Diego Ceccobelli, ricercatore in Comunicazione Politica presso la Scuola Normale Superiore, definisce il populismo in un pezzo per Valigia Blu:
A prescindere da questa galassia di definizioni, gli scienziati politici sono abbastanza concordi nel considerare quella proposta dallo scienziato politico olandese Cas Mudde come “la” definizione di populismo. In ambito accademico, pertanto, con il termine populismo si intende:
Una ideologia dal cuore sottile, la quale considera la società essenzialmente divisa in due gruppi omogenei, le persone oneste [pure] contro le elite corrotte e che ritiene che la politica debba essere un’espressione della volonté générale (volontà generale) del popolo.
Questo vuol dire che né la presenza (o meno di) personalizzazione, popolarizzazione (ossia politica pop) o demagogia hanno alcuna relazione sostanziale con il concetto di populismo.
Nel dibattito scientifico, populiste sono unicamente quelle forze politiche che sviluppano un programma e messaggi nei quali il popolo, visto come una unità unica e indivisibile (rifiutando quindi il concetto di pluralismo) e portatore di valori positivi, viene opposto alle élite (politiche, economiche, finanziare, etc.) considerate come corrotte (contrapponendosi quindi al concetto di elitismo, ossia l’opposto di populismo).
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