Sarà che non c’è mai una seconda “prima impressione” ma la seconda seduta consiliare lascia poco retrogusto di operatività e diventa la seconda sfilata del presideterno Formigoni. All’ordine del giorno la presentazione del programma di governo che non avviene. Il presidente racconta tra l’altro della “centralità del ruolo femminile” mentre brilla il triste contraltare di una Giunta con una sola presenza femminile (Monica Rizzi): le “quote rosa” sono evidentemente una tensione morale più che un’azione politica. Si sofferma sull’eccellenza dei servizi lombardi: altro refrain sempreverde. Chiude sornione sull’importanza della “collegialità” e la “collaborazione”. Il che si spera possa tradursi in una eventuale sua visita al Consiglio entro il prossimo quinquennio. Il programma rimane un plico di carte sopra ai banchi dei consiglieri usato come fermacarte o tienigomiti. Per chi avesse la costanza e lo stomaco per studiarselo tutto lo trovate qui.
Finisce il Presidente e il livello di attenzione cortese subisce un crollo vertiginoso. Valentini (PDL) parla di “apertura alla società civile”. Schizofrenia partitica. Il compagno di partito Alboni (PDL) si rivolge ai colleghi del PD: “distinti ma non distanti”. Il mio collega Sola (IDV) interviene pungente e dritto. Chiara Cremonesi (SEL) ricorda che a pochi passi dal Pirellone i lavoratori Maflow e Eutelia manifestano per rivendicare un diritto come succedeva nei paesi dei mangiafuoco. Accusa un “Pubblico che in Lombardia si ritrova a coordinare solo il lavoro del Privato”. Deve essere per questa propensione all’eccellenza lombarda dei servizi, penso. Poi, la seduta è tolta e si rialza. Il video della seduta è qui.
Per quanto riguarda l’elezione della presidenza della Giunta per le Elezioni, per oggi nulla di fatto. Accordo non trovato ci si riprova martedì, quando è convocato il prossimo Consiglio con questo ordine del giorno. E una paio di domande che abbiamo da fare e di cui vi dico a breve.