Il primo atto politico di Elly Schlein da segretaria del Partito democratico il duro atto d’accusa contro il ministro dell’Interno Piantedosi dopo l’audizione in commissione Affari Costituzionali della Camera. Schlein ha puntato il dito contro le parole del ministro “disumane e totalmente inaccettabili e non adeguate al ruolo” dopo quella che ha chiamato “strage di Crotone”, chiedendogli “chi è lei per stabilire che cosa giustifichi o meno la disperazione se la scelta è molto spesso tra il rischio di morte per tortura o il rischio in mare”.
La corrente di Guerini avverte la neo-segretaria Schlein. Il sostegno all’Ucraina è la linea rossa da non attraversare
Abbiamo chiesto chiarezza sulle responsabilità. – dice la segretaria del Pd – Abbiamo chiesto in particolare, a seguito delle dichiarazioni del comandante Aloi, perché non è stato fatto un intervento da parte della Guardia Costiera italiana con mezzi adeguati se c’era possibilità di intervenire per tempo” visto che c’era già stata “la notizia di Frontex che parlava di rilevazione di calore umano”.
La neosegretaria del Pd ricorda anche “i due tentativi non andati in porto da parte della Guardia di Finanza di raggiungere l’imbarcazione. Perché a quel punto non è stata attivata la Guardia Costiera Su questo non abbiamo ricevuto risposte”. Nel partito c’è chi applaude la nettezza della segretaria, con “parole finalmente forti che non abbiamo mai pronunciato fin qui”, ma il bivio su cui qualcuno aspetta Schlein al varco è quello sull’invio di armi all’Ucraina.
L’ha detto senza troppi nascondimenti il deputato Enrico Borghi (uno dei punti di riferimento di Base riformista) che parla della “questione del sostegno alla resistenza ucraina” come una “linea rossa per garantire la vera identità di un partito di sinistra di governo in un paese occidentale”. Borghi assicura di “non voler creare problemi alla segretaria” ma è chiaro che l’appoggio a Zelensky è la leva per creare le prime crepe tra Schlein e una parte del suo elettorato (culturalmente “pacifista”) e per accusare il Pd di schiacciarsi sulla linea del Movimento 5 Stelle.
Schlein e i suoi per ora non cadono nella trappola ma sono consapevoli che l’opposizione interna si è già messa al lavoro. A questo si aggiunge un malumore diffuso per “il rischio di sardinizzazione del Pd” (come ci dice una deputata delusa dalla sconfitta di Bonaccini) alla luce dei ventilati ingressi di Mattia Santori e Jasmine Cristallo nel gruppo dirigente. L’ex sardina Santori tra le altre cose è accusato di mancanza di delicatezza contro Beppe Fioroni.
L’ex esponente del PD, che ha annunciato il proprio addio dopo la vittoria di Schlein, dice di essere stato “sfrattato”. “Se ne va Fioroni e ne arriveranno altri cento”, ha risposto Santori. Lo incalza la sua ex compagna nelle Sardine Cristallo: “Bisogna avere rispetto per chi ha una certa storia, – dice in quel partito c’è rimasto. Io ho fatto la tessera di recente, non mi sento di dire che qualcuno, di non rispettare chi già c’era”.
Sabato Conte e la Schlein parteciperanno insieme alla manifestazione a difesa della scuola e della Costituzione che si terrà a Firenze
Sul fronte delle alleanze si potrà misurare la nuova temperatura tra Pd e M5S sabato, quando Giuseppe Conte e Elly Schlein parteciperanno insieme alla manifestazione a difesa della scuola e della Costituzione che si terrà a Firenze. “Vedremo alla prova dei fatti: su salario minimo, transizione ecologica, giustizia sociale, e anche sull’invio delle armi all’Ucraina, vedremo se Elly Schlein sarà più vicina a noi o al Pd di Letta”, dice la capogruppo del M5S in Senato Barbara Floridia.
Qualcuno (sia nel Pd che nel Movimento 5 Stelle) pensa che la sovrapposizione di temi potrebbe essere un problema nei consensi. Chissà che ci si renda conto che il ragionamento è politicista e ha poco a che vedere con la politica, quella maiuscola.
L’articolo Schlein al bivio sulle armi a Kiev sembra essere il primo su LA NOTIZIA.