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L’ex sindaco di San Procopio, Rocco Palermo, di 52 anni, due imprenditori ed un commerciante figurano tra le sette persone arrestate dalla squadra mobile di Reggio Calabria e dello Sco di Roma nell’ambito di un’operazione contro la cosca Alvaro. Palermo era già stato arrestato nel giugno del 2010, ed è ritenuto dagli investigatori un uomo di fiducia del boss Cosimo Alvaro. In seguito all’arresto di Palermo, il Comune di San Procopio fu poi sciolto per infiltrazioni mafiose, nel dicembre 2010, dal Consiglio dei Ministri.
I due imprenditori arrestati, secondo quanto si è appreso, sono accusati di essere inseriti a pieno titolo nella cosca degli Alvaro. In particolare sarebbe stato proprio grazie alla loro attività che la ‘ndrina riusciva ad ottenere gli appalti.
Oltre all’ex sindaco Rocco Palermo, in manette sono finiti i vertici della cosca Alvaro. In particolare la squadra mobile di Reggio ha arrestato Cosimo Alvaro, Domenico Alvaro, Giasone Italiano, Domenico Laurendi e Antonio Alvaro. Quest’ultimo è accusato anche di intestazione fittizia. Al centro delle indagini, coordinate dai pm Di Palma e Sottosanti, infatti, c’è il ristorante il “Tocco di Bacco” a Villa San Giovanni. Giasone Italiano, figlio di quello che gli inquirenti descrivono come il defunto mammasantissima di Delianuova, è accusato solo di concorso esterno in associazione mafiosa.
L’inchiesta, denominata “Xenopolis”, ha svelato il monopolio della cosca nella gestione degli appalti pubblici attraverso amministratori locali e imprenditori compiacenti. L’ex sindaco Rocco Palermo era stato già arrestato nel luglio 2010 nell’ambito dell’operazione “Meta”. Anche in quell’occasione, la direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria aveva contestato al politico di essere espressione della cosca Alvaro.