La lettera della dirigente coinvolta nel caso della scuola che “vieterebbe” l’ingresso agli incontri a chi non ha acquistato i libri:
«Roma, 17 marzo 2016
“Penso che una scuola pubblica che promuova l’acquisto e la lettura di libri, nell’ambito di progetti inseriti nella propria offerta formativa, faccia un’opera meritoria. Questo, forse superfluo sottolinearlo, senza che la scuola stessa ci guadagni nulla”.
La Dirigente scolastica dell’I.I.S.S. “Leon Battista Alberti” di Roma, dott.ssa Carolina Guardiani, prende così posizione in merito alla recente polemica che ha interessato il progetto “Incontro con l’Autore” in seguito all’articolo pubblicato sul Corriere della Sera a firma di Claudia Voltattorni.
“La proposta di acquisto del libro è stata rivolta a tutti i ragazzi e sono fiera di progetti di questo tipo che si fanno in tutte le scuole – spiega la Dirigente scolastica dell’Alberti – Si propone, senza alcuna forzatura, l’acquisto di un libro; chi è interessato lo compra, a un prezzo più conveniente rispetto al prezzo di copertina (ovviamente la scuola fa solo da tramite), lo legge, ne discute in classe e poi ha la possibilità di parlarne con l’autore stesso.
Spiegare a un 15 enne che, con poco più di 10 euro, oltre all’ingresso alla festa o all’aperitivo al bar alla moda può acquistare qualcosa che rimane, che gli apre la mente e il cuore, che può aiutarlo a crescere, a capire il mondo nel quale è capitato, credo sia un’ottima cosa”.“Non regalo libri ai miei studenti – prosegue la dott.ssa Guardiani – primo perché non ho fondi, secondo perché credo sia opportuno far comprendere a un ragazzo che l’oggetto libro ha un valore, che deve essere riconosciuto e pagato perché frutto di un lavoro intellettuale che deve essere riconosciuto e pagato.
In questo senso, lo confesso e mi autodenuncio: io, dirigente di scuola pubblica, “spaccio” libri.
L’Istituto “Leon Battista Alberti” – nell’ambito del suo piano dell’offerta formativa – sostiene e promuove la diffusione e la fruizione della cultura (libri, spettacoli teatrali, cinematografici, ecc.) presso i propri studenti come mezzo per evolvere, arricchire la propria esperienza e ampliare i propri confini esistenziali.
“Qual è la notizia? Quale lo scandalo? – aggiunge la dott.ssa Guardiani – Che ci sono ragazzi che non possono permettersi di comprare il libro? Allora che dire dei viaggi di istruzione, per i quali la richiesta non è di 10 euro o poco più ma di alcune centinaia di euro che, effettivamente, possono fare la differenza nel bilancio di molte famiglie! Eppure non ho mai visto genitori indignati con le scuole (tutte) che organizzano i viaggi. Ecco, il mio pensiero è rivolto ai genitori: la porta della mia presidenza, come sanno, è sempre aperta e rinnovo l’invito a parlare direttamente e chiedere eventuali spiegazioni, in un’ottica di scambio e fattiva collaborazione”.»