Rispondendo ad un utente sulla propria pagina Facebook Bono degli U2 parlando della promozione del loro ultimo disco ha scritto: “c’è un sacco di rumore là fuori. Penso che sia necessario fare un po’ di casino per superarlo”. Sto scrivendo L’amico degli eroi, lo spettacolo e libro sulla vicenda inumana di Marcello dell’Utri e i suoi poco onorevoli compari di vita e sono rimasto incastrato dal silenzio qui dentro e anch’io dal rumore là fuori. Dopo lo spettacolo su Giulio Andreotti ho avuto grandi difficoltà a scrivere e produrre, non lo nascondo, per motivi che probabilmente non mi sono ancora del tutto chiari: mettici la paura, la stanchezza, mettici la malattia nera che hai sempre il sospetto di non avere superato del tutto e mettici l’indolenza che mi ha lasciato addosso. Abbiamo inventato qualcosa, sì, messo in scena giullarate, scritto articoli ma tutti questi ultimi anni si sono svolti con una dinamica granulosa e molle che ha perso la spinta dei primi anni di produzione. Con poca speranza, forse, principalmente faticando ad accendere quella vecchia energia. Ecco: il “rumore là fuori” comincia a farti paura quando hai paura di avere perso quell’equilibrio che avevi, ti salvava e non hai mai capito bene come ricrearlo quasi se ti fosse arrivato sempre un po’ per caso oppure perché non ci hai dedicato abbastanza tempo per carpirne gli ingredienti. Solo un pensiero. Tutto qui. Torno a scrivere, eh.