A proposito del Mes che sta agitando la sua maggioranza (e che alla fine verrà ingoiato con buona pace di Salvini) Giorgia Meloni ha accusato l’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte dicendo: “Lo ha fatto il governo Conte, senza mandato parlamentare, e lo ha fatto un giorno dopo essersi dimesso, quando era in carica solamente per gli affari correnti, dando mandato a un ambasciatore; mandato firmato dall’allora ministro degli Esteri del M5S Luigi Di Maio, senza un mandato parlamentare, senza che ne avesse il potere, senza dirlo agli italiani, e con il favore delle tenebre. Allora forse oggi bisogna guardare in faccia gli italiani e spiegargli come sono andate le cose”.
Ricordiamo a Meloni che le informative sul Mes in Parlamento ci sono state nel 2019, nel 2020 e nel 2021
Allora proviamo a spiegare a Giorgia Meloni come funzionano le cose, imbarazzati da una Presidente del Consiglio analfabeta istituzionale. Le basterebbe un qualsiasi testo di diritto reperibile in libreria per scoprire che gli articoli 7 e 16 della Convenzione di Vienna regolano la stipula di quegli accordi e prevedono la firma senza autorizzazioni del Parlamento che è indispensabile invece per la ratifica. Ricordiamo a Meloni anche che informative sul Mes in Parlamento ci sono state nel 2019, nel 2020 e nel 2021.
Le ricordiamo anche che potrebbe chiudere la polemica senza lasciarsi andare a sguaiati comizi in Aula semplicemente dicendo alla sua maggioranza di non ratificarlo, senza il suo cronico vittimismo. Anche perché – come ricorda giustamente la giurista Vitalba Azzolini – mentre Meloni si impegola contro nemici immaginari ha firmato un accordo con l’Albania senza chiedere nessuna autorizzazione al Parlamento. Non vorremmo che un giorno trovasse un’altra Meloni che la accusi per deresponsabilizzarsi.
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