Il quotidiano Il Tempo, diretto da quel Tommaso Cerno che è uno dei troppi abbagli del Partito democratico renziano, titola “Piazza rossa” con caratteri rossi e scrive “così hanno rovinato il 25 aprile”. Con l’abituale vigliaccheria che li contraddistingue manca il soggetto ma c’è un elenco: “l’allarme anarchici nel nome di Cospito” (roba che galleggia ormai solo nel cervello di qualche complottaste indomito), “l’antisemitismo e la paura della comunità ebraica”, “i testimonials: da Salis a Scurati fino a Landini” e la stentorea conclusione “oggi la Liberazione non è più la festa di tutti”.
Daniele Capezzone su Libero diretto dall’ex portavoce della presidente del Consiglio Mario Sechi scrive “ci hanno letteralmente sfinito con l’uso politico del 25 aprile”. Sempre in prima pagina Francesco Storace scrive un pezzo intitolato “25 aprile, tutto pronto per lo show”. Uno show.
Su Il Giornale Alessandro Sallusti definisce la Festa della Liberazione “una baraccata” e titola il suo editoriale “perché oggi non posso dirmi antifascista”.
Su La Verità in prima pagina titolano “La festa del 25 aprile forse è meglio abolirla”. Notate il “forse”, sinonimo della vigliaccheria di chi insegue la provocazione fine a se stessa consapevole di essere molto vicino al fare la figura del cretino.
Il 25 aprile è divisivo solo per chi è fascista. Il 25 aprile è politicizzato solo per chi persegue una politica che non prevede l’antifascismo, e quindi è fascista. Il 25 aprile imbarazza solo chi non riesce a fare pace con la Liberazione e quindi è fascista.
Buon 25 aprile.
foto di Marioluca Baronia