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Esentare l’esenzione per i disoccupati

La notizia aveva creato ovviamente sconcerto. Il fatto che si trattasse di un “refuso” ancora di più. Scrive LeggiOggi.it:

L’esenzione del ticket per i disoccupati sara’ ripristinata nel ddl di riforma del mercato del lavoro tramite emendamento del Governo.

Lo comunica il ministero del Welfare in una nota precisando che si e’ trattato di “un refuso“. “Con riferimento alle notizie circa lo stop all’esenzione dal ticket sanitario per i disoccupati – precisa la nota – il Ministero del lavoro e delle politiche sociali precisa che ha gia’ rilevato il refuso e pertanto da’ assicurazione che ne fara’ oggetto di una proposta emendativa da presentare durante l’iter parlamentare del disegno di legge di riforma del mercato del lavoro“.

La notizia aveva suscitato una bufera, con i medici che assicuravano un “allarme sanitario” e il Pd che garantiva una modifica in Parlamento.

Nel testo del ddl di riforma del mercato del lavoro all’esame del Senato si prevedeva lo stop all’esenzione dai cosiddetti ticket in materia sanitaria “in favore dei disoccupati e dei loro familiari a carico, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro“. Secondo la relazione illustrativa del provvedimento, la soppressione “e’ connessa all’estensione ‘della platea dei beneficiari dei trattamenti di sostegno al reddito’. La partecipazione alla spesa sanitaria in oggetto – si legge nella relazione – riguarda il pagamento delle prestazioni di diagnostica strumentale e di laboratorio e delle altre prestazioni specialistiche, ivi comprese le prestazioni di fisiokinesiterapia e le cure termali“. Le norme in esame – spiega ancora la relazione – “non riguardano i tickets sui medicinali e le relative esenzioni, in quanto entrambi sono eventualmente introdotti e disciplinati dalle singole regioni“.

Sono mesi che su e giù per la Lombardia chiedo a tutti di innamorarsi degli emendamenti, delle mozioni, delle leggi per rimettere in scena la politica e l’amministrazione, per non lasciare la stesura della drammaturgia amministrativa agli altri, per interpretare la ricaduta di ogni singola riga di legge. E i tecnici ci dicono “refuso”. Va bene.

 

Code, ticket e la differenza tra le parole

Avevamo chiesto all’assessore di applicare una moratoria sulla ‘rivoluzione’ delle esenzioni ticket in Lombardia. Mica per grandi sofismi ma almeno per le centinaia di persone in coda agli sportelli e per gli impiegati ingolfati da code che si impigliavano nelle porte. Anche perché in coda ci sono gli anziani, i malati e (per limiti di reddito) quelli che non se la passano troppo bene. E perché una politica solidale passa anche dal rispetto per le fragilità di questo nostro Paese che dovrebbero sentire di non essere destinati al macero della solitudine e dei numerini scritti in piccolo sotto norme che nessuno si prende la briga di spiegargli. Non ci interessava se fosse una mozione, un ordine del giorno o che forma volesse, potesse avere. Solo rispetto per quelle code. L’assessore aveva morbidamente promesso “flessibilità”, che è una di quelle parole che ultimamente vengono usate appena prima che arrivi una fregatura. Oggi veniamo a sapere che finalmente (grazie anche all’azione ferma e finalmente unita dei sindacati) la flessibilità è diventata possibilità di autocertificazione e integrazione con la tessera sanitaria. Che è esattamente quello che chiedevamo noi. E siamo contenti che sia finita così.

Ticket in Lombardia. Serve la moratoria.

CAOS ESENZIONE TICKET: REGIONE HA RESPONSABILITÀ, OCCORRE LA MORATORIA

Dichiarazione dei consiglieri regionali Giulio Cavalli (Sel) e Antonio Girelli (Pd)

“Le nuove modalità per l’esenzione dal pagamento dei ticket stanno continuando a generare pesanti disagi nelle Asl. A pagare lo scotto maggiore sono peraltro i cittadini più deboli, spesso malati e anziani, costretti a lunghe code per accedere gratuitamente, come loro spetta, alle prestazioni sanitarie.

E checché ne dica l’assessore Bresciani, che oggi in Aula ha dato una risposta del tutto insoddisfacente alle nostre sollecitazioni sulla vicenda, scaricando la colpa su Agenzia delle Entrate, medici e direttori delle Asl, la Regione ha una parte consistente di responsabilità.
Circa 60 mila lombardi che ne avevano diritto non hanno ricevuto la lettera per l’esenzione. Per esempio, chi non ha fatto il 730 o il 740, avendo soltanto il Cud. E chi ricade nella fascia tra la soglia di reddito dei 36.151 euro fissata a livello nazionale e quella lombarda di 38.500.

Per loro, giornate intere da perdere agli sportelli nel tentativo di ottenere l’agognato codice. Con la Regione che lancia sì una campagna di informazione, ma sbagliata, indicando il tetto dei 36 mila euro anziché quello dei 38.

L’unica soluzione possibile, e anche facilmente attuabile, è quella che da tempo proponiamo: una moratoria che faccia valere l’autocertificazione fino al 31 dicembre, in modo da consentire che il sistema vada a regime. Magari, fornendo ai cittadini indicazioni corrette.

Regione Lombardia deve intervenire. Anche perché al momento non c’è alcuna chiarezza da parte dell’assessore Bresciani su cosa si intenda fare da aprile in avanti, quando tutte le lettere non avranno più valore. Il tempo stringe. E per quanto ci riguarda non intendiamo demordere: torneremo a sollevare la questione nella prima seduta utile della Commissione Sanità”.