“E’ una tragedia che ci porteremo sulla coscienza e per la quale saremo giudicati”.
Lo ha affermato pochi giorni fa il commissario Onu Pillay. E’ proprio così. Da due anni l’Unicef denuncia le torture, le violenze, le mutilazioni e le uccisioni cui sono sottoposti i bambini siriani. Sono 70.000 i civili uccisi in una guerra che si protrae ormai da oltre 700 giorni. Tra loro tanti, troppi bambini, vittime innocenti di un conflitto che non hanno voluto e che oggi più che mai osserviamo da lontano come se questa tragedia non ci appartenesse.
I due milioni di bambini colpiti dal conflitto hanno un disperato bisogno di assistenza umanitaria, di cure sanitarie, servizi igienici o idrici nonché di grande supporto psicosociale. Sono esposti quotidianamente ad abusi, sfruttamento e malattie. Più questo conflitto andrà avanti più acute diventeranno tali esigenze. E’ tardi.
Lo scrive Andrea Iacomini dopo l’ennesima strage.
Perché non si riesce (capisco il caos qui, per carità) a sentire unaparolauna sulla Siria?