L’epoca dello smussamento
È l’epoca dello smussamento, se non addirittura dell’ottundimento ma attenzione a scambiarle per conversioni. L’avvento del governo Draghi ha scatenato la moda del contenimento, delle buone maniere, della moderazione e della responsabilità. Sia chiaro, queste caratteristiche non conta mica possederle ma mimarle in ogni occasione è il portamento raccomandato per essere benvenuti. Come alle feste che contano anche nel salotto del governo Draghi il dress code richiede di mostrarsi maturi con effetto immediato, come a quelle cene con i parenti in cui si nascondono goffamente i postumi della sera prima, e la scanzonata e pericolosa combriccola dei governi precedenti si è infilata di gran lena nel nuovo intergruppo parlamentare della seriosità, dove atteggiarsi a seri è fondamentale mentre esserlo sul serio è praticamente ininfluente.
Giorgia Meloni in versione intellettuale spopola nelle librerie
Giorgia Meloni s’è fatta libro. La velocità di trasformazione di questi mesi non ci consente di cogliere appieno il miracolo che si è consumato: la leader di Fratelli d’Italia in quattro e quattr’otto ha approntato una nuova confezione da intellettuale vicina al popolo distanziando con uno scatto da centometrista il rivale ma alleato Matteo Salvini (non che fosse difficile giocarsela in termini di credibilità dopo quell’immagine di lui rosolato sulla spiaggia mentre sudava mojito). Giorgia Meloni prima nelle classifiche di vendita nelle librerie sarebbe stata un’onta fino a qualche anno fa e invece oggi è un lustrino che conta parecchio (e che dice molto sullo stato di salute dell’editoria, ma questo è un altro editoriale).
Matteo Salvini ora ha a cuore solo il vaccino ai vacanzieri
Matteo Salvini ha miniaturizzato con un raggio laser tutti gli spaventevoli pericoli che incombevano sul Paese: gli immigrati immigrano ma troveranno una buona soluzione, i furti furtano ma lui confida nelle forze dell’ordine, gli imprenditori soffrono ma le riaperture condonano i mancati ristori e un bel condono da tirare fuori dal cassetto è il segreto di Pulcinella che il leader leghista sarà pronto a sventolare. Anche qui fate uno sforzo di memoria e di immaginazione: l’Italia che prima era sull’orlo dell’autodistruzione, una Gotham City dove era pericoloso mettere fuori la testa oggi ha come primo problema quello di garantire il vaccino ai vacanzieri. «Stiamo lavorando per il bene degli italiani perché non debbano affrontare lunghi viaggi per vaccinarsi», ha detto ieri durante una diretta con il telefono in mano mentre s’imbarcava per questa nuova vitale crociata per il bene della Patria.
Luigi Di Maio e il pubblico mea culpa per Uggetti
Luigi Di Maio ci regala un colpo da fuoriclasse: dopo l’assoluzione dell’ex sindaco di Lodi Uggetti si esibisce in un grandioso autodafé in pubblica piazza (dimostrando ancora una volta una furbizia politica che in molti sottovalutano). «Sì: sull’arresto dell’ex sindaco di Lodi ho contribuito ad esacerbare il clima. Mi scuso: i diritti sono diritti. Basta con l’imbarbarimento del dibattito associato ai temi giudiziari», scrive in una lettera a Il Foglio (e Di Maio che scrive a Il Foglio è una gustosissima scenografia di uno spettacolo già pirotecnico). Molti cadono nella tentazione di crederla una conversione ma attenti: il capo politico è Giuseppe Conte (ingolfato nell’investitura più complicata del West), Toninelli dice di voler leggere le carte (a proposito: Toninelli ha scritto un libro) e il Movimento 5 stelle senza giustizialismo, senza limite di due mandati, senza più diktat sulle alleanze, con un direttorio invece dell’uno vale uno, disponibile a parlare di grandi opere forse non è più Movimento 5 stelle e deve trovare in fretta cosa essere. Di Maio intanto si è portato avanti iscrivendosi ai seriosi, per di più contriti.
Enrico Letta, per non apparire screanzato, dichiara solo cosa farà nella prossima legislatura
Anche Enrico Letta, serioso già di natura, subisce l’influenza dell’epoca dello smussamento e ha inventato un nuovo genere letterario: dichiarare durante una legislatura cosa ha intenzione di fare nella prossima. Così non si rischia di apparire uno screanzato nel governo dei compìti ma si riesce comunque a dare una fresca sensazione di vitalità. C’è del genio, non c’è che dire.
Effetti collaterali del formalismo tecnocratico: Calenda si butta nel borgataro
Prevedibili effetti collaterali: in questa sagra del galateo moderato il seriosissimo Calenda fatica addirittura a trovare l’intonazione e si butta furbescamente nello spazio borgataro lasciato vuoto dal nuovo formalismo tecnocratico. Gira la periferia romana come un giovane esploratore Tobia e riesce nel miracolo di risultare perfino più empatico dei passati “amici del popolo”. Politicamente non so ma antropologicamente è un’epoca imperdibile.
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