Umberto Ambrosoli, oggi, sul Corriere:
Grande opera o grande evento uguale grandi affari per la criminalità organizzata. Equazione realisti ca, ma disincentivante. All’ opposto: occasioni di affari per la criminalità organizzata uguale opportunità per l’ elabor~ione di nuovi strumenti di prevenzione. E quello che sta succedendo con Expo 2015, dove la consapevolezza di un rischio concreto e grave produce non rassegnazione, ma nuovi sforzi del pubblico e del privato per cercare di evitare che le avide mani delle mafie si impossessino degli appalti. II protocollo recentemente sottoscritto da ministero dell’Interno, prefettura, Expo 2015 spa e sindacati va in questa direzione e disciplina in termini innovativi settori nei quali la legislazione in vigore s’è dimostrata inefficace. II nuovo sistema di regole prevede un iter rapido per gli àccertamenti circa il fatto che non solo le aziende che si aggiudicano gli appalti, ma anche tutte quelle alle quali sono subappaltati singoli segmenti d’opera siano scevre dal rischio di infiltrazioni mafiose. Alla procedura accelerata, anche in fòrza di informazioni e documenti che devono essere tempestivamente elaborati e forniti sia dalla prefettura che dalle società, si accompagna un sistema sanzionatorio estremamente severo, automatico e immediato; nel mezzo un’azione di vigilanza e monitoraggio circa tutti i passaggi conseguenti all’aggiudicazione di un appalto. II rischio infiltrazioni non è contrastato, quindi, con un «pezzo di carta» ricco di dichiarazioni d’intenti, ma con un nuovo sistema di regole – subito operativo – che si pone come punto di riferimento su un tema la cui importanza è fondamentale per la crescita del Paese. Semplice è la filosofia: responsabilizzare al massimo (anche nei controlli preventivi) tutti i soggetti coinvolti, dalla società appaltante alle istituzioni pubbliche, dal sindacato alle aziende; l’opportunità di partecipare alla realizzazione di una grande opera, rende tali responsabilità tutt’altro che gravosi oneri. Accade, poi, che puovi sistemi di regole creati in occasione di eventi straordinari svolgano una funzione nell’ordinario, divenendo modelli comportamentali cui ispirarsi quando, nella propria realtà, ci si chiede cosa sarebbe possibile fare per essere protagonisti di un contrasto all’azione mafiosa.