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Don Luigi Ciotti

Vicini a Don Ciotti in questo splendido 21 marzo

Non si può non osservare con il cuore gonfio le immagini che ci arrivano in queste ore da tutte le città d’Italia per la giornata in ricordo delle vittime (innocenti, anche se nella legge la parola “innocenti” hanno voluto dimenticarsela) di mafia. Solo a Locri sono in 25mila a manifestare per le vie della città in nome di una cultura della legalità che, come dice Don Ciotti, ” non è solo rispetto delle leggi ma la possibilità di andare avanti con principi di solidarietà, e per dare un futuro migliore sopratutto ai nostri giovani”.

Le manifestazioni di oggi non sono solo un grido contro le mafie ma sono soprattutto portatrici di un’idea di futuro che renda conveniente il rispetto delle regole, che renda insopportabili i trucchi del malaffare (e la corruzione e le droghe sono centrali, che si voglia riconoscere o no) e che trovi corrispondenza nelle scelte politiche di governo. È piuttosto alienante leggere oggi il profluvio di retorica intorno a quel Gratteri che venne “bocciato” come ministro e poi come “consulente”; è difficilmente comprensibile che mentre il fondatore di Libera don Ciotti sul palco di Locri parli dei rapporti tra mafia e massoneria il governo appaia piuttosto titubante nell’ottenere gli elenchi dalle logge massoniche; fa sorridere amaro vedere i famigliari delle vittime di mafia coccolati da uno Stato cerimoniere che promette di “non lasciarli soli” mentre la condizione dei testimoni di giustizia continua a languire.

Intanto registriamo che la sottocultura paramafiosa che ha scritto sui muri che Don Ciotti è “uno sbirro” e che la mafia dà lavoro ha ottenuto esattamente l’effetto opposto: l’ondata di indignazione e solidarietà oggi ha travolto anche loro. E noi, oggi, siamo vicini a Luigi Ciotti ancora di più.

(dai Quaderni di Possibile)

Non si tocchi la scuola

Oggi è un lunedì particolare per la scuola e per noi. Il comunicato di LIBERA ne coglie il senso dopo quello che è successo a Brindisi:

Il 19 maggio è un giorno che non dimenticheremo facilmente. Il vile attentato stragista nella scuola Morvillo Falcone di Brindisi è stato il segno di una violenza che ha voluto colpire al cuore delle paure dell’Italia. Tuttavia già ieri pomeriggio, studentesse e studenti, cittadine e cittadini, hanno risposto con coraggio e forza. Una mobilitazione democratica di massa, in solidarietà con la vittima, i feriti, gli studenti e la cittadinanza brindisina tutta è stata messa in campo in maniera diffusa e spontanea. Oltre trecento manifestazioni in tutto il paese, in risposta all’appello lanciato in mattinata dagli studenti (qui l’elenco di tutte le iniziative svolte) e raccolto da personalità del mondo del lavoro e delle associazioni, tra cui Don Luigi Ciotti hanno stretto la città di Brindisi un grande abbraccio, ma non è stato solo questo. E’ stata anche una grande richiesta popolare di verità e giustizia per l’atto vigliacco che ha scosso tutto il paese.La città di Brindisi e l’Italia tutta hanno bisogno di reagire, ha bisogno di rispondere con coraggio e determinazione ad una ferita drammatica che è stata aperta nella vita e nella memoria delle persone. La paura che a Brindisi si diffonde tra gli studenti e cittadini deve avere una risposta collettiva: Brindisi non è sola. Non si tocchi la scuola! Queste sono le parole che nelle scuole e nelle università vogliamo far risuonare in queste settimane costruendo una solidarietà attiva e un concreto sostegno.E’ quindi fondamentale non fermarci alle manifestazioni del 19 maggio, ma costruire da subito un meccanismo perchè resti traccia e memoria della terribile giornata di oggi. Per fare questo pensiamo si debba partire da scuole e università, luoghi colpiti dalla strage, ma allo stesso spazi dentro cui si può insegnare la cultura della democrazia e combattere le violenze. Per questa ragione da Lunedì costruiremo assemblee straordinarie  nelle scuole e nelle facoltà di tutto il Paese per costruire una lunga mobilitazione. Perchè la memoria e la riflessione collettiva vivano nelle coscienze, perchè la necessità della verità non resti in silenzio, perchè la costruzione di una società giusta e senza violenze parta dalle scuole e dalle università e cambi il Paese. Qui trovate l’evento che lancia le assemblee straordinarie Lunedì mattina nelle scuole. 

Libera. Associazione Nomi e Numeri contro le Mafie
Rete della Conoscenza

Vittime di mafia dimenticate dallo Stato

Ho aderito subito e con forza all’appello di POLITICAMENTE SCORRETTO in difesa delle vittime di mafie e contro l’incosciente taglio di ben dieci milioni di euro (su dodici) dei fondi destinati a chi ha subito reati di stampo mafioso (compresi racket e usura). Uno Stato che non riesce a proteggere i propri uomini migliori, coloro che sono disposti a mettere in gioco la tranquillità e la sicurezza propria e della propria famiglia è uno Stato che non ha nessuna credibilità istituzionale, nessun futuro etico e morale e che inevitabilmente risulta essere il miglior deterrente alla denuncia contro le organizzazioni criminali. La paura è un costo sociale che questo nostro paese non si merita e il silenzio degli onesti, in questo caso, rischia di essere la migliore forma di favoreggiamento. Vi chiedo di parlarne e farne parlare, di leggere e fare leggere di non stare inermi di fronte a questo scempio.

Da IL FATTO QUOTIDIANO
Quasi all’asciutto le vittime di mafia e i loro famigliari che, con la legge di stabilità per il 2012, si sono visti tagliare 10 milioni di euro sui 12 fino a quel momento destinati al fondo destinato a chi ha subito reati di tipo mafioso, compresi racket e usura. La notizia viene diffusa nel corso di Politicamente Scorretto, manifestazione giunta alla sua settima edizione. Il suo patron, lo scrittore e autore televisivo Carlo Lucarelli, lo annuncia a Casalecchio di Reno, il comune alle porte di Bologna in cui ogni anni si tiene la manifestazione culturale.

E rilancia con un appello condiviso da don Luigi Ciotti, il sacerdote antimafia fondatore del Gruppo Abele e di Libera. Con lui e Lucarelli anche Paola Parenti, presidente di Casalecchio delle Culture, istituzione promotrice della manifestazione, che sta trattando con la Regione Emilia Romagna perché la manifestazione che parla di criminalità organizzata (anche al nord), società civile, cronaca e letteratura, possa continuare ad avere un minimo di fiato economico per le prossime edizioni.

“La lotta alle mafie”, ricordano i promotori della rassegna emiliana, “dovrebbe essere considerata una priorità dell’azione di qualunque governo in questo Paese. Il prezzo che l’Italia paga alla criminalità organizzata in termini civili, morali, politici ed economici è tale da rappresentare uno degli ostacoli principali del nostro sviluppo”.

In un periodo di difficoltà critiche e ricostruzione, questo sforzo economico deve essere considerato “un investimento, non un costo”, si legge nell’appello che da Casalecchio viene lanciato. E ha aggiunto lo stesso Lucarelli: “Dai tagli alle risorse non può nascere mai niente di buono, a meno che non si tratti di quelli agli sprechi. Questi invece sono taglia alla legalità ancor prima che alla cultura”.

Più nel dettaglio, a venire meno saranno “Per esempio il risarcimento per le spese processuali”, dice ancora lo scrittore. “Per essere vittima in maniera civile, ci vogliono delle armi, che sono le battaglie legali. E queste armi hanno un costo, come insegna la storia delle stragi, che è la storia delle vittime che si sono date da fare per avere una verità”.

Ma il problema, è a monte, secondo Lucarelli, perché “vittime si diventa, quando lo stato è assente”. E allora, per spiegare le ragioni di questi tagli, occorre innanzitutto capire se “esiste una volontà politica di combattere la lotta alla mafia. Se la mafia fa politica, la fa proprio in questo modo, asciugando le risorse. Ma in questo caso non credo ci sia stata un’intenzione mirata quanto piuttosto l’ignoranza nel pensare che queste siano questioni secondarie per il nostro Paese e forse anche l’antipatia che certa politica ha nel trattare questi argomenti”.

Ecco che nasce dunque l’appello congiunto che già annovera tra le altre le firme di Pina Maisano Grassi (vedova di Libero Grassi), del magistrato Gian Carlo Caselli, di Nando dalla Chiesa, del giornalista Lirio Abbate, dello storico Enzo Ciconte, dell’attore Giulio Cavalli (finito sotto scorta per i suoi spettacoli teatrali sulla ‘ndrangheta al nord) e di Dario Vassallo, fratello di Angelo, il sindaco di Pollica ucciso nel settembre 2010.

“Il fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive e dell’usura”, si legge, “rappresenta non solo il doveroso intervento dello Stato a fianco di cittadini che già hanno sofferto e spesso contrastato la criminalità organizzata, ma anche uno degli strumenti più efficaci per combatterla. Al nuovo governo chiediamo che venga rivista tale decisione e che il Fondo venga ripristinato”.

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A Cesano Maderno una lobby per la legalità

Cesano Maderno – Sei associazioni e un unico percorso, lungo sette mesi, per promuovere la legalità.Associazione Consenso, Circolo culturale Don Bosco, cooperativa Le Stelle, associazione Magister Ludi, “Noi per Cesano”, e Lipu si sono ritrovate per la prima tappa di quel “Vivere insieme” che è alla base del ciclo di eventi in partenza il prossimo novembre. Tra gli obiettivi del cammino comune, fatto di condivisione di intelligenze, risorse, obiettivi ed energie, in un unico contenitore, c’è il desiderio di sensibilizzare e mantenere alta l’attenzione su temi di grande attualità come la presenza della criminalità organizzata in Brianza, la legalità come responsabilità di tutti e l’indiscriminato consumo di suolo. Le sei realtà si sono unite, pur senza rinunciare alle singole identità, con il contributo di Libera, associazione fondata da don Luigi Ciotti con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie. Sono onorato di essere con loro un massone per la legalità l’11 novembre con A 100 PASSI DAL DUOMO al Teatro Excelsior. Per il programma potete leggere qui.

Politicamente scorretto

Anche quest’anno ci vediamo a Casalecchio di Reno, con “L’Innocenza di Giulio – Andreotti non è stato assolto” che andrà in scena il25 novembre e che aprirà la rassegna teatrale “Politicamente Scorretto va a teatro” in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione. Il programma come sempre è ricchissimo e l’evento lo potete seguire anche in streaming. Carlo Lucarelli, don Luigi Ciotti, Giuseppe Pignatone, Giancarlo Caselli, Pina Maisano Grassi alcuni tra gli ospiti della VII edizione che accenderà in particolare i riflettori sulle infiltrazioni mafiose al Nord.

L’esilarante idea di Brunetta sul certificato antimafia

La scelta di indebolirlo e di scaricare la questione sulla pubbliche amministrazioni ha il sapore di una anestetico che invece di snellire la procedura rischia di rendere tutto ancor più complicato con una moltiplicazione di lavoro per gli enti che già devono affrontare e combattere i tagli e le riduzione di servizi e personale. Ci sembra che questa proposta è l’ennesimo segnale che qualcosa non va. Da una parte, il grande lavoro ogni giorno portato avanti da magistratura e forze dell’ordine dall’altra registriamo piccoli e grandi sbriciolamenti dell’attività di contrasto alle mafie. (Don Luigi Ciotti)

Il ministro Brunetta dimentica che gli sprechi stanno tutti nel mancato processo di informatizzazione della giustizia. Per consegnare le ordinanze di costudia cautelare si buttano montagne di carta e pile di toner. Il certificato antimafia è invece uno strumento indispensabile per arginare le infiltrazioni mafiose. Anche negli uffici del nord Italia. (Nicola Gratteri)

Le corde politiche di Don Luigi

Ma lo stesso Paolo Borsellino, di fronte ai successi contro la criminalità, durante il maxiprocesso, avvertiva della possibilità di cadere in una “pericolosissima illusione”, in “perniciose illusioni” di cessata pericolosità, diceva che non sono consentiti allentamenti e calo di tensione. I successi contro la mafia rischiano di vanificarsi se non si crea una continuità , se si abbassa la guardia. Non basta più parlare sempre e solo di mafie. E’ necessario ampliare lo sguardo, saper riconoscere la lunga mano delle mafie nelle pieghe della vita sociale. Impegnarsi contro la criminalità organizzata, significa lavorare per l’eguaglianza, i diritti e i doveri, la famiglia, la cultura, l’informazione libera. Per una politica che è servizio del bene comune. Con questa intervista Don Luigi Ciotti conferma che uguaglianza, diritti e politica quando toccano le corde più in alto sono la stessa cosa. E lui le suona meravigliosamente.