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Se i diritti sono per censo diventano privilegi

Lunedì la figlia del presidente del Camerun, Brenda Biya, ha pubblicato una foto sul suo profilo Instagram in cui bacia la modella brasiliana Layyons Valença, con la didascalia: “PS: sono pazza di te e voglio che il mondo lo sappia”. Il post non esplicita il suo orientamento sessuale ma Biya ha poi ripubblicato nelle sue storie di Instagram diversi articoli che descrivono la foto come un coming out. C’è un piccolo particolare: in Camerun l’omosessualità è illegale dal 1972 e dal 2016 una legge prevede fino a 5 anni di carcere.

La figlia del presidente del Camerun, Brenda Biya, ha pubblicato una foto in cui bacia la modella brasiliana Layyons Valença

Il padre di Biya, Paul, è presidente del Camerun dal 1982. Il gesto di Brenda Biya è stato ovviamente accolto come un segnale incoraggiante dalla comunità Lgbtq camerunense. “Sta diventando una voce per il cambiamento sociale in un paese dove i tabù sono profondamente radicati”, ha detto alla stampa l’attivista transgender camerunese Shakiro che è stato condannato sulla base della legge del 2016: nel 2021 fu condannata a cinque anni di carcere per “tentata omosessualità” e dal 2023 vive in Belgio, dove ha chiesto asilo.

Il gesto di Brenda, però, ha sollevato anche alcune riflessioni sulle sproporzionate possibilità di ricchi e poveri: per alcuni è evidente che la ragazza abbia potuto fare coming out sui social perché vive in Svizzera e ha maggiori opportunità di difendersi contro la legge anti-Lgbt nel caso in cui venisse perseguita, grazie alla sua alta posizione nella classe sociale e alla sua maggiore istruzione. È esattamente così. I diritti non sono un simbolo da sventolare. Sono diritti solo se accessibili a tutti. Altrimenti si chiamano privilegi, anche se profumano di quel progressismo che funziona sui social.

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