Torno da due giorni intensi e bellissimi, tra Napoli e Locri, per respirare la lezione di Giancarlo Siani e l’esempio di Francesco Fortugno. La parola funziona, sì e di fronte abbiamo una sfida bellissima: decidere da che parte stare.
L’ora non è delle migliori per commentare e disquisire di quello che è stato (su Napoli abbiamo messo un po’ di rassegna stampa qui per farsi un’idea) ma non posso non scrivere due righe sullo scioglimento per mafia del comune di Sedriano. In Lombardia. Dove la mafia non esiste e se c’è stata è stata sconfitta. Le gesta del patetico, rissoso, egocentrico e prepotente sindaco Alfredo Celeste ci erano note grazie agli articoli di cronaca.
Ma questa sera, prima di rimettermi a scrivere il mio libro, mi viene da pensare ad Ester, Ester Castano che quando ha cominciato a scrivere di Sedriano è stata trattata come una bambina petulante e allarmista. Mi viene da pensare a quando abbiamo avuto modo di scambiarci due parole sulle sue paure, sul dubbio di essere sbagliata lei in un paese che la viveva con fastidio per quel suo essere giornalista sempre allenata nella curiosità. Mi viene da pensare alle volte che il comandante di stazione dei carabinieri di Sedriano l’ha convocata in caserma con gli articoli fotocopiati dal sindaco mentre si sentiva dire che “era meglio non scrivere”, sgridata come qualche sindaco e qualche maresciallo pensano ancora di potere sgridare questi giovani che non sopportano le mafie, i silenzi e gli asserviti (e un abbraccio enorme questa sera va anche ai ragazzi di StampoAntimafioso).
Mi viene da pensare a lei mentre oggi tutte le televisioni stavano in fila davanti al sindaco che ancora oggi arrogante si permetteva di offrire ai giornalisti aperitivi e caffè parlando con tutti (con il vanto disperato di quelli che capiscono di essere in un cul de sac) tranne che con lei, Ester.
C’è gioventù profumata, in Lombardia.
Domani ne parliamo nella nuova puntata di RadioMafiopoli.