Che al governo risultino sgraditi coloro che da tempo cercano di accendere l’attenzione sui catastrofici effetti del cambiamento climatico non è un mistero. L’infantilizzazione dell’attivismo climatico è un progetto ampio che poggia su reti televisive private compiacenti, dirigenti compiacenti delle reti pubbliche e una larga schiera di giornali appartenenti all’aerea di destra e cosiddetta liberale. Per tacciare i contestatori hanno pensato addirittura ad una legge ad hoc. E fa niente se comprime la libertà di tutti: l’elettore di destra è contento che quelli vengano puniti e questo lo rende felice anche se ha il culo appoggiato su un pianeta in ebollizione che minaccia l’estinzione della sua specie.
“L’abbiamo fatto per proteggere le opere d’arte e i cittadini”, spiegano dalla maggioranza. Che per il cambiamento climatico siano a rischio l’arte e i cittadini a loro poco importa. Poi è accaduto che da qualche giorno il cuore dell’Europa sia sotto una tempesta che a parere di gran parte della comunità scientifica ha effetti devastanti a causa dell’innalzamento delle temperature. Dalle nostre parti qualcuno sorrideva sornione spiegando che “fa troppo freddo per esserci il cambiamento climatico”. E giù di risate soddisfatte e di applausi, gli stessi riservati alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni quando urla che il Green Deal europeo è da bloccare con forza, con più forza della crisi climatica.
Quindi è finita sott’acqua una parte d’Italia, la stessa già martoriata un anno fa. Sono iniziate le puerili rivendicazioni politiche e il ministro Nello Musumeci ha avuto una grande idea: a pagare i costi dei danni dell’emergenza climatica – che la sua maggioranza non perde occasione di minimizzare – potrebbero essere i cittadini con una bella assicurazione obbligatoria. Ma come, ma mica le alluvioni ci sono sempre state? Le assicurazioni dicono che il 2023 è stato l’anno peggiore di sempre. E quindi il cittadino pagherà i danni provocati da un fenomeno che nel centrodestra in molti negano. Una vera e propria patrimoniale. Sull’ignoranza.
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