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Mantova criminale: Antonio Muto dai sospetti di mafia all’arresto per falso

Antonio Muto, già imputato per concorso esterno mafioso oggi è stato arrestato per bancarotta e falso. Ne scrive la Gazzetta di Mantova (che non riesce però a ricordarsi del processo per mafia):

Nuovi guai con la giustizia per il costruttore Antonio Muto. Il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Mantova martedì 20 giugno ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere richiesta dal procuratore Manuela Fasolato e dal sostituto procuratore Giacomo Pestelli, ed emessa dal Gip Matteo Grimaldi, nei confronti dell’imprenditore edile. I reati contestati adAntonio Mutosono bancarotta fraudolenta patrimoniale aggravata ed operazioni dolose da falso in bilancio.

“L’attività di indagine, coordinata dalla Procura di Mantova – scrive la Guardia di Finanza in un comunicato -, ha avuto origine dal fallimento della società “Le Costruzioni s.r.l.”, dichiarato nel giugno 2016, della quale Muto era stato socio e amministratore unico, e ha visto impegnati i militari del Nucleo di Polizia Tributaria nell’esecuzione di approfonditi e capillari accertamenti che hanno permesso di ricostruire compiutamente le intricate vicende della società. L’esito degli accertamenti ha consentito in particolar modo di mettere in luce l’esistenza di una corposa operazione finanziaria: Muto ha sottratto alle casse delle Costruzioni, fallita, 3 milioni e 878mila 750 euro.Dalle indagini è emerso che il gruzzolo era stato versato in favore della società “Lagocastello Immobiliare srl”, l’altra società di cui Muto era socio e amministratore, per l’acquisto di alcune unità immobiliari ancora da costruire sullalottizzazione dell’area sulla sponda sinistra del Mincio davanti al Castello di San Giorgio. Per i soldi versati non esiste la stipula di alcun patto scritto e, soprattutto, l’operazione immobiliare, come noto, non è mai stata portata a termine, dopo che l’autorizzazione alla realizzazione delle opere di edificazione ed urbanizzazione era stata revocata dal Comune di Mantova già nel novembre 2005 e poi il Consiglio di Stato aveva sancito l’inedificabilità assoluta dell’intera area.

Muto aveva asservito totalmente le sorti della società “Le costruzioni s.r.l.” al soddisfacimento esclusivo degli interessi economici della Lagocastello che in questo modo, con  i soldi incassati, poteva rientrare dai debiti con le banche, evitando a Muto, socio unico, di scucirli di tasca propria.
Le indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Mantova hanno consentito anche di appurare come, nell’ambito della stessa società, il re del mattone avesse inoltre predisposto falsi bilanci societari occultando le rilevanti perdite in cui Le Costruzioni era incorsa nell’arco del tempo,peri mantenerla artificiosamente in vita. In particolare nei bilanci societari faceva figurare come voci attive crediti verso clienti ormai inesigibili da tempo, per l’ammontare complessivo di 821.222,19 euro. Tale condotta ha consentito in particolare all’imprenditore di impedire che emergessero subito le perdite registrate dalla società e di non rendere palese  la completa erosione del suo capitale sociale, eludendo così gli obblighi di ripianamento delle perdite e di ricostituzione del capitale sociale ed il conseguente dovere di scioglimento e messa in liquidazione della società. in questo modo ne ha aggravato il dissesto.

Gli accertamenti condotti dalle Fiamme Gialle hanno evidenziato come la società avesse conseguito imponenti perdite d’esercizio fin dall’anno 2012 (rispettivamente per € 236.526 nell’anno 2012, per € 51.443,00 nell’anno 2013, per € 3.522.643 nell’anno 2014 e per € 834.309 nell’anno 2015) ed avesse altresì accumulato una enorme esposizione debitoria oscillante tra € 19 milioni e € 21,5 milioni (principalmente nei confronti di banche, fornitori ed Erario) che avevano determinato un passivo di quasi € 22 milioni nel 2012, € 20 milioni nel 2013, € 17,5 milioni nel 2014 e nel 2015 ed € 13,7 milioni nel 2016.

A seguito delle capillari indagini delle Fiamme Gialle, la Procura della Repubblica ha richiesto ed ottenuto l’8 giugno scorso dal Tribunale di Mantova il fallimento di altra società immobiliare di cui Muto è socio ed amministratore unico – la “Immobiliare Edera srl.”. Per queste vicende il costruttore è stato accusato di averne aggravato il dissesto astenendosi dal richiederne il fallimento, nonostante anche tale società fosse stata costantemente in perdita fin dall’anno 2010, avendo conseguito imponenti perdite d’esercizio (rispettivamente per € 130.065 nell’anno 2010, per € 96.207 nell’anno 2011, per € 75.606 nell’anno 2012, per € 488.505 nell’anno 2013, per € 977.687 nell’anno 2014 e per € 684.983 nell’anno 2015), e che la medesima avesse accumulato una enorme esposizione debitoria, a cavallo tra il 2010 e il 2013, oscillante tra € 15,3 milioni e € 24,4 milioni (principalmente nei confronti di banche, fornitori ed erario)

Le banche “al nord” sempre così gentili con la ‘ndrangheta

mafia-tangenti-pizzo-corbis-672x351L’ho ripetuto spesso, soprattutto in questi ultimi anni, in ogni occasione pubblica in cui mi sia capitato di parlare e ascoltare di ‘ndrangheta al nord: un giorno, finite le banalizzazioni che vanno per la maggiore in questo periodo, credo che andremo a prendere a calci nel culo qualche direttore di filiale di banca che mentre chiede al normale cittadino diciotto firme per il rilascio di un bancomat con moltissima leggerezza presta soldi (senza o con pochissime garanzie) ad imprese più che sospette. Siamo zeppi di aziende edili che risultano senza mezzi, oppure cooperative che non risultano avere dipendenti e che ottengono comunque lauti fidi e mutui.

Intanto registriamo a Mantova l’ennesimo caso:

Un cantiere iniziato e sospeso con il 30% dei lavori realizzati. Una società, quella che ha iniziato i lavori, che è fallita, indebitata per oltre 30 milioni di euro, nonostante il tentativo di evitare il concordato fallimentare attraverso la ristrutturazione del debito. Una banca, Mps, che ha erogato più di 27 milioni a questa società che, a sua volta, ne ha spesi 13 e rotti. E altri 13 milioni e 750mila euro che non si sa dove siano finiti. Succede a Mantova. I protagonisti di questa intricata vicenda sono la società Edilizia Forum Mondadori (nulla a che fare con l’omonimo gruppo editoriale, ndr) e il costruttore Antonio Muto, liquidatore della società e già indagato nell’inchiesta “Pesci” della Procura Antimafia di Brescia per la lottizzazione Lagocastello – 200 villette e un albergo in riva al lago e di fronte al castello di San Giorgio, mai realizzate per il divieto di edificabilità imposto dal Consiglio di Stato -, inchiesta che vede coinvolto anche il sindaco di Mantova, Nicola Sodano, indagato per corruzione e peculato. E, coprotagonista della vicenda, anche una delle più grandi banche italiane, il Monte dei Paschi di Siena.

L’articolo è qui.

(PS Siamo in dirittura d’arrivo del nostro crowdfunding per il mio prossimo spettacolo e libro. Se volete darci una mano potete farlo qui. E passatene parola. Se potete e se volete. Grazie.)