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Salvataggi da ricchi e salvataggi da poveri

Per un giornalista de Il Foglio il naufragio dello yacht a Porticello e i naufragi dei migranti sarebbero «fattispecie totalmente diverse». La differenziazione ovviamente non stupisce: i primi sono poveri naufragi, i secondi sono semplicemente dei migranti. I primi vengono identificati con la tragedia subita i secondi invece con la provenienza.

Dice il collega che i primi sono naufraghi “veri”, quindi hanno ogni diritto a essere soccorsi immediatamente e condotti nel porto più vicino, ai sensi delle convenzioni internazionali. I secondi invece no, perché non sempre stanno per affondare, quindi non sarebbero naufraghi, e comunque le disposizioni normative sono diverse.

Il giornalista di Radio radicale Sergio Scandura ricorda che «qualsiasi imbarcazione stracarica, che lascia la costa di partenza, viene automaticamente classificata in Distress, viene considerata automaticamente in Pericolo anche quando non è “in avaria”. Lo dice il regolamento Europeo Frontex 656/2014, lo dicono le linee guida IMO (authority marittima ONU), quelle di EUnavForMed e via andare: tutte fonti peraltro contemplate nel decreto del Piano SAR nazionale per assorbimento da fonti superiori».

La giurista Vitalba Azzollini ricorda che le norme, cioè le convenzioni internazionali sono esattamente le stesse. Quelle norme – come ricorda Azzollini – dicono anche che la regola del porto più vicino, sempre prevista da regole internazionali, vale per tutti (altro che porto di Ravenna o Livorno o Genova).

Il nostro giornalista ospite di una nota rassegna stampa del servizio pubblico ha ripetuto quindi una bestialità. Non esistono naufragi da ricchi e naufragi da poveri. Esistono, purtroppo, salvataggi per i ricchi e salvataggi per i poveri. 

Buon mercoledì. 

Immagine dal sito dei Vigili del fuoco: le operazioni a Porticello (Pa)

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