Sono quasi 17mila le persone che potrebbero essere morte dopo aver assunto idrossiclorochina durante la prima ondata di Covid-19, secondo uno studio di ricercatori francesi. Il farmaco anti-malaria è stato prescritto ad alcuni pazienti ricoverati in ospedale con Covid-19 durante la prima ondata della pandemia, “nonostante l’assenza di prove che ne documentino i benefici clinici”, sottolineano i ricercatori nel loro articolo, pubblicato nel numero di febbraio di Biomedicine & Pharmacotherapy.
Sarebbero quasi 17mila le morti accertate per effetti avversi causati dall’assunzione di idrossiclorochina contro il Covid
I ricercatori hanno stimato che circa 16.990 persone in sei paesi – Francia, Belgio, Italia, Spagna, Turchia e Stati Uniti – potrebbero essere morte per l’errata terapia. La cifra deriva da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature nel 2021 che ha riportato un aumento dell’11% del tasso di mortalità, legato alla sua prescrizione contro il Covid-19, a causa dei potenziali effetti avversi come i disturbi cardiaci e il mancato utilizzo di altri trattamenti efficaci. I ricercatori delle università di Lione, Francia, e Québec, Canada, hanno utilizzato questa cifra per analizzare i dati di ospedalizzazione per il Covid in ciascuno dei sei paesi, l’esposizione all’idrossiclorochina e l’aumento del rischio relativo di morte legato al farmaco. Gli studiosi nelle loro conclusioni dello specificano che la cifra potrebbe essere molto più alta dato che lo studio riguarda solo sei paesi da marzo a luglio 2020, quando il farmaco è stato prescritto molto di più.
Trump nei suoi interventi quotidiani dalla Casa Bianca sul coronavirus esortava gli americani a prendere l’idrossiclorochina
“Cosa c’è da perdere? Prendetela”. Era l’inizio dei aprile del 2020 quando l’allora presidente Usa Donald Trump nei suoi interventi quotidiani dalla Casa Bianca sul coronavirus esortava gli americani a prendere l’idrossiclorochina. Trump si vantava di avere a disposizione 29 ml del farmaco sempre a disposizione. Nessun dubbio di fronte ai giornalisti che gli chiedevano se non fosse il caso di aspettare il completamento degli studi clinici. In quegli stessi giorni il dottor Anthony Fauci, il principale medico di malattie infettive Usa, aveva ripetutamente avvertito che non ci fossero prove conclusive a sostegno dell’uso del farmaco. Alla domanda se dovesse essere considerato un trattamento per il Covid-19, disse il 24 marzo: “La risposta è no”.
In Italia tra i più ferventi sostenitori dell’idrossicolorichina spiccava nel 2020 l’attuale vice premier Salvini
In Italia tra i più ferventi sostenitori dell’idrossicolorichina spiccava nel 2020 l’attuale vice presidente del Consiglio e ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini. “Con idrossiclorochina si evitano ospedalizzazioni e lockdown”, disse Salvini il 3 novembre di quell’anno definendo il secondo governo Conte “molto confuso e che naviga a vista”: “una proposta concreta: un protocollo di cure a domicilio, – disse il leader della Lega – con il ricorso a farmaci dal costo irrisorio come l’idrossiclorochina, per evitare l’affollamento degli ospedali ed i lockdown”.
Lo studio condotto in sei Paesi tra cui l’Italia
Parole ripetute da Salvini anche il giorno successivo, il 4 novembre 2020, ospite de L’aria che tira su La7 (“Non faccio pubblicità ma c’è l’idrossiclorichina che ha salvato migliaia di vite”) che indignarono tra gli altri anche il virologo Roberto Burioni che intervenne per spiegare che “l’idrossiclorochina è inefficace e pure pericolosa, come dimostrato da ampissimi studi”. Lo studio uscito in questi giorni parla chiaro. Nella classifica della mortalità indotta da idrossiclorochina per paese utilizzando la stima del tasso di mortalità dalla meta-analisi di coorti incluse svettano gli Stati Uniti con 12.739 morti. Francia e Belgio si assestano su 199 e 240 morti a testa mentre l’Italia (1.822) con la Spagna (1.895) schizza a quasi 2.000.
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