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appello al voto

Un voto smoderato

VolantinoA5_GiulioAlla fine si vota. E lo abbiamo voluto, qui in Regione Lombardia, per provare a respirare con la testa fuori da questo formigonismo che ci si è attaccato addosso come un’aria che sembrava inevitabile. Oggi chiudiamo una campagna elettorale che abbiamo annusato sotto questa coda d’inverno tra un’indolenza alla politica come risultato degli ultimi anni.

Sarebbe da scrivere un appello, mi dicono. Sarebbe da chiudere la campagna con il messaggio di fine anno, qualcosa con il vestito presidenziale e l’ottimismo quanto serve per essere leggero, leggibile, spendibile.

E’ stata una campagna elettorale per riattivare il meglio di una Lombardia addormentata tra le braccia di un’economia che sembrava infallibile, sempre abbastanza pronta a superare anche le crisi più dure e disposta (per qualcuno) a rinunciare al dovere dell’etica in nome del dio profitto. Il profitto lombardo che è diventato il paravento dietro al quale i politici si sono evoluti in profittatori, i disagiati sono solo costi, le mafie ottimi soci in affari, i partiti sono le cameriere disinibite delle lobby e le persone sono diventate numeri: numeri a forma di persone da catalogare, da indirizzare, da pesare un tanto al chilo, cose come persone a forma di numeri.

C’è una Lombardia che mi sta nel cuore come le favole dei bambini: la Milano capitale morale che adagia la paglia per rendere più silenziosa e leggera la morte del suo Maestro Giuseppe Verdi, la Lombardia che coltiva le proprie terre e insieme alleva anche la propria storia, la Lombardia dell’impresa che aveva un senso comune dai consigli di amministrazione fino all’ultimo apprendista dove l’impresa era fare impresa per il lavoro, dove il lavoro era l’esercizio della dignità che sta nell’avere diritto e dovere del proprio futuro.

E’ stata una campagna elettorale dove i cittadini mi hanno stupito ancora come due anni fa con il senso della speranza per non accettare una Regione che sembra impaurita e stanca, con l’energia pulita (ed economica) che abbiamo incontrato tante volte nelle commissioni regionali mentre i comitati di cittadini attivi smutandavano il dirigente di turno che abbozzava un mezzo sorriso di dispiacere di fronte alle bugie che non avevano gambe. 

Mi dicevano di non farlo, due anni fa. Di non candidarmi perché non ce l’avrei fatta e perché alla fine mi sarei inquinato anch’io. Mi dicevano che non funzionava la politica. Me lo ripetevano mentre abbiamo messo le mani dentro gli appalti, mentre abbiamo rimosso dirigenti inaccettabili in questi anni, mentre abbiamo percorso chilometri dalle valli ai centri metropolitani a raccontare che la solidarietà lombarda formigoniana è pericolosa e falsa: una solidarietà solo fra sodali, come un clan. Adesso sono ancora qui, per chiedervi se sono stato all’altezza del compito che mi era stato assegnato, se davvero il mio programma si legge in quello che abbiamo già fatto e se abbiamo la fiducia per continuare ancora. Insieme. A cambiare la Lombardia, ostinatamente smoderati e fieri delle nostre differenze. Perché le cose cambiano se siamo disposti a cambiare. E l’aria inevitabile sta cambiando direzione e soffia quasi come un vento.

Se volete votarmi, sarà un voto smoderato. Ostinatamente smoderato. Davvero.

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Sonia Alfano per Giulio Cavalli in Regione Lombardia

Oggi desidero rivolgermi a tutti quei cittadini e quelle cittadine che tra pochissimi giorni andranno a votare per rinnovare il consiglio regionale della Lombardia: Giulio Cavalli ha portato le vostre istanze all’interno del consiglio regionale. Giulio ha continuato a denunciare il malaffare, la ‘ndrangheta. Io vi chiedo pensare a voi, al vostro futuro, al futuro dei vostri figli: soltanto votando per chi ha messo la propria vita a disposizione degli altri potremo pensare di rialzare la testa e rinnovare una classe dirigente che non sempre è stata all’altezza della situazione. Continuate a sostenere Giulio Cavalli, candidato con Sel. Giulio continuerà a portare in Regione quel fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale. (Sonia Alfano)

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Dr. Giuseppe Landonio: appello al voto per Giulio Cavalli

Ringrazio Pino per le belle parole e per la stima.

Schermata 2013-02-19 alle 16.47.54Appello per il voto del dr. Giuseppe Landonio a Giulio Cavalli

La sanità lombarda, alla luce degli scandali che l’hanno attraversata negli ultimi tempi, e che rappresentano solo la punta dell’iceberg di un malessere più profondo, necessità oggi di una chiara discontinuità.

Il sistema formigoniano ha prodotto ormai troppi guasti: ha penalizzato le professionalità premiando solo l’appartenenza; ha avvantaggiato il privato a scapito della sanità pubblica; ha privilegiato le attività di ricovero rispetto ai servizi territoriali di prevenzione, cura e riabilitazione; non ha tenuto in nessun conto le persone con fragilita e non autosufficienza, separando la gestione sociale da quella sanitaria.

La discontinuità, l’unica oggi possibile, si chiama Ambrosoli: che nel suo programma per la sanità ha messo, tra l’altro, l’attenzione alla legalità, alla trasparenza e al senso del servizio pubblico, il passaggio dalle appartenenze al merito, l’innovazione dei servizi, il decentramento e la responsabilizzazione delle gestioni, la riunificazione tra sanità e sociale.

Sono punti assolutamente preliminari e condivisibili, che dovranno essere sostenuti con forza da rappresentanti in consiglio regionale coerenti e determinati. Da questo punto di vista, ritengo che Giulio Cavalli, consigliere regionale uscente di Sel e candidato al prossimo consiglio regionale, rappresenti un punto di riferimento e di forza: innanzitutto per il suo impegno sulla legalità e sulla trasparenza; poi per la sua esperienza dei lavori della terza commissione (sanità e assistenza); infine per essersi impegnato in prima persona su temi come la non autosufficienza, i servizi territoriali, le tutele dei giovani e dei minori, la difesa della 194 e dei diritti delle donne..

Votando Giulio Cavalli, non solo si dà un contributo alla vittoria di Ambrosoli, ma si può con più forza sostenere, anche in sanità, le ragioni di un radicale rinnovamento.

Pino LANDONIO