Non hanno nemmeno il coraggio di fare i razzisti
Ci siamo. Il cosiddetto decreto Cutro, quell’abominio giuridico che il governo Meloni ha partorito con i cadaveri ancora caldi a pochi metri che la presidente del Consiglio e i suoi ministri non hanno avuto il tempo di onorare per correre a cantare al karaoke della festa a sorpresa per il compleanno di Matteo Salvini. Il disegno è chiaro: costruire un Cpr (centri di permanenza che in realtà sono centri illegali di detenzione) in ogni Regione per “normalizzare” l’illegalità; velocizzare i rimpatri per fottersene ancora di più dei diritti calpestati sulle domande d’asilo; cancellare fieramente la “protezione speciale”.
Poiché Giorgia Meloni vorrebbe apparire una xenofoba di “buon senso” (è il trucco per fingersi non razzisti) ci ha spiegato che «la protezione speciale è una protezione ulteriore rispetto a quello che accade nel resto d’Europa» durante la sua visita in Etiopia. Falsissimo. La protezione speciale può essere assegnata (art. 19) a un migrante se ci sono «fondati motivi di ritenere che l’allontanamento dal territorio nazionale comporti una violazione del diritto al rispetto della sua vita privata e familiare». Questa parte della legge è stata eliminata con il decreto Cutro.
Come spiega il sito Pagella Politica “Eurostat, l’ufficio statistico dell’Ue, raccoglie periodicamente i dati sugli esiti delle richieste d’asilo nei 27 Stati membri. Secondo i dati più aggiornati, nel 2022 almeno 11 Paesi europei, tra cui Germania e Spagna, avevano riconosciuto una forma di protezione per «motivi umanitari», in aggiunta allo status di rifugiato e alla protezione sussidiaria. È in questa categoria che rientrano i dati delle protezioni speciali assegnate dall’Italia, che fino al 2018 concedeva la protezione umanitaria (poi sostituita da quella speciale), eliminata dal primo governo di Giuseppe Conte, sostenuto da Lega e Movimento 5 stelle. Curiosità: anche all’epoca vari esponenti del governo avevano difeso l’eliminazione della protezione umanitaria dicendo che esisteva solo in Italia. Come avevamo spiegato, non era vero. Meloni, all’epoca all’opposizione, aveva fatto dichiarazioni simili. Nel 2022, per esempio, la Germania ha concesso oltre 30 mila protezioni per ragioni umanitarie e la Spagna quasi 21 mila. L’Italia ha invece riconosciuto quasi 11 mila forme di protezione speciale. Nel 2018 la Camera dei deputati ha pubblicato un dossier dove ha confrontato i vari permessi di soggiorno concessi dai Paesi europei per motivi umanitari. Ognuno di questi permessi ha le sue caratteristiche e va ad aggiungersi, come detto, ai permessi di soggiorno concessi ai rifugiati o a chi è stata concessa la protezione sussidiaria”.
Le organizzazioni hanno criticato profondamente la nuova norma e gli emendamenti presentati in parlamento. Gianfranco Schiavone, presidente del Consorzio italiano di solidarietà (Ics) e membro dell’Asgi, ha commentato: “Gli emendamenti al disegno di legge Cutro proposti dal governo in sede di conversione del decreto stesso al senato sono scellerati non solo per ciò che riguarda l’abrogazione della protezione speciale ma anche per la demolizione del sistema di asilo vigente (sia per ciò che riguarda la accoglienza che le procedure)”.
Scrive Asgi: “Rifiutiamo la contrapposizione tra migranti regolari e irregolari che emerge dalla scelta di inserire in questo testo provvedimenti inerenti al Decreto flussi, senza rafforzare il sistema di asilo: se da tempo chiediamo a gran voce l’allargamento dei canali legali di ingresso, sappiamo bene che non possono essere queste misure a rispondere al bisogno di protezione internazionale. E chi in questi venti anni ha provato ad assumere in regola dei lavoratori stranieri sa che le misure previste sono del tutto insufficienti, perché l’unica possibilità per favorire incontro tra domanda e offerta di lavoro regolare sta nel scardinare del tutto il meccanismo previsto dalla Bossi Fini. E’ fondamentale invertire velocemente la rotta e promuovere politiche eque ed efficaci sull’immigrazione e sul diritto di asilo. Partendo dall’opposizione a queste norme, in un percorso che chiede ingressi legali, corridoi umanitari, garanzia dell’accesso alla procedura di asilo e all’accoglienza, abbandono delle politiche di esternalizzazione e dei loro scellerati risultati, come l’accordo con la Libia, salvaguardia delle vite in mare”.
Buon martedì.