Vai al contenuto

coniglio

Vuole il processo e poi frigna

La tattica di capitan Coniglio è sempre la stessa: provare a scappare dal processo e poi frignare per il processo e provare a utilizzarlo a proprio favore. Ieri ci ha detto che dovrà spiegare a suo figlio di non essere un delinquente e in questa frase c’è tutta la sua retorica: usare i figli per muovere la compassione è una mossa da spot di merendine, qualcosa di talmente basso che si prova orrore solo a scriverlo e se non è riuscito in tutti questi anni a capire che a processo non ci vanno i delinquenti ma ci si va perché si è accusati di qualcosa e si ha l’occasione di dimostrare la propria innocenza allora non c’è più speranza.

Eppure se Salvini fosse furbo potrebbe usare questo processo a suo favore non tanto frignando quanto piuttosto raccontandoci bene come siano andati i fatti, quali siano stati i suoi intendimenti e quali siano stati i suoi risultati. Tutto questo brutto balletto ci sarebbe risparmiato e si potrebbe parlare di politica.

A proposito di politica: ma siamo sicuri che Salvini fosse solo nel prendere quelle decisioni? Dico, al di là della questione meramente burocratica, ve lo ricordate con chi andava a braccetto mentre chiudeva i porti? Vi ricordate chi esultava con lui? Vi ricordate chi si faceva fotografare sorridente dopo l’approvazione dei decreti sicurezza? E, soprattutto, lo sapete che il secondo decreto sicurezza è stato ulteriormente peggiorato dai molti emendamenti del Movimento 5 Stelle?

E vi ricordate l’abrogazione della Bossi-Fini che non è mai arrivata? l’abrogazione dei decreti sicurezza? L’avete letto del rifinanziamento dei torturatori libici da parte del governo italiano?

Così, tanto per non perdersi troppo sul processo di Salvini.

Buon venerdì.

Commenti

commenti

Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.

Come un coniglio che abbaia

Siamo alle battute conclusive, Salvini andrà a processo per avere lasciato alla deriva una nave militare italiana (la Gregoretti) con l’intento di lanciare un segnale all’Europa e per potere fingere di avere chiuso i porti anche se mai i porti siano stati chiusi. Oggi è il giorno tanto atteso e si voterà per l’autorizzazione a procedere. Si alzerà molto fumo, ci saranno molte parole e regnerà il chiasso. Il chiasso fa comodo a tutti, sia a quelli che possono fingere di avere vinto (chissà che cosa, poi, mandando qualcuno a processo) e ci saranno quelli che potranno insistere nel fare le vittime.

Salvini è riuscito a fare il solito Salvini, del resto è schiavo di se stesso, e dopo avere citofonato in giro un po’ a tutti con il piattino in mano ora si è inventato che si farà processare perché l’ha deciso lui. Sono come i fidanzati che vengono lasciati ma alzano il divino per dire «però volevo lasciarti prima io». Una cosa così. E come accade spesso per quelli che sanno di avere torto ora il trucco sarà quello di rivendere il fatto di essere processato come un tentativo di condanna. Forti questi garantisti, solo quando riguarda gli altri.

Poi c’è il solito refrain de “il popolo è con me”, ora rilanciato con un “è un processo al popolo”. Come se davvero Salvini fosse convinto di essere proprietario del sentire comune e come se non si rendesse conto che nessuna giudica le sue convinzioni politiche ma lo Stato ha il dovere di giudicare i suoi comportamenti. Di tutti. Di lui e del suo popolo che troppo spesso negli ultimi mesi è stato protagonista del’Italia peggiore.

Però in tutto questo c’è un punto sostanziale: Salvini era scappato da un processo per lo stesso motivo frignando dagli ex alleati del Movimento 5 Stelle, ha cercato in tutti i modi di salvarsi anche questa volta (nonostante come sempre dica che è una medaglia sul petto) e ora dice di volersi fare processare. Vi sembra credibile? Come un coniglio che abbaia.

Buon lunedì.

Commenti

commenti

Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.

Buongiorno, coniglio fascista

Ieri ho aperto la posta e ho trovato una mail. Ve la incollo così com’è:

«caro giulio cavalli che scrivi su left  ,unico giornale di
sinistra…e meno male aggiungo io..ahahahahah..insieme a quel
coglione di vauro..ti spiego cosa pensa la stragrande
maggioranza degli italiani
i migranti vanno gasati,le navi vanno affondate,i rom fucilati,
e va e reintrodotta la pena di morte
purtroppo dobbiamo gasare anche i compagni come te, vauro,gad,
Roberto, michele ..insomma tutti i patetici si sinistra
…sarà dura ma ce ne faremo un ragione
e in quanto alla capitana di sto cazzo, direi che prima dobbiamo
ingropparcela e con lei tutte le troie come lei..e poi rispedirla
in africa a prendere altri cazzi di colore
hai capito coglione?»

A parte il solito gusto della scrittura e delle regole grammaticali (deve esserci una scuola particolare per i fascisti, per disimparare l’italiano) il messaggio è perfetto per fotografare alcuni punti di questo momento storico.

La vigliaccheria, innanzitutto. Il furbone non si firma e usa un servizio di mail anonime. Peccato che quello stesso servizio tenga registrati gli indirizzi ip (codici univoci che identificano gli utenti online, ndr) e sia molto disponibile con le forze dell’ordine. Quindi il piccolo pavido avrà presto un nome e un cognome, oltre alla denuncia che si ritrova sulle spalle. E poi ci dirà che aveva bevuto, che non voleva e frignerà come un pulcino bagnato. Fanno sempre così.

Poi c’è la stragrande maggioranza degli italiani che nella testa del nostro vile anonimo condivide le idee di Salvini, ovviamente. Perché in fondo è lui ad avere sdoganato questi. E chissà che ne dicono i suoi alleati di governo.

E infine c’è il solito complesso sessuale per cui gli uomini vanno gasati e invece la capitana stuprata. Perché non riescono a liberarsi dal complesso del loro pene, ovviamente.

Che pena.

Buon mercoledì.

L’articolo Buongiorno, coniglio fascista proviene da Left.

Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui https://left.it/2019/07/03/buongiorno-coniglio-fascista/ – e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.