Un “sistema corruttivo” attuato con “metodo mafioso” finalizzato a pilotare la gestione dei pubblici appalti e la concessione di alcuni stabilimenti balneari di Ostia. A gestirlo esponenti di spicco del Clan Spada e l’ex direttore dell’Ufficio Tecnico dell’allora Municipio XIII (ora X) lidense l’ingegnere Aldo Papalini, con la connivenza di imprenditori del territorio. Questa la strategia criminale smascherata al termine di una complessa operazione cominciata dall’affidamento della gestione dello stabilimento ‘Orsa Maggiore’ che nell’estate del 2012 venne revocata al Cral dell’Ente Poste che lo gestiva, con l’asssegnazione alla società ‘Bluedream srl’ costituita ad hoc tre giorni prima della revoca della concessione.
BLITZ ALL’ALBA – Nei confronti dei promotori di questo ‘sistema’ è scattato alle prime ore di stamattina una operazione condotta in sinergia dalla Polizia di Stato, dall’Arma dei Carabinieri e dalla Guardia Costiera, coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, nel corso della quale sono stati eseguiti nove provvedimenti restrittivi a carico di altrettanti indagati, tra esponenti della criminalità lidense, imprenditori e pubblici ufficiali che avevano messo in atto un ben oliato impianto corruttivo.
I REATI CONTESTATI – Le nove persone indagate sono ritenute a vario titolo resposanbili dei reati di “abuso di ufficio”, “turbata libertà degli incanti”, “falsità ideologica”, “concussione”, “corruzione” e “reati finanziari” con l’aggravante del “metodo mafioso” in quanto finalizzati ad agevolare il Clan Spada, federato ai Fasciani, ed egemone nel territorio di Ostia.
GLI INDAGATI – Nove gli indagati, tre destinatari della misura della custodia cautelare in carcere (Aldo Papalini, Armando Spada e Cosimo Appeso) e sei alla misura degli arresti domiciliari (Giovanni Recchia, Antonio Amore, Damiano Falcioni, Ferdinando Colloca, Matilde Magni e Angelo Salzano). In particolare le investigazioni della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Roma hanno avuto origine a partire dal 2012 e si sono focalizzate sulla figura dell’ingegner Aldo Papalini, all’epoca direttore dell’Ufficio Tecnico del Municipio Mare, intorno alla quale hanno ruotato tutte le ipotesi delittuose oggetto dell’indagine portata a conclusione quest’oggi.
PROVVEDIMENTI EMESSI – Oltre alle nove ordinanze di custodia cautelare sono state effettuate 26 perquisizioni ad Ostia, Fiumicino, Civitavecchia e Gaeta. I provvedimenti sono stati attuati su richiesta della DDA ed emessi dal Gip di Roma Alessandra Boffi. Come ha spiegato il procuratore aggiunto Michele Prestipino nel corso di una conferenza stampa di presentazione dei risultati delle investigazioni: “Al centro dell’inchiesta c’è l’illecito affidamento, proprio con metodi mafiosi, dello stabilimento balneare ‘Orsa Maggiore’, già in carico al Cral dell’Ente Poste, a una società denominata ‘Bludream Srl’ finita sotto il controllo”, secondo gli investigatori “di esponenti della famiglia Spada”.
STABILIMENTO ORSA MAGGIORE – Nello specifico, è stato monitorato dagli organi investigativi l’affidamento della gestione del Lido Orsa Maggiore, storico stabilimento balneare di Ostia, assegnato alla società “Bluedream srl” con “l’interessamento diretto del Clan Spada.
FALSE FATTURAZIONI – Secondo quanto constatato dalla Procura di Roma il metodo utilizzato da alcuni degli indagati raggiunti questa mattina da un ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Roma, per comprare i favori dell’ex dirigente dell’Ufficio Tecnico di Ostia, Aldo Papalini, avveniva mediante “un sistema di false fatturazioni verso una società con sede a Latina“. “Le mazzette”, con importi variabili dai 40mila ai 60mila euro, finivano sul conto corrente della società legata a Papalini e poi “ritirate” personalmente da un uomo di fiducia dello stesso dirigente, che non risulta indagato nell’inchiesta.
REVOCA DELL’APPALTO – In sintesi, violando le più elementari norme che conformano il procedimento amministrativo, in assenza di alcuna effettiva istruttoria e contradditorio, Aldo Papalini “aveva dapprima disposto la revoca e la decadenza delal concessione al Cral, per poi riaffidarla immediatamente ad un altro operatore attraverso una procedura ad asserita evidenza pubblica (consumatasi in un arco temporale di soli 5 giorni) alla società “Bluedream”, come detto, costituta ad hoc pochi giorni prima.
ASSEGNAZIONE A BLUEDREAM – Sempre secondo quanto appurato dalle indagini “tale assegnazione è stata condotta da Aldo Papalini in concorso con Damiano Facioni, Ferdinando Colloca (fratello dell’allora consigliere Salvatore Colloca) e Matilde Magni, questi ultimi nelle qualità di soci formali, nonché da Cosimo Appeso, Luogotenente della Marina Militare e Armando Spada, “soci di fatto” della “Bluedream” costituita appositamente per lo scopo”.
CONTESTO CRIMINALE – Una vicenda emblematica, poiché si inserisce in un più ampio contesto che vede il territorio lidense oggetto di appettiti criminali da parte delle “locali consorterie mafiose dedite specialmente all’accaparramento di aree demaniali e stabilimenti balneari ivi esistenti, con contestuale corruzione di pubblici ufficiali a favore di alcuni imprenditori che potevano giovarsi del nome degli Spada”.
OPERAZIONE NUOVA ALBA – Il clan Spada erà già finito sulle cronache locali nel maggio dello scorso anno quando Carmine Spada ed Emiliano Belletti furono arrestati in seguito ad un tentativo di estorsione di denaro nei confronti di un commerciante ripreso in un video che inchiodò i due esponenti del Clan lidense. “Il Clan Spada il cui prestigio criminale ha segnato una progressiva crescita proprio in forza dell’alleanza con il Clan Fasciani, capeggiato dal capostipite Carmine, tratto in arresto nel luglio del 2013 durante l’Operazione Nuova Alba“.
RISULTANZE INVESTIGATIVE – Le risultanza investigative della operaizone dell’estate del 2013 sono poi state recepite dal Gup che ha riconosciuto, con sentenza del 13 giugno 2014, “l’associazione a delinquere di stampo mafioso a carico dell’affiliato, che aveva optato per il rito abbreviato, mentre il procedimento principale col rito ordinario è in via di conclusione avendo l’Ufficio di Procura già rassegnato ler proprie conclusioni con la requisitoria finale”.
RIMOZIONE INCARICO PAPALINI – Proprio l‘esecuzione delle 51 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di capi ed affiliati ai “sodalizi mafiosi Fasciani e Triassi, tra loro contrapposti, ed il conseguente clamore mediatico, hanno determinato l’Ente Roma Capitale all’adozione di una misura di autotutela amministrativa di rimozione dell’incarico ad Aldo Papalini, del quale emergevano gli stretti legami con gli Spada”.
AIUTO E CONTRIBUTO – Sempre secondo quanto appurato nel corso della complessa indagine “Prima di allora l’interessato “aiuto e contributo” del Papalini ha permesso ad alcuni imprenditori, tra gli altri Recchia, Amore e Salzano, di gestire i più lucrosi appalti pubblici sul territorio del litorale, per lavori di ogni tipo, grazie al ricorso di procedure negoziate ristrette senza pubblicazione del bando di gara in palese violazione della normativa ed in assenza di presupposti di legge”.
ORSA MAGGIORE ACQUISITA CON L’INTIMIDAZIONE – Un ‘sistema’ messo in atto anche nel caso dello stabilimento Orsa Maggiore, con l’acquisizione dello stesso attuata a “mezzo intimidazione e con la compiacenza di pubblici funzionari infedeli”, che trova “valenza paradigmatica dell’attività criminosa degli Spada, coerente con l’attività parallela dei Fasciani”.