Sono 15.117 i minori di cui si sono perse le tracce in Italia dal 1974 al 2014. Scomparsi, spariti nel nulla, un piccolo esercito di bambini che in quarant’anni è scivolato via dagli adulti che dovevano vigilare su di loro e sono sprofondati in un cono d’ombra. Le cifre arrivano dal Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse del Ministero dell’Interno, Vittorio Piscitelli, in occasione della Giornata Internazionale dei bambini scomparsi, che ricorre nell’anniversario della scomparsa del piccolo Etan Patz, rapito a New York il 25 maggio 1979.
Il 51,7 per cento delle persone di cui è stata registrata la sparizione ha meno di 18 anni. Di questi, ben 13.489 sono bambini stranieri. “I minori stranieri non accompagnati sono il problema dei problemi. Si tende a non considerarli come persone scomparse, perché una volta giunti nel nostro Paese non vogliono farsi identificare per non rischiare di dover rimanere in Italia. Ma i loro diritti vanno tutelati e non ci si può lavare le mani”, dice Piscitelli. Povertà e guerra le cause più frequenti. Ricorda il commissario che il “64-65% dei casi il ritrovamento avviene nelle prime ore dopo la scomparsa, soprattutto nel caso dei minori, i quali non hanno risorse e che quindi sono spinti a chiedere aiuto”. Piscitelli annuncia anche l’intenzione di proporre al Governo di sfruttare le potenzialità di Facebook per dare notizia di minori scomparsi e facilitare le ricerche. Per arginare il fenomeno, servono ricerche più tempestive. “Una ricerca fatta nell’immediato ha una percentuale di successo di almeno l’85%, una ricerca ritardata di qualche ora potrebbe non avere mai percentuale di successo”, dice Mariacarla Bocchino, dirigente del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato. Anche la Caritas fa il suo: nell’ultimo anno sono stati accolti oltre 400 minori non accompagnati. “Dal 2011 sono aumentati in maniera esponenziale il numero dei minori non accompagnati accolti – spiega a margine Maria Francesca Posa, responsabile dell’area minori della Caritas di Roma – Nell’ultimo anno abbiamo accolto oltre 400 ragazzi, sfuggiti dai paesi devastati dalla guerre o dalla crisi economica. Arrivano qui in Italia con una speranza di futuro: si tratta maggiormente di ragazzi maschi con un età media di 16 anni e con un livello di scolarità di 9”.
Intanto però, il numero telefonico europeo per i bambini scomparsi (116.000) rischia di chiudere a causa dei tagli della Commissione Europea, mentre in Europa sono 270mila i bambini scomparsi ogni anno, uno ogni due minuti (8 milioni nel resto del mondo). In Italia dal maggio 2009 ad aprile 2015 il numero 116.000 ha gestito 610 casi di bambini spariti. Nel 38% dei casi si trattava di fughe da casa, nel 31% di fughe da istituti, nel 10% di sottrazioni internazionali, nel 6% di minori stranieri non accompagnati, come ricordato dal presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo. L’associazione italiana, in collaborazione con la federazione Missing Children Europe, ha lanciato la campagna “#Salvail116.000, salva un bambino”.
Il Cancelliere delle Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze sociali, monsignor Marcelo Sanchez Sorondo ha denunciato i molti modi attraverso i quali “con la globalizzazione dell’indifferenza, mossa dal solo profitto” i bambini vengono “vittimizzati”: “vendita di organi, avviamento alla prostituzione e alla pornografia, narcotraffico, elemosina forzata, adozioni transfrontaliere irregolari, matrimoni forzati, reclutamento di bambini soldato, schiavitù da parte di gruppi terroristici e lavoro forzato”. Per far fronte a questo dramma, ha detto, serve “una buona politica economica e ambientale e un’istruzione di qualità e universale”