La preparazione è stata lunga e faticosa (e devo ringraziare tutti quelli che stanno lavorando) e la decisione non è stata facile ma ormai ci siamo: domani alle 14.30 al Teatro della Cooperativa in via Hermada 8 a Milano, Non Mi Fermo smette di essere un’idea e diventa l’etica che vogliamo nelle nostre città: ‘politica’ si direbbe se non fosse che la parola oggi suona così poco luminosa. Perché rispetto all’anti politica preferiamo l’altra politica, lo scrive bene Stefano Rodotà: E i partiti? Silenziosi o diffidenti, timorosi della loro ombra. Si pensi a quel che è avvenuto a Milano, dove una meritoria iniziativa del sindaco riguardante le coppie di persone dello stesso sesso ha provocato sconcertanti reazioni di rigetto all´interno dello stesso Pd, dove evidentemente si ignora che una sentenza della Corte costituzionale ha affermato che queste persone hanno un diritto fondamentale a veder riconosciuta la loro condizione. La questione non può essere considerata minore o locale, poiché rivela come all´interno di quel partito non vi sia una elaborazione programmatica riconoscibile, si è paralizzati dall´irrisolto rapporto tra le diverse forze che hanno dato origine al Pd e che troppe volte fanno emergere tentazioni integraliste e incapacità di altri settori del partito di definire una posizione netta proprio sui diritti fondamentali delle persone. Non diversa è la condizione del Pdl, prigioniero di fondamentalismi figli soprattutto d´una stagione d´un collateralismo strumentale, quando il partito si presentava come il portavoce della gerarchia vaticana. Stanno così nascendo due circuiti: quello, talora discutibile ma dinamico, dellaltra politica e quello congelato del sistema dei partiti. Questultimo si chiude sempre più in se stesso, rifiuta il dialogo, e ne paga i prezzi. Quando le condizioni istituzionali rendono inevitabile il contatto tra i due circuiti, infatti, è quasi sempre quello dell´altra politica a prevalere. Lo dimostra, per il Pd, l´esperienza negativa di primarie e elezioni, da Milano a Cagliari, da Napoli all’ultimo episodio di Genova.
Non ci fermiamo perché abbiamo il dovere di rivendicare il Paese migliore che abbiamo in mente e vogliamo costruirne la direzione senza esclusioni, vogliamo essere dentro al cambiamento ‘amando le differenze’ e perché vogliamo essere adeguati al nostro tempo e soprattutto che il nostro tempo sia adeguato ai nostri diritti (e renda ineludibili i doveri). Domani parleranno gli amici e i compagni con cui abbiamo già fatto tanta strada insieme (penso a Sonia, a Luigi) insieme agli incroci di questo ultimo anno (Chiara e il nostro lavorare insieme in Regione, Daniele e il suo profumatissimo PGT a Desio) e con quelli che verranno. E’ solo l’inizio, domani, di qualcosa che non ci facciamo scappare.
Il programma degli interventi:
- Giulio Cavalli e Chiara Cremonesi
- Sonia Alfano – la commissione antimafia europea
- Luigi De Magistris – intervento video: beni comuni
- Alessio Baù – politica e internet
- Chiara Pracchi – le contraddizioni della Lega
- Giovanni Giovannetti – territorio
- Daniele Cassanmagnago – territorio e pgt
- Patrizia Quartieri – psichiatria e competenze del Comune
- Federico Cimini – cantautore
- Loris Mazzetti– informazioni Co.re.com.
- Claudio Messora – opena data, agenda digitale
- Vladimiro Boselli – antimafia
- Diego Parassole – acqua pubblica
- Iolanda Nanni – pendolari, trasporti, class action
- Corrado Del Bo’ – reddito di cittadinanza
- Edda Pando – immigrazione e diritto cittadinanza
- Nicoletta Riboldi – scaffale della legalità nelle biblioteche lombarde
- Rodolfo Serianni – G.A.S.
- Jole Garuti – legalità costituzione scuole
- Piero Ricca – diritto audizione
- Daniele Biacchessi – resistenza e antifascismo
- Renato Sarti – cultura
- Marco Fraceti – osservatorio antimafia Monza e Brianza
- Federico Cimini – cantautore
- conclusioni