Come dovrebbe essere
“Balaknama” o ‘“La Voce dei Bambini” è il trimestrale completamente scritto e gestito dai piccoli degli slum di New Delhi e letto da migliaia di persone. E’ scritto in hindi e si occupa delle storie dei minori che vivono e lavorano in strada, racconta della brutalità della polizia, dello sfruttamento e dei matrimoni forzati. Il sedicenne Chandni fa i reportage e sceglie gli articoli da pubblicare insieme agli altri nelle riunioni.
Il quattordicenne Jyothi, che raccoglieva spazzatura, è un nuovo collaboratore, insieme a Shambhu, che di giorno lava le macchine e la notte lavora in un albergo. Shambhu dice che scrivere per il giornale è un sogno. Vuole pubblicare i nomi di tutti i bambini nella sua stessa situazione e spera che, come è capitato a lui, riescano a uscire dalla tossicodipendenza.
Shanno, la direttrice, ha 19 anni. Ha imparato a leggere grazie ad un’associazione benefica. Scrive lei le storie al posto di chi non è in grado di farlo ma vuole comunque farsi sentire.
In India vivono nelle baraccopoli ben 11 milioni di bambini. In 500.000, a New Delhi, vivono in terribili condizioni, senza accesso al cibo, alla sanità, all’educazione. Spesso non sono nemmeno censiti e non hanno documenti. Sulla carta, semplicemente non esistono. Le loro voci vengono raccolte da “Balaknama”. I giovani reporter non ricevono un vero e proprio stipendio ma una paghetta per coprire le spese. Dei costi di stampa se ne occupa la ONG “Chetna”, che vende le copie a una rupia l’una. I ricavi sono reinvestiti per migliorare le condizioni dei bambini di strada.
(fonte)