Nel meraviglioso mondo di Giorgia Meloni lei ieri 5 agosto ha esultato annunciando una vittoria. Succede dal giorno di insediamento del suo governo: ogni giorno l’Italia primeggia, lei spicca, l’Italia “finalmente” torna sulla cima del mondo, il Paese va a gonfie vele, l’Europa cambia, il mondo ci ama e altre decine di autocelebrazioni farciscono i comunicati stampa, i giornali e le televisioni amiche.
Ieri la presidente del Consiglio ha esultato perché “siamo stati i primi a richiedere il pagamento della quinta rata e siamo i primi ad aver richiesto il pagamento della sesta” del Pnrr e quindi “l’Italia è al primo posto in Europa per numero di obiettivi raggiunti e importo complessivo ricevuto”. Non importa che da mesi i migliori analisti sottolineino come il Pnrr italico sia pagato prima degli altri per una mera questione di calendarizzazione. A Meloni non interessa nemmeno che il Pnrr sia stato modificato dal suo governo giocando al ribasso e sia ancora lontano da una messa a terra credibile.
Figurarsi poi quanto possa preoccuparsi del fatto che manchi la dovuta trasparenza che consentirebbe ai giornalisti di smentire la sua tesi. Ieri per tutto il giorno l’opposizione ha contraddetto la propaganda sorridente della premier con dati e numeri che non entreranno nell’impermeabile propaganda di Stato. Per Meloni essere presidente del Consiglio significa essere quotidianamente testimonial di una vittoria che i suoi cittadini non riscontrano mai nella realtà. Felice e sconnessa confeziona spot mentre la verità le scoppia in faccia. Quindi, per cosa esultiamo oggi?
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