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Pio La Torre, il contadino architetto

Le grandi invenzioni sono di grandi uomini. I grandi uomini hanno una dote, inventano quando gli altri non stanno nemmeno pensando e quando realizzano I mediocri si rodono per non averci pensato e dicono “anche io lo pensavo, era quello che dicevo anche io”.

Pio La Torre era un uomo di umili origini, chiese di tornare a Palermo mentre lo aspettava una carriera da deputato antimafia. Ma lui voleva combattere sul fronte e nel 1981 tornò. Le sue prime antipatie se le attirò con la campagna contro la base missilistica a Comiso, Pio comincia a scavare.

Ma il suo colpo di genio fu quello di applicare un criterio logico, verificare come mai alla camera di commercio di Palermo alcune aziende prima fanno la fame, poi vanno a fatturati da capogiro, domande che non vanno giù alla criminalità. Pio riflette e nel frattempo scava, va contro la costruzione di un palazzo congressi, voluto da costruttori in forte odore di mafia. E scava.

Contrasta I grandi progetti di risanamento della costa palermitana, vuole sapere chi saranno le ditte che se ne occupano per non contaminare di soldi sporchi mentre si pulisce il mare. E scava.

Il culmine è la proposta di legge, poi controfirmata dall’allora ministro Rognoni, in cui si chiede di riconoscere il reato di associazione mafiosa e di indagare e sequestrare in caso di arresto, I patrimoni dei membri di Cosa Nostra. Pensare che senza questo disegno di legge, Falcone non avrebbe potuto avere un tavolino dove allineare gli assegni e capire I movimenti patrimoniali che regolavano il denaro della mafia. Sta finendo di scavare.

Un post da leggere di Ettore Zanca su Pio La Torre.

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