Filare per le tessere
Non è vero che le questioni dei tesseramenti nel PD non sono una priorità per la politica del Paese. Non sono d’accordo. Se il più importante partito del centrosinistra in Italia (di cui ognuno può pensare ciò che vuole, per carità) non riesce a governare il momento più “democratico” del proprio percorso di scelta della classe dirigente diventa difficile pensare al governo dell’Italia. E non c’è niente di cui rallegrarsi: il mors tua vita mea in politica porta inevitabilmente allo scollamento e la sfiducia; ne perde la democrazia.
Come dice Civati:
Se ci si candida alla segreteria del Pd, ci si deve occupare anche di questo. Si deve lavorare per un rispetto religioso delle regole e per la tutela del voto democratico, all’insegna di una credibilità che non possiamo certo ritrovare facendo cose incredibili.
A me dispiace che la cosa colpisca solo me. E che sia il solo a pensare che per occuparci bene di disoccupati e di altre questioni più importanti, si debba avere un partito rigoroso e libero, che raccolga un mucchio (sì, un mucchio) di persone perbene e non masnade di cialtroni: che sia, in una parola, democratico.
Non posso che esserne d’accordo.