Il giorno fatidico doveva essere ieri invece, come spesso accade in questo nuovo Pd, tocca aspettare un altro giorno. La nuova segreteria del partito ha subito un altro stop. Il problema, mano a dirlo, è sempre lo stesso: i posti per sfamare gli irrefrenabili stomaci delle correnti. La segretaria Schlein ha avuto il suo bel daffare per spiegare a Stefano Bonaccini che la nuova corrente di lettiani che ha deciso di sostenerla (i ribattezzati “neoulivisti”) non hanno nulla a che vedere con i posti che le spettano. “Letta ti ha sostenuto alle primarie, è roba tua”, avrebbe detto la segretaria a Bonaccini.
Pomo della discordia i posti reclamati dai lettiani. Che la segretaria del Pd Schlein vuole recuperare togliendoli a Bonaccini
L’intesa di massima c’è ma il diavolo è nei dettagli. A quanto si apprende, Schlein non avrà vicesegretari. La segreteria sarà composta da una ventina di personalità, più o meno, e di queste cinque dovrebbero andare alla minoranza. Tra questi, al momento, sarebbe definita la delega per le Riforme istituzionali per Alessandro Alfieri, già Base Riformista, e gli Enti locali per Davide Baruffi, braccio destro del presidente PD. Ci sarebbe la Giustizia per Debora Serracchiani, mentre non è certo invece l’ingresso di Simona Bonafè.
Un dato che crea malumori dentro un pezzo di Base Riformista che vede poco riconosciuto il proprio peso. Sulle altre caselle destinate alle minoranza – oltre Alfieri, Baruffi e Serracchiani che sarebbero più solidi- regna ancora incertezza e si auspica l’ingresso di un amministratore o amministratrice locale. Per quanto riguarda la maggioranza, sul fronte ‘sinistra’ dem (oltre a Michele Fina che è già tesoriere) ci sono Peppe Provenzano agli Esteri, Antonio Misiani in pole per la riconferma all’Economia e Marco Sarracino, dato in queste settimane all’Organizzazione, ruolo che però potrebbe essere affidato a Gaspare Righi, molto vicino alla segretaria. E vicino a Schlein è anche Marco Furfaro, già in pole come vicesegretario, potrebbe essere nominato coordinatore. Ed ancora Alessandro Zan ai Diritti.
Intanto nella minoranza Base riformista sta già mollando Bonaccini
Un ruolo potrebbe averlo anche Stefania Bonaldi, ex-sindaca di Crema, che ha coordinato la rete degli amministratori con la mozione Schlein al congresso. Non ci sarà invece Rossella Muroni, che lo ha ufficializzato sui social. Si parla di personalità esterne come lo scrittore Maurizio De Giovanni, che aveva fatto parte – per poi dimettersi – anche della comitato costituente del nuovo Pd. Intanto nella minoranza Base riformista sta già mollando Bonaccini (com’era facilmente prevedibile).
“Bonaccini ha fatto una partita per sé”, è l’accusa che viene mossa. Anche la scelta, maturata nelle ultime ore, di non nominare nessun vicesegretario viene letta in chiave polemica: “Non fa nemmeno un vice per non doverne dare uno alla minoranza”, la sintesi. Tra i dirigenti di Base riformista le accuse rimbalzano nelle chat: “Bonaccini, purtroppo, non è stato in grado di tenere insieme un’area che aveva ottenuto un risultato importante al congresso ed è voluto entrare in segreteria ad ogni costo con un accordo oggettivamente al ribasso”, è il refrain.
E ancora: “Si dovrà ricostruire un’area riformista che è uscita indebolita e sottorappresentata, rispetto ai risultati del congresso e delle primarie, dalla trattativa per arrivare alla segreteria unitaria”. Lo schema Schlein comunque è chiaro: nessun vicesegretario, valorizzazione delle deleghe di organizzazione e coordinamento, assegnate a figure vicine alla leader dem, e spazio alla minoranza interna. Il tutto sperando che poi si possa assistere a una vera pacificazione. “Che non accadrà mai perché è contro la natura del Pd”, sospira un senatore.
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