Un’agenzia Adkronos:
“Serve qualche pentito di corruzione. E abbiamo ancora bisogno dei collaboratori di giustizia. Le mafie sono al sud ma anche a Roma e al nord Italia, come in Lombardia, Piemonte, Liguria e in Emilia Romagna”. Lo sottolinea il procuratore capo della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone, nel corso del convegno ‘Il perdono di Dio e il perdono degli uomini”, tenutosi oggi a Roma. “I collaboratori di giustizia sono importanti – continua Pignatone – perché dimostrano che è possibile una vita diversa. E’ la prova provata che è possibile anche in Sicilia, Calabria e Campania rompere le catene che le associazioni mafiose hanno costruito in 150 anni”.
“Lo Stato – precisa – ha accettato il fenomeno dei collaboratori di giustizia per necessità. Lo Stato ne aveva bisogno, perchè era in ginocchio. Per questo ha fatto un patto con i pentiti, concedendo loro una serie di benefici in cambio dell’ammissione delle loro responsabilità e di dichiarazioni sul fenomeno dell’associazione mafiosa che avessero il carattere di novità”. Pignatone puntualizza che “è stato firmato un contratto” con i pentiti e conclude: “Lo ha fatto Buscetta e, anni dopo, lo fa anche Iovine”.
Presente all’incontro anche il sostituto procuratore della Repubblica di Roma Luca Palamara, che evidenzia come “il ruolo dei pentiti” sia “insopprimibile” per tutti coloro che sono “chiamati a svolgere indagini e a ricostruire fatti avvenuti lontano nel tempo”.