E’ quella di cui si sente parlare in questi giorni. Per sapere di cosa stiamo parlando torna utile l’articolo de Gli Altri:
La riforma elettorale sembra dietro l’angolo. Certo, non si può escludere l’intoppo all’ultimo momento. Non è affatto detto che Berlusconi non ci ripensi decidendo di non concedere un vantaggio troppo cospicuo al Pd. I bookmaker, però, sono unanimi nel dare per fatta la legge e nell’indicare il 25 e il 26 novembre come data delle elezioni.
La legge, si sa, sarebbe un proporzionale coretto da robusto premio di maggioranza del 15%, da attribuirsi al primo partito, con soglia di sbarramento del 5% e probabilmente dell’8% al Senato. Garantita comunque la clausola salva Lega (i partiti che vanno oltre una certa soglia in tre regioni entrano anche senza il 5% a livello nazionale). I parlamentari verrebbero eletti con un mix di collegi e sistema proporzionale.
Mancano ovviamente le limature, che spesso sono tali da alterare profondamente l’equilibrio iniziale. Però, pur con tutto il beneficio d’inventario possibile, si può azzardare una valutazione su chi vince e chi perde con questa legge. Non profetizzando il responso delle urne ma solo valutando chi uscirebbe politicamente premiato e chi punito oggi.
Chi vince e chi perde (su questa ipotesi) è raccontato nell’articolo. Intanto il porcellum sembra piacere proprio a quasi tutti.