L’ha deciso un giudice. Ed è una buona notizia perché apre una strada percorribile: se la politica non risponde al citofono si bussa alla Giustizia. Poi voi scegliete dove sta l’incapace. Ha viaggiato male, alla fine l’ha fatto gratis, non è una consolazione ma intanto è una sentenza. Con la probabilità che altri viaggiatori organizzino una class action, un sistema di azioni per una tutela collettiva di rimborso. L’esempio (il modello) c’è. Una pendolare ha fatto causa per soppressioni, sporcizia e sovraffollamento dei convogli. Il giudice di pace le ha dato ragione. Trenitalia dovrà restituire i soldi degli abbonamenti per il periodo incriminato (un anno, 500 euro) e risarcirla dei danni morali: le condizioni di viaggio erano «gravemente umilianti».