Se ieri avete avuto la sfortuna di sfogliare le pagine de Il Giornale vi sarà capitato tra le mani l’articolo del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi che si è cimentato in una lunga autodifesa dal titolo: “La mozione che umilia le Camere”, rilanciato anche in prima pagina. Si fa riferimento alla mozione di sfiducia presentata da Movimento Cinque Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra Partito democratico in cui si ripercorrono le vicende – ben raccontate dalla trasmissione Report – di un quadro del pittore del Seicento Rutilio Manetti rubato dal castello di Buriasco, vicino a Pinerolo, e riapparso (in originale o in copia lo dovrà decidere il tribunale) nelle disponibilità del sottosegretario.
L’indomito Sgarbi, diventato famoso più per le sue intemperanze che per capacità politiche, aveva parlato fin da subito di “aggressione”. Del resto uno spirito docile come il suo deve essere rimasto traumatizzato dal ricevere critiche. Scorgendo l’articolo di ieri si potrebbe comunque immaginare che Sgarbi abbia deciso una volta per tutte di chiarire i punti oscuri della vicenda rispondendo alle perplessità avanzate dai giornalisti seppelliti dagli improperi incazzosi del critico d’arte. Nulla di tutto questo.
Sgarbi verga una pagina in cui offende personalmente la deputata dem Irene Manzi (prima firmataria della mozione) accusandola di essere stata “nominata” per entrare in Parlamento (evidentemente nel centrodestra hanno un’altra legge elettorale tutta loro) e di essergli sconosciuta. Per Sgarbi la popolarità guadagnata a suon di risse televisive e di condanne vince sull’operato di una deputata che non ha nemmeno una foto seduta sul cesso. Risposte nel merito della vicenda Ovviamente nessuna. Però in prima pagina.
L’articolo Sgarbi… quotidiani contro la deputata dem sembra essere il primo su LA NOTIZIA.