Il medico servo delle cosche
Da amico dei Lampada e dei Valle a relatore antimafia in un convegno organizzato dal “Museo della ‘ndrangheta” a Reggio Calabria. Da stamattina è in carcere il medico Gabriele Quattrone, primario del Policlinico della Madonna della Consolazione, con l’accusa di aver falsificato alcune perizie psichiatriche, disposte dal Tribunale di Catanzaro, sul boss Antonio Forestefano certificando la sua incompatibilità con il regime carcerario. Un favore per il quale lo specialista di igiene mentale sarebbe stato pagato 5mila euro dalla cosca di Cassano dello Jonio. L’operazione è stata condotta dai Carabinieri del Ros di Cosenza.
Può capitare che mafia e antimafia incrocino i loro destini. A volte consapevolmente, altre in maniera del tutto casuale. Il risultato non cambia: la distanza tra i due mondi può ridursi grazie a soggetti come il medico Quattrone oggi arrestato nell’operazione “Villa verde” per i suoi rapporti con le cosche, ma ieri relatore in un convegno in cui è intervenuto sulla “comunicazione mafiosa all’interno della famiglia”. Un tema delicatissimo affrontato dal professionista davanti a magistrati e forze dell’ordine. Gli stessi inquirenti che, pochi mesi più tardi, ritroveranno il nome del primario del Policlinico nelle carte dell’inchiesta “Infinito 2” della Direzione distrettuale di Milano.
Quando si fatica a spiegare i “colletti bianchi” e i professionisti al servizio delle mafie. L’articolo di Lucio Musolino racconta bene l’asservimento dei professionisti.
Lo stesso gip Gennari aveva avuto, “per la prima volta, cognizione dell’esistenza del neurologo Quattrone – ricorda il magistrato – quando veniva presentata (nel novembre del 2010) una istanza di scarcerazione per Valle Maria, all’epoca sottoposta a misura cautelare nel procedimento Valle. In quel contesto il sottoscritto – respingendo l’istanza fondata, su asserite patologie psichiatriche di cui avrebbe sofferto la giovane Valle – aveva evidenziato la singolarità della consulenza di parte redatta da Quattrone, la quale, dietro toni apparentemente ineluttabili, appariva del tutto inconsistente dal punto di vista scientifico. Ebbene, leggendo la informativa della Questura reggina, fa piacere apprendere che quello che sembrava solo un sospetto era una fondatissima constatazione”.
Perché dubitare, in questo campo funziona.