La protesta dilaga e il governo agisce per ritorsione. Mentre ieri in tutta Italia gli studenti universitari hanno protestato contro il caro affitti che di fatto toglie la possibilità di accedere al diritto allo studio, il governo Meloni pasticcia sui 660 milioni del Pnrr per gli alloggi agli studenti.
La protesta degli studenti universitari contro il caro affitti dilaga in tutto il Paese e il governo agisce per ritorsione
L’emendamento che prevedeva lo stanziamento (utile anche ad ammorbidire la protesta studentesca) rischiava di essere inammissibile inserito nel dl sul rafforzamento della pubblica amministrazione. Il presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera Nazario Pagano ha spiegato che l’esecutivo ha annunciato l’intenzione di “spostare” l’emendamento in un altro decreto, l’omnibus con norme su Inps, Inail ed enti lirici, che sarà esaminato da questa settimana dalle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio di Montecitorio. Solo “questioni di attinenza materiale” della misura, si giustifica il ministero dell’Università specificando che non c’è stata “nessuna retromarcia”.
L’errore cade proprio nel giorno in cui il collettivo studentesco Cambiare rotta ha allargato la protesta delle tende anche a “lavoratori, disoccupati e classi popolari“. Quei fondi dovrebbero finanziare i 52.500 nuovi posti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza di qui al 2026. Ad aggiungere una tragica nota comica risuonano le parole di Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia che alcuni giorni fa aveva dichiarato: “Con buona pace dei sinistrorsi che fomentano le polemiche, il governo Meloni non si limita a chiacchiere e vacue soluzioni per il caro affitti: sblocca 660 milioni per gli alloggi universitari”. “Un gioco delle tre carte davvero mal riuscito scaricato sulla pelle di chi cerca soluzioni e trova invece approssimazione”, dice Matteo Richetti, capogruppo di Azione-Italia Viva alla Camera.
Duro anche il capogruppo al Senato del Pd Francesco Boccia: “Avevamo già denunciato che i 660 milioni annunciati dal governo non risolvevano il problema – spiega – perché si trattava di risorse già previste che garantivano solo un po’ di alloggi universitari in più gestiti però da privati. Ma oggi la retromarcia del governo su quell’emendamento, tanto sbandierato, al decreto sulla pubblica amministrazione dimostra che abbiamo di fronte un governo capace solo di fare propaganda ma incapace di affrontare in modo strutturale un problema che colpisce soprattutto i nostri giovani”. Secondo Boccia “quello di oggi è l’ennesimo bluff di un governo che fa il gioco delle tre carte sulla pelle di studenti e famiglie”.
“Il governo Meloni è riuscito a fare l’impensabile e a collezionare un’altra clamorosa figuraccia“, rincara Francesco Silvestri, capogruppo M5S alla Camera: “Tra l’altro, a rendere il tutto ancor più ridicolo, c’è che quello del governo Meloni era un vero e proprio bluff visto che quelle annunciate e poi ritirate, non erano nuove risorse, ma quelle già previste nel Pnrr. Purtroppo il governo sceglie di vivere di sola retorica, ma al Paese serve la sostanza”. Per l’Unione degli Universitari, il ritiro dell’emendamento “è solo l’ultimo errore di una lunga sfilza che il governo ha compiuto sulla residenze universitarie”.
“Questo emendamento – dice Simone Agutoli dell’Udu – è stato inserito all’ultimo momento, all’interno di un decreto che riguarda tutt’altro. Non ci stupisce che sia stato ritirato, ci è sembrata subito un intervento propagandistico. Il Governo continua a fare passi falsi sul tema delle residenze universitarie. Il Pnrr sugli studentati sta facendo un disastro: non solo denunciamo come stia dando soldi soltanto ai privati, senza regole, ma contestiamo anche che il ministero dell’Università abbia effettivamente raggiunto il target fissato del Pnrr. Nei prossimi giorni presenteremo un apposito report di inchiesta che contraddice i numeri del Mur”.
L’articolo Ritorsione di Stato sugli studenti. Sparito il fondo contro il caro-affitti sembra essere il primo su LA NOTIZIA.