rispetto dei diritti umani, Saïed negli ultimi mesi ha aperto nel Paese una vera e propria “caccia al migrante” che ha dato il via a veri e propri rastrellamenti sul territorio nazionale. Diverse Organizzazioni non governative hanno anche documentato la situazione di migranti lasciati morire di sete nel deserto al confine con la Libia.
“Il diniego del governo di Tunisi all’ingresso nel Paese di una delegazione della commissione Affari Esteri del Parlamento Europeo rappresenta un fatto molto grave e conferma l’errore di valutazione politica e strategica che la Commissione ha compiuto siglando il memorandum con Saied”, ha detto a Fanpage.it la vicepresidente del Parlamento Ue ed esponente di S&D, Pina Picierno. In una nota la presidente del gruppo Iratxe Garcia Perez ha chiesto di sospendere immediatamente il Memorandum (leggi pezzo in basso), affermando che sia “stato un errore fin dall’inizio” e che vada per questo ritirato.
Come già accaduto per la Libia anche la Tunisia è stata messa nella condizione dalla dissennata politica del governo italiano e quello europeo di ricattarci utilizzando i migranti come arma di pressione politica. “La situazione può addirittura peggiorare”, ha detto ieri il ministro agli Esteri Antonio Tajani. Pagare gli autocrati per subappaltare il gioco sporco porta sempre a questo risultato. L’avevamo visto già dai tempi di Minniti ma la lezione sembra non l’abbia imparata nessuno. Ieri il capodelegazione di Fratelli d’Italia- Ecr al Parlamento europeo, Carlo Fidanza ha tuonato che è “la sinistra a boicottare l’accordo Ue e Tunisia”: è tutto quello che c’è da dire sul senso di responsabilità e di consapevolezza.
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