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daniela santanché

Santanchè e l’inverno democratico della democrazia

Quello che avrei voluto scrivere l’ha già scritto Monica per Resistenza Internazionale:

Prima di parlare dello svuotamento di dignità, immagine e contenuti delle cariche dello Stato ad opera di una Santanchè che non ha cause pendenti con la Giustizia ed è già stata sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, mica poco, dovremmo ricordare tutti, -noi, il PD e gli schizzinosi della democrazia in genere-, che in un contesto simile (PD e PDL uniti a sostenere il Governo Monti, non nella notte dei tempi) nessuno ha mai fatto una piega su Rosy Mauro, vicepresidente di un Senato retto da Schifani. Peculato e odor di mafia allegramente insieme, e tutti contenti . Che non ci scompone Alfano alla Giustizia nel Governo Letta, né Gasparri e Calderoli vicepresidenti del Senato con la Mussolini tra i segretari.

Non è Daniela a voler dinamitare, per capriccio personale, un equilibrio politico di per sé inconcepibile ad ogni sensibilità davvero democratica, e pretendere di aprire così una crisi di Governo; la vera crisi perpetua è quella di coscienza del PD, uno squarcio -geneticamente restio alla sutura- che sotto la garza della cosiddetta responsabilità suppura da novembre del 2011, dalla cacciata di Berlusconi. L’arte del procastinare ogni soluzione di autunno in autunno non è stata inventata adesso. L’inverno della democrazia non ce lo togliamo di dosso da anni e loro, all’improvviso, danno la colpa a quella che va in giro in luglio col piumone addosso.

Minetti(ti), quando era come Nilde Iotti

Commentando le dichiarazioni di Daniela Santanché che l’ha definita “inadatta alla politica” Nicole Minetti replica: “Mi domando se è la stessa Santanché che una volta mi paragonò a Nilde Iotti. Per carità, cambiare opinione è legittimo. Io comunque non mi sento finita”.

Servi che si incartano tra le parole servili. Senza nemmeno un filo di vergogna.