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Al Teatro della Cooperativa, fino allo scorso sabato 28 maggio è andato in scena, per la prima volta a Milano “L’Amico degli Eroi, Parole Opere e Omissioni di Marcello Dell’Utri”. Il testo è stato scritto, diretto e interpretato da Giulio Cavalli. Musiche di Cisco Bellotti.
Il termine, quasi d’obbligo in calce ad ogni spettacolo, “liberamente tratto” mi sembra andare un po’ stretto a quest’ultimo lavoro di Giulio Cavalli in cui viene analizzato l’intreccio tra mafia e politica, tratto dalle vicende giudiziarie (e dalle amicizie consolidate) di Marcello Dell’Utri, Vittorio Mangano e Silvio Berlusconi.
E’ un succedersi incessante di monologhi proposti da un Giulio Cavalli decisamente coinvolgente e capace di calare il pubblico nella drammaticità di una realtà con la quale il nostro Paese si confronta tristemente da oltre vent’anni. I monologhi sono proposti con un linguaggio diretto, sobrio e al tempo stesso divertente. Sullo sfondo e con ritmo sapiente ecco proiettati i documenti, le interviste e i video che testimoniano momenti di verità e palesi intrighi di potere.
Sulle tavole del Teatro della Cooperativa è stata di scena, come si legge nella presentazione dello spettacolo, “ la vicenda (dis)umana di un giovane siciliano arrampicatore sociale che decide di essere l’anello di congiunzione di due mondi totalmente differenti (l’imprenditoria milanese estrema e l’arrembante mafia siciliana) passando indenne dal cambio dei vertici mafiosi, dei vertici politici: praticamente indenne dalla Storia d’Italia fino alla condanna per concorso esterno in associazione mafiosa”.
“La pluralità dell’attività posta in essere da Dell’Utri, per la rilevanza causale espressa, ha costituito un concreto, volontario, consapevole, specifico e prezioso contributo al mantenimento, consolidamento e rafforzamento di Cosa nostra, alla quale è stata, tra l’altro offerta l’opportunità, sempre con la mediazione di Dell’Utri, di entrare in contatto con importanti ambienti dell’economia e della finanza, così agevolandola nel perseguimento dei suoi fini illeciti, sia meramente economici che politici”, così conclude la sentenza definitiva, sottolineando come la vicenda giudiziaria testimoniata da Cavalli rappresenti un passaggio fondamentale per comprendere la storia italiana degli ultimi tempi e forse, purtroppo anche di parte dell’immediato futuro.
Spettacolo interessante e coinvolgente con il limite, involontario, di essere stato inserito nella coda del ricchissimo programma proposto dal Teatro di via Hermada, uno spettacolo che spero possa essere ripresentato nella stagione 16/17 perché merita di essere visto da un grande pubblico.
Claudia Notargiacomo