Esistono solo quando spaccano. Spiace per il vuoto esistenziale che accompagna quattro vigliacchi a nascondersi dietro il nero per sfogare una violenza che punisce tutti: chi è d’accordo e chi no. Finché i movimenti (tutti) e le manifestazioni (tutte) non si porranno seriamente il tema dei violenti (da chiunque siano istruiti e chiunque sia il mandante) non si può pensare di costruire una seria opposizione culturale. Incagliarsi sulle motivazioni che spingono alla violenza (a questa violenza, animale e senza senso) significa sbagliare in modo miope: in un momento in cui ci sono decine di buoni motivi per indignarsi e resistere spaccare una vetrina significa concorrere alla banalità. Non c’è differenza tra un Salvini vandalo della dignità umana e l’imbecille che appicca il fuoco, non c’è antagonismo tra l’ottimista per servitù e l’incazzato per esistere e non c’è separazione tra il “tutto va ben” e il “solo fuoco e fiamme”: sono tutti compagni, identici utili idioti alla banalizzazione di quello che ci sta intorno. Per la gioia del re.