C’è la consulenza da 3mila euro al mese a un idraulico che ha il solo merito di essere l’autista dell’ex ministro Mariastella Gelmini. C’è il contratto a una ragazzina appena maggiorenne, figliastra dell’ex consigliere regionale Angelo Giammario, che non ricorda di aver firmato nulla. C’è il gommista che incassa oltre 23mila euro come rimborso spese per la sua attività di segretario dell’Udc di Bergamo, grazie alla generosità dell’ex assessore regionale Mario Scotti.
E poi c’è un politico di An, Luca Daniel Ferrazzi, eletto nella lista Maroni Presidente, che concede la consulenza a una ex commessa e poi, mese dopo mese, si fa dare indietro i soldi in contanti. L’inchiesta sulle consulenze facili in Regione Lombardia, coordinata dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dai pm Antonio D’Alessio e Paolo Filippini, non finisce di regalare sorprese. E dopo aver scoperchiato la Parentopoli del Pirellone, con gli incarichi che finivano a figli, sorelle, mariti e fidanzati, svela come i destinatari del denaro pubblico abbiano incassato soldi senza aver svolto nulla. E spesso senza nemmeno sapere cosa firmavano.
Il contratto alla liceale. È il caso di Michelle Cattini, 18 anni e 9 mesi quando ottiene una consulenza in Regione dal consigliere pdl Angelo Giammario. Il politico ha sposato in seconde nozze la madre della ragazza, che davanti agli uomini del nucleo di polizia tributaria sembra non sapere nulla dell’incarico. «Riconosco la firma come la mia — dice — ma ribadisco di non aver lavorato con la Regione. Alla data della stipula frequentavo il quinto anno del liceo classico». Poi gli investigatori invitano la ragazza a guardare meglio il contratto. «Non mi sembra di averlo mai sottoscritto né letto. Questa è la prima volta che lo vedo nonostante la firma apposta in calce sia la mia». Il mistero sarà forse risolto dal patrigno, che dovrà rispondere di truffa nel processo.
L’autista della Gelmini. Ugo Fornasari è un idraulico con licenza elementare di Cacinato (Brescia). Eppure è riuscito a spuntare un ricco mensile da 3mila 500 euro dalla Regione dal gennaio al giugno 2008: 22mila 200 euro in totale. Fornasari, però, non è un idraulico qualunque: ha un ex ministro per amica. «Dal 2005 al 2008 — dice ai pm a marzo — ho svolto la mansione di collaboratore dell’allora consigliere regionale Mariastella Gelmini (che non è indagata). La conosco da molto tempo in quanto è un’amica di famiglia. Intorno al ’94 mi ha proposto di lavorare in Regione, nel suo ufficio. Facevo l’autista dal suo paese nel bresciano fino al Pirellone». Sulla sua consulenza su “materie attinenti l’area territoriale”, per cui è indagato l’ex capogruppo pdl Paolo Valentini, Fornasari non ricorda molto. «Non sono in grado di chiarire a cosa possa riferirsi l’oggetto del contratto. Ho firmato senza conoscere il contenuto. Ribadisco che la mia attività prevalente era quella di autista della Gelmini».
Il gommista esperto di case. Diplomato segretario d’azienda, autotrasportatore da giovane, poi gommista, Sergio Boschetti, sessant’anni, ex segretario provinciale dell’Udc di Bergamo, ha ottenuto nel 2008 tre contratti dall’allora assessore alla Casa, Mario Scotti, ora indagato per truffa, per un totale di 23mila euro. «Ricordo — dice in Procura — che le somme che mi venivano bonificate sul mio conto erano erogate per finanziare le spese che sopportavo come segretario dell’Udc». Anche se l’oggetto dei contratti faceva riferimento alle “problematiche sull’edilizia residenziale pubblica”.
I contanti per Ferrazzi. Graziella Caruso, ex commessa, ha avuto due contratti in Regione. Col primo, 25mila euro l’anno, «lavoravo regolarmente in ufficio». Col secondo, 28mila euro nel 2010, «non ho svolto nessuna attività, perché il compenso che ricevevo sul mio conto corrente non è mai stato da me utilizzato. Prelevavo in contanti i soldi e li portavo all’assessore Luca Ferrazzi presso il suo ufficio di Gallarate». Racconta la donna, allora 29enne, di aver ricevuto una telefonata da Ferrazzi, indagato per truffa, eletto nel listino di Maroni. «Mi invitò a un incontro. Lì mi chiese un favore, adducendo che il partito, An, aveva necessità di soldi. Mi riferì che vi erano dei soldi della Regione da utilizzare e che era un peccato perderli — continua la donna — A quel punto mi chiese esplicitamente di sottoscrivere un contratto di collaborazione con la Regione per 1.000 euro al mese e che successivamente avrei dovuto consegnare il contante nelle mani dello stesso Ferrazzi»
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