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Rai: quelli che vengono (oltre quelli che vanno)

Breve lista di appunti su Giampaolo Rossi, nuovo direttore generale della Rai scelto da Giorgia Meloni che recupera il pessimo precedente di Fanfani mettendo un suo fedelissimo all’interno dell’azienda pubblica, senza nemmeno fare finta.

Il compito di Rossi è chiaro: «riequilibrio di tutte le narrazioni», recuperare spazi «usurpati dalla sinistra» e lasciare spazio «agli intellettuali di destra». Fin qui sembrerebbe l’ennesima lottizzazione dell’azienda pubblica, semplicemente dall’altro lato.

Giampaolo Rossi da quel che leggiamo è un fan sfegatato Netanyahu, Putin e Orban (e fin qui ci potrebbe stare, è esattamente ciò che fu Giorgia Meloni fino a un secondo prima del suo arrivo a Palazzo Chigi). Nel suo blog de Il Giornale come ricorda Paolo Mossetti “definisce gli statunitensi scesi in piazza per contestare l’elezione di Trump «i nipotini di Soros», «femministe vomitate da una caricatura… cianfrusaglie travestite da donne». Ed è solo un assaggio: lo specchio dell’acredine «buonista» che ha da sempre come bersaglio”. Definisce Roberto Saviano un «vermilinguo» e ha nemici ben definiti. Scrive sempre Mossetti: “«l’intellettuale impegnato», «il volontario delle Ong con i soldi di Soros», «il fighetto radical-chic con il culo degli altri». O paragona Mbappé, il calciatore di successo, a un rapper che gira con la maglietta con la scritta Jihad: «il primo è un’eccezione, il secondo sarà la regola». O come quando identifica due categorie: «il nigeriano e il buonista» come «la feccia di questo Paese», che vanno messi, entrambi, «nella condizione di non nuocere». Per non dire che tra i suoi miti ha Francesca Totolo, la blogger vicina a CasaPound accusata di aver inventato la storia delle unghie smaltate di Josefa: «La dama sovranista è una delle più scrupolose cacciatrici delle fake news del mainstream». E se lo dice lui”.

Putin? Come racconta Davide Maria De Luca su Domani Rossi scriveva: «La colpa di Putin è di non volere sottomettere la Russia ai dettami del Nuovo ordine mondiale preconizzato da Soros». «La democrazia in Occidente è in pericolo non per Putin, ma per un’élite tecnocratica che sta distruggendo le sovranità popolari». E ancora: «Obama vuole spingerci alla guerra contro Putin». «Pensare che la Russia stia per invadere l’Europa – scriveva nel 2018, quattro anni dopo l’inizio delle operazioni militari russe in Ucraina – è solo il frutto di una schizofrenia indotta». In quegli anni definiva i timori per l’aggressività di Putin come una narrazione che «affonda le sue radici nei secolari interessi imperiali di Londra» e che oggi si sposano «con gli interessi dell’élite globalista».

Si legge nell’articolo di Domani: “«Guai a chi si oppone ai disegni del Nuovo ordine mondiale», scriveva in uno dei suoi articoli. Secondo Rossi, il principale esponente di questo complotto è (indovinate un po’) il miliardario ungherese George Soros, «speculatore globalista con il vizietto di destabilizzare governi democraticamente eletti» e vero architetto dei «processi migratori per alterare gli equilibri demografici secondo quella “etica del caos” tipica dell’umanitarismo ideologico della élite». Rossi ci tiene a ricordare che Soros è «ebreo», ma «di origine ungherese», e lo paragona al mostruoso Shelob di Tolkien, «il malefico essere a forma di ragno»”.

Buona visione e buon martedì.

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