Chi è Marcello Dell’Utri? Quali sono i fatti incontrovertibili che escono dal suo processo per concorso esterno mafioso? Chi è l’uomo che è stato l’anello di congiunzione tra Silvio Berlusconi e Cosa Nostra? Perché ce ne siamo dimenticati?
Giulio Cavalli (giornalista, scrittore e autore teatrali) ha preparato uno spettacolo sul processo per mafia di Marcello Dell’Utri e, insieme alla tournée, ha voluto preparare anche un libro che è “una cassetta degli attrezzi” per capire, studiare e sapere chi è stato l’uomo grigio degli ultimi vent’anni.
Dall’introduzione:
«Dell’Utri si è fatto dente, neo, pustola e ha reso liberi tutti. Scrivere, parlare, recitare e portare in tournée Marcello Dell’Utri quindi significa anche analizzare la morfologia di una dimenticanza che è accaduta con sconvolgente naturalezza. Riprendere in mano gli atti processuali, rimodellarli secondo i canoni del racconto e della scena, provare a tenerseli a memoria è un piccolo esercizio quotidiano che mi aiuta a sentirmi consapevole. Consapevole, ecco: quanto siamo consapevoli che Marcello Dell’Utri abbia creato uno dei più potenti partiti politici della nostra storia repubblicana grazie ai controversi rapporti con Cosa Nostra? Dico sul serio: quanto sappiamo che non si tratta di accuse di avversari politici ma certificati incontri, scambi di informazioni, passaggi di denaro avvenuti tramite Marcello Dell’Utri? Dice la sentenza che «la pluralità dell’attività posta in essere da Dell’Utri, per la rilevanza causale espressa, ha costituito un concreto, volontario, consapevole, specifico e prezioso contributo al mantenimento, consolidamento e rafforzamento di Cosa nostra, alla quale è stata, tra l’altro offerta l’opportunità, sempre con la mediazione di Dell’Utri, di entrare in contatto con importanti ambienti dell’economia e della finanza, così agevolandola nel perseguimento dei suoi fini illeciti, sia meramente economici che politici» e che «vi è la prova che Dell’Utri aveva promesso alla mafia precisi vantaggi in campo politico e, di contro, vi è la prova che la mafia, in esecuzione di quella promessa, si era vieppiù orientata a votare per Forza Italia nella prima competizione elettorale utile e, ancora dopo, si era impegnata a sostenere elettoralmente l’imputato in occasione della sua candidatura al Parlamento Europeo nelle file dello stesso partito, mentre aveva grossi problemi da risolvere con la giustizia perché era in corso il dibattimento di questo processo penale.»
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