Nella continua discesa verso il dirupo si segnala lo sprint del ministro all’Istruzione (e al Merito eh) Valditara che ha vinto la gara di chi si distingue per inadeguatezza. Dopo lo squadrismo ai danni degli studenti del liceo Michelangiolo di Firenze Valditara, come la sua capa Meloni, ha inforcato la vile strada del silenzio, ben attento a non urtare le nostalgie dei suoi sostenitori.
Dopo il silenzio è riuscito addirittura a fare peggio. Dall’alto della sua posizione ha deciso di attaccare frontalmente la preside Annalisa Savino di un altro liceo fiorentino, il Leonardo Da Vinci, che, come è noto, aveva scritto una lettera ai suoi studenti per invitarli a riflettere su come il fascismo nacque «con la vittima di un pestaggio lasciata a se stessa dagli indifferenti». Quelle parole hanno ridato la parola al ministro che ha definito la lettera «del tutto impropria» e si è definito «dispiaciuto» per averla «dovuta leggere» e perché è «stata letta agli studenti». Il pensiero della dirigente scolastica «non rappresenta la realtà dei fatti», sostiene il ministro che annuncia che non interverrà nei confronti di Savino ma evoca il ‘bavaglio’ contro la «politicizzazione» negli istituti scolastici. «Sono lettere ridicole – ha continuato nel suo attacco – vanno prese per quello che sono, un atto di propaganda».
Ospite di Mattino Cinque Valditara ha detto: «Difendere le frontiere e ricordare il proprio passato o l’identità di un popolo non ha nulla a che vedere con il fascismo o, peggio, con il nazismo – aveva proseguito –. Quindi inviterei la preside a riflettere più attentamente sulla storia e sul presente». E ha anche aggiunto: «Non compete a una preside nelle sue funzioni di lanciare messaggi di questo tipo». Poi ovviamente è passato alla minaccia: «Se l’atteggiamento dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere misure».
«Un atteggiamento grave che lede la libertà di insegnamento», dice la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi. «Il ministro cosa non condivide della lettera – prosegue – La verità è che avrebbe dovuto essere Valditara a pronunciare quelle parole e a condannare le violenze contro gli studenti di Firenze. Che non lo abbia fatto dice molto. Tutto». L’ex segretario dem Nicola Zingaretti, ora deputato, parla di una «vergogna» che «richiede unità per difendere i valori della Repubblica». Per Dario Nardella, sindaco di Firenze, le parole di Valditara sono «gravissime, offensive, inaudite» e il ministro è «indegno» di «rivestire il ruolo di ministro». Il governo, ha ricordato, «non ha trovato il tempo neanche per una minima condanna dell’aggressione dei membri di Azione Studentesca ai due studenti minorenni del Liceo Michelangelo ma non ha perso un attimo per intimidire una dirigente scolastica». «L’Italia – ha concluso Nardella – non ha bisogno di un ministro censore d’altri tempi. Si scusi o si dimetta».
Il ministro dell’Istruzione «anziché condannare con fermezza» l’aggressione «squadrista e fascista» di Azione Studentesca e «anziché esprimere solidarietà nei confronti degli studenti aggrediti, se la prende con la preside» per «la lettera inviata agli studenti e alle loro famiglie», attaccano gli esponenti M5s in commissione Istruzione parlando di un «atteggiamento contro la preside» che «è esso stesso un riflesso di atteggiamenti squadristi». Si tratta per il M5s della «prova che un simile personaggio non può rivestire il ruolo di ministro dell’istruzione e che prima torna a casa meglio sarà per studenti, insegnanti e per tutti coloro che hanno a cuore la scuola pubblica nel nostro Paese». Duro anche il commento di Nicola Fratoianni, di Alleanza Verdi Sinistra: «Il ministro non sa che farsene della lettera della dirigente scolastica del liceo Leonardo di Firenze? Di un liquidatore della scuola pubblica come lui il nostro Paese e il mondo della scuola non sanno che farsene».
Valditara, studi, si applichi di più.
Buon venerdì.