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Quante sviste nel concorso per notai

(ne scrive Francesca Sironi per l’Espresso)

È lo sbarramento all’ingresso dell’ultima ambizione di casta. Il passaggio obbligato per l’accesso a una categoria che – seppur lamenti crisi – rimane in testa alle classifiche di reddito, con 200 mila euro all’anno dichiarati in media dai suoi professionisti. È il traguardo di lunghi studi e dura gavetta, ma soprattutto la prova che tributa il ruolo di pubblico ufficiale a chi firmerà atti, registri e documenti sancendone l’autenticità con il sigillo della Repubblica. Sul concorso notarile si addensano quindi molte speranze. Ma ora anche nuove domande. Almeno a leggere quanto rileva una denuncia che ipotizza reati sul bando per 300 nuovi notai indetto nel settembre del 2014 – di cui gli esami scritti si sono svolti l’anno scorso, e gli orali sono andati avanti fino allo scorso 6 dicembre.

Dopo aver chiesto l’accesso alle correzioni d’esame, a cui aveva partecipato lei stessa, l’autrice dell’esposto si è trovata tra le mani decine di compiti in parte irregolari, testi redatti con imprecisioni tali, segnala nell’esposto, da renderli nulli secondo la legge in almeno dieci casi, ma a cui sono stati assegnati ugualmente voti sufficienti a traghettare i candidati verso il traguardo della nomina a notai, ormai prossima. Nell’elenco ci sono inciampi evidenti anche per chi non ha dimestichezza con gli strumenti del mestiere – come un atto in cui un sordomuto, «legge ad alta voce» le proprie disposizioni per l’eredità – e altri più tecnici, ma significativi per chi proprio in quella tecnica fa risiedere parte della specificità di un ruolo ancora saldamente nelle mani di meno di cinquemila persone nell’intero paese. Fra gli altri, un candidato sarebbe stato ammesso all’orale pur avendo all’interno del proprio elaborato una pagina scritta a mano con una calligrafia diversa da tutto il resto del suo testo.

Stesso compito, due grafie...
(Stesso compito, due grafie completamente diverse)

L’indagine giudiziaria avviata in seguito alla denuncia è stata chiusa nell’arco di pochi mesi, e i pm della procura di Perugia titolari dell’inchiesta e competenti perché coinvolti otto magistrati romani che fanno parte della commissione, hanno chiesto al gip l’archiviazione. Decisione alla quale si è opposta la denunciante che ha segnalato al giudice, che ancora deve decidere, altri errori presenti negli elaborati. E pure nuovi quesiti sulla validità di giudizi formulati dalla commissione del concorso.

(continua qui)

Formigoni e i 31 dirigenti assunti in “gran segreto”

Schermata 2012-12-15 alle 14.46.55Per il Tar e il Consiglio di Stato è tutto illegittimo: il bando di concorso, mai apparso in «Gazzetta Ufficiale», e il provvedimento con cui la giunta ha cercato di rappezzare la situazione. Ciò che stiamo per raccontarvi accade nella più popolosa e ricca Regione d’Italia, che contribuisce per un quarto alla formazione del PiI, ha il primato dei migliori ospedali ed è considerata un modello d’efficienza: la Lombardia. 

La giustizia amministrativa invalida l’atto, ma la Regione «sana» con legge retroattiva Risultato: Giunta condannata al risarcimento dal Tar.

Una delle solite storie di Regione Lombardia marchiata dal formigonismo più becero. Forse quando parliamo tutti del libro della Minetti rischiamo di perdere il nodo politico che più di tutti sarà difficile da estirpare in caso di vittoria: una macchina amministrativa e dirigenziale completamente in mano agli amici degli amici che sarà sicuramente lo scoglio più difficile di qualsiasi inizio di legislatura. Per questo le soluzioni che si propongono per “deforestare” il sistema ciellino dovrebbero essere articolate e raccontate con calma e dovizia di particolari agli elettori. Passare dallo slogan al progetto legislativo e amministrativo è la maturità che gli elettori ci chiedono per risultare credibili nella guida della Regione.

La terrificante storia dei dirigenti lombardi è su Il Sole 24 Ore e la potete leggere qui.