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cosa seria

#cosaseria eppur si muove /2

«Provate a chiedermi chi sceglierei tra Vendola e Casini. Mi tengo Vendola» spiega Bersani, arrivando alla Festa democratica di Reggio Emilia.

Farlo scegliere, intanto. Per cominciare.

#cosaseria e un paio di domande

Un pezzo di Alessandro Gilioli e le domande che sono anche le nostre:

Restano spezzoni di rappresentanza sparsi e scoordinati: pezzi di SeL, qualche bravo ma un po’ pauroso ragazzo del Pd, i più svegli della Fiom, un paio di giornali, più un po’ di associazioni che in questi anni hanno fatto sentire la loro bella voce ma che adesso sembrano disorientate e incerte.

Mi chiedo – vi chiedo – se questa scarsa e scoordinata rappresentanza politica attuale rifletta davvero quel che c’è nel Paese.

Mi chiedo – vi chiedo – se davvero a tutti gli elettori del Pd e di Sel va bene annegarsi nel minestrone tecnocentrista con Passera e Casini.

Ma mi chiedo anche – vi chiedo anche – se davvero a tutti gli attivisti e i simpatizzanti del M5S va bene far prevalere la propria presunta purezza etnica sulla possibilità del dialogo e della costruzione comune.

Mi chiedo infine – vi chiedo infine – se «è mai possibile che, dopo ventanni di berlusconismo, la sinistra non abbia ancora riacquistato la voglia e l’orgoglio di fare una proposta chiara, di lanciare la sfida e di vincere», per citare il mio amico Ernesto Ruffini.

No, davvero, lo chiedo senza infingimenti, pubblicamente: se posso rubare una bella immagine a Zagrebelsky, lo chiedo a tutti con «intransigente ingenuità».

Lo chiedo a quelli che stanno nel Pd e in Sel, prima di tutto, o che agli ultimi giri hanno votato questi due partiti, come ho fatto anch’io; lo chiedo a Beppe Grillo e ai suoi simpatizzanti e attivisti, ai suoi bravi consiglieri comunali e regionali; lo chiedo a Di Pietro e ai suoi, agli ottimi ragazzi dell’Idv che ho conosciuto quest’estate a Bruxelles; lo chiedo a chi poco più di un anno fa ha scardinato il presente eleggendo sindaci come Pisapia, De Magistris, Zedda: e rovesciando quattro vincenti referendum sul tavolo arido della politica; lo chiedo a chi sta cedendo alla rassegnazione e ormai ipotizza di astenersi, perché «questa sinistra fa schifo», e chi può dargli torto.

Lo chiedo insomma a chi vorrebbe fare di qui alle elezioni (ma soprattutto dopo) una politica basata su cose serie, anziché sul battibecco sterile da palchi fisici o digitali.

Fatemi sapere, se volete.

Fate sapere anche a me, se volete. Così torniamo a parlare di politica, magari.

#cosaseria eppur si muove

“Si alla sinistra nemica di populisti, ma l’Udc non fa parte del nostro campo. Noi gli siamo alternativi. Alleanze? Dico a Bersani: apriamo ai movimenti, ai sindaci, e credo si debba aprire un dialogo costruttivo con tutte le forze di sinistra. Mi candido alle primarie”. Lo dice Vendola nella sua intervista di oggi.

Si chiama “dibattito”, è il cuore della politica. E adesso è aperto.

 

 

 

Rita sta con Claudio e la cosa si fa seria, una #cosaseria in Sicilia

Dal sito di SEL: Rita Borsellino torna in campo. Dopo settimane di silenzio per smaltire la delusione delle primarie vissuta come un tradimento nei suoi confronti da parte di chi le aveva assicurato sostegno per poi seguire altre strade, l’eurodeputato vuole impegnarsi adesso per le regionali e si trova in piena sintonia sul percorso intrapreso da Claudio Fava per trovare l’unità a sinistra.

I due in questi giorni si sono sentiti più volte e contano, insieme, di poter lavorare ad un’alleanza oltre il Pd che possa fare da polo di attrazione anche per molti esponenti democratici delusi dall’accordo con gli ex democristiani. Sulla candidatura del dirigente di Sel, l’unica al momento in campo su questo fronte, la Borsellino cercherà quindi di costruire una coalizione che metta insieme Idv, il partito di Vendola, Verdi, Federazione della sinistra e movimenti civici. Un lavoro difficile, con una presenza ingombrante come quella di Leoluca Orlando ancora una volta a far da muro su accordi facili. Al momento Idv non ha un candidato, ma con l’asse Pd-Udc saldo e un Fava già in campo con sondaggi che lo danno anche in vantaggio su molti concorrenti, l’accordo non è escluso.

Seguiamo con attenzione la Sicilia. Sosteniamola. Stringiamoci a coorte, direbbe qualcuno, belligeranti senza essere bellici. Perché la coalizione che sta sbocciando e i temi assomigliano tanto a qualcosa che stiamo ripetendo in questi giorni. O no?

La #cosaseria ha bisogno di chiarezza, seria

Funziona sempre così: la notizia da lanciare è l’eventuale dissidenza. Se qualcuno esprime un’opinione (il nostro appello è un’opinione che pretende di essere ovviamente una posizione) diventa un boccone prelibato per passare per dissidente, contestatore o peggio un fomentatore. Ho imparato la calma perseverante da tempo grazie alla paura cronica e all’esame continuo: non mi interessa smentire, costruire, perfezionare o aggiustare. Il nostro appello è la rivendicazione del ruolo politico che SEL ha nello scacchiere del centrosinistra ed è chiaro e leggibile. Ma per evitare tortuose insinuazioni chiariamo volentieri:

  • crediamo che sia SEL a dovere mettere i paletti sull’eventuale alleanza (o tentativo di alleanza) con l’UDC non per veti pregiudiziali ma semplicemente perché i punti di programma non sono compatibili.
  • crediamo comunque che il PD possa essere la forza motrice di una coalizione di governo. Abbiamo scritto “una parte del PD” perché ogni volta che ascoltiamo Letta, D’Alema, Foroni e altri capiamo di essere diversi. Non migliori o peggiori: diversi. Diversi perché incompatibili. E allo stesso modo lavoriamo da tempo con una parte del PD che lavora con lo stesso comune sentire.
  • non accettiamo che ci venga detto “SEL ha aperto all’UDC”. Ho seguito in diretta delle cose in quei giorni e so bene come la comunicazione abbia preso una piega incoerente con le posizioni reali (come ha spiegato Nichi a chiare lettere). Però all’esterno la questione è rimasta irrisolta, per mancata comprensione o per fallace comunicazione. Bene: la Cosa Seria vuole prendere seriamente posizione. Appunto.
  • crediamo che le forze politiche (e sociali, quelle senza sigla) a sinistra e comunque alternative al Montismo siano una risorsa. Ma non accettiamo che il nostro appello sia strumentale ad un’ennesima parcellizzazione. Inclusivi senza essere strumentali, per favore.
  • basta con questa abitudine a bollare come dissidenza qualsiasi presa di posizione. Succede dappertutto. Ogni volta che si chiede forza nell’esprimere una volontà politica si passa per essere demolitori del presente: una banalizzazione, questa sì, populista, banale e abusata. Dentro quell’appello c’è un’idea di programma che è già stato scritto (e pubblicato qui). Stiamo chiedendo una diversa convinzione. La demolizione la lasciamo a formattatori o rottamatori. Ci dedichiamo alla pars construens.
Tra l’altro tutte questo è congelato da una legge elettorale che potrebbe arrivare e che si annuncia come scempio della rappresentatività.

E poi chiariamo l’ultimo punto ma chiariamolo davvero: vogliamo che le diversità di forze politiche non potabili rispetto al nostro sentire vengano valutate, considerate e messe per iscritto. Senza preoccuparci di esserne padri o padrini. Vorremmo lavorare perché il nostro pensiero sia condiviso e, se maggioranza, diventi un impegno. Chi scrive che alla prossima assemblea di SEL del 31 agosto ci sarà una “battaglia” sbaglia in modo sensazionale. Io (qui uso il singolare perché me ne prendo la responsabilità) credo che sarà così. Sarà chiarito. E sarà scritto e comunicato questa volta con fermezza.

Rivendichiamo una linea politica che forse già c’è e ha bisogno di emergere al meglio. E noi ne vigiliamo la fioritura. Facciamo politica per questo, no?

 

#cosaseria Sì, tutto bello, e poi?

Beh abbiamo lanciato l’appello e si è aperto un dibattito. In rete ognuno aggiunge, toglie, modifica e critica i punti della Cosa Seria che secondo noi dovremmo prenderci la briga di fare. E ora cercheremo di ragionare su tutto quello che ci è stato detto, proposto e stroncato. Ma la frase sfiduciata che mi colpisce di più è quel “e poi?” che in molti mi hanno scritto: innanzitutto perché dà il senso della disperazione nell’effetiva possibilità di cambiamento e in più perché disegna un’abitudine a credere che il distacco con i dirigenti non sia sanabile.

E allora provo a rispondere a quel e poi? con qualche osservazione. Sappiamo bene che i punti proposti sono da approfondire e molto perfettibili ma almeno vogliamo esercitare il diritto di fissare dei punti sulle mediazioni potabili e su ciò che rischi di essere un compromesso. Nell’articolo per L’Espresso di Silvia Cerami le strade cominciano a prendere forma e così succede che Claudio Fava (toh, un dirigente, appunto) dica riferendosi alla propria candidatura in Sicilia «Sono candidato con una coalizione che esclude qualsiasi possibilità di accordo con l’Udc e non soltanto perché è stato il partito di Cuffaro, ma anche per il partito che è oggi, che muove in una direzione di sostanziale continuità con il passato non onorevole ed encomiabile della politica dei governi siciliani. Un partito che ha ricercato il consenso come unica fonte di legittimazione della funzione politica, un partito che ha una responsabilità grave per le condizioni di devastazione economica e sociale in cui si trova la Sicilia. Se si vuole un’alternativa di senso e di merito non ci si può alleare». Vuoi vedere che la Sicilia potrebbe essere un primo laboratorio politico per provare a costruire una Cosa Seria?

Qualcuno mi fa notare giustamente che questi punti devono arrivare all’interno delle segreterie dei partiti: ottimo, io per la mia parte e per quel che posso credo che questo sia un buon documento per l’assemblea nazionale di SEL che ci sarà nei prossimi giorni. Alcuni democratici hanno intenzione di discuterne nei propri direttivi. Non basterà direte voi (so già), può essere. Avremmo fatto tutto quello che serviva per tenere la barra dritta. Avremo dichiarato la nostra posizione: cosa è accettabile e cosa no. E prendere posizione (e chiederne il rispetto e lavorare perché possa essere un sentire comune rappresentato) è politica. O no?

Non finisce qui. Inizia adesso.