Piantedosi si inventa il complotto, gli 007 dietro le Ong. Sparata del titolare del Viminale che poi ammette: non c’è riscontro
Si finisce sempre lì. Quando bisogna stimolare le papille elettorale dei propri sostenitori il governo Meloni si gioca la carta dei migranti e delle Ong. Questa volta è il turno del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che annuncia “sanzioni più dure alle Ong” e ci spiega che “ai salvataggi in mare deve pensarci lo Stato”.
Ospite alla festa di Fratelli d’Italia il ministro conferma di essere al lavoro sul codice di condotta anti Ong annunciato più di un mese fa. “Stiamo lavorando ad un codice di condotta nazionale. Speriamo che questo possa saldarsi con un codice di condotta condiviso anche dai nostri partner europei”, ha detto il titolare del Viminale all’Adnkronos a margine dell’intervento alle celebrazioni del decennale di Fdi.
“Come avete visto – ha aggiunto Piantedosi – anche nei consigli Ue degli affari interni c’è stato il commissario Schinas che ha parlato di far west da regolare. Vedremo se avremo comunanza di intenzioni”. Il vicepresidente della Commissione europea, Margaritis Schinas, aveva affermato al termine del consiglio Ue sui migranti a fine novembre che “le operazioni delle Ong non sono un tabù, si deve discuterne perché stiamo parlando della vita delle persone. Le operazioni nel Mediterraneo non possono avvenire in una situazione da Far West”.
Alla domanda sulla possibilità che ci siano nuovi provvedimenti di natura amministrativa il ministro ha spiegato: “Stiamo lavorando alla predisposizione di una traccia normativa per rendere più efficace la visione di non rassegnazione che l’Italia diventi impunemente l’unico punto di sbarco in Europa. Si tratterà di un quadro di regole che assoggettino l’attività delle Ong, questa navi private che agiscono senza regale e poi pensano di imporci la loro azione”, ha aggiunto, parlando di “sanzioni più efficaci” nei confronti delle organizzazioni umanitarie.
“Non può bastare una visita medica a bordo per depotenziare l’azione del governo. Ci stiamo lavorando. Confido nelle prossime settimane e nei prossimi giorni. Non intendo gravare il quadro penale”. “Come Paesi che partecipano alla vita democratica, avremmo l’ambizione che in ogni ambito, quindi anche nel salvataggio di persone in mare, debba provvedere lo Stato, non c’è bisogno ci siano le organizzazioni non governative”, ha spiegato il ministro intervistato da Maurizio Belpietro, alla festa del decennale del partito di Giorgia Meloni.
La mano dei servizi
Poi ha addirittura ha avanzato, immancabile, la trattativa del complotto: “Il sospetto – ha spiegato – che talune formazioni che partecipano a questo mondo siano ispirate in qualche modo, non so se per l’intervento dei servizi segreti, a creare meccanismi di condizionamento non lo dico io, ma lo dicono studi di qualche anno fa che hanno definito questi fenomeni come ‘armi di immigrazione di massa’”.
“Al di là delle notizie che arrivano, stiamo molto attenti, non mi stupirebbe se il protagonismo politico che alcune organizzazioni hanno manifestato nel voler condizionare le politiche migratorie del nostro paese fosse un anello di una catena più grande gestita da qualcuno che possa avere un interesse ad utilizzare l’immigrazione incontrollata come elemento di destabilizzazione del quadro politico, sociale ed economico del Paese”.
A nulla sono valse le parole di qualche settimana fa dell’Europa che tramite la portavoce della Commissione Ue Anitta Hipper, ha ribadito che nell’obbligo di salvare vite in mare “non c’è differenza tra navi Ong o altre navi’”. Piantedosi finge di dimenticare che anche la Germania si è recentemente schierata a sostegno delle organizzazioni umanitarie che operano nel Mediterraneo, con l’ambasciatore tedesco in Italia, Viktor Elbling, che ha twittato così: “Nel 2022 sono già oltre 1300 le persone morte o disperse nel Mediterraneo. Un 12% dei sopravvissuti sono stati salvati dalle Ong. Loro salvano vite laddove l’aiuto da parte degli Stati manca. Il loro impegno umanitario merita la nostra riconoscenza e il nostro appoggio”. Piantedosi insiste. Del resto un po’ di propaganda alla festa della presidente del Consiglio torna sempre utile.
G.C.
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