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expo 2015

Quel pasticciaccio brutto di Expo e i suoi appalti

da Affaritaliani

BOTTA…/ “Apprendo da un’intervista di oggi che Giuseppe Sala, a.d. di Expo 2015, “consiglia” di non rendere pubblici i nomi delle ditte subappaltatrici dei cantieri Expo, appellandosi a nebulose questioni di privacy suggerite dai suoi legali. Ritengo che l’affermazione di Sala sia grave, strumentale e irresponsabile e contraddica la tanto sventurata linea di trasparenza e controllo. Le notizie sulle ditte subappaltatrici pubblicate anche sul mio blog (https://www.giuliocavalli.net/2012/05/21/il-primo-appalto-di-expo-2015-e-quello-strano-odore/), sono dati che mi rifiuto di delegare ad organismi di controllo senza una partecipazione reale dei cittadini, dei comitati e del mondo dell’informazione. Mi auguro che Roberto Formigoni e il dimissionario Giuliano Pisapia smentiscano questa linea con forza, senza diventare complici di una segretezza che non può sicuramente fare bene alla democrazia e invito Sala ad illustrarci secondo quale norma quei subappalti non vadano raccontati”. Lo dichiara il consigliere di Sel Giulio Cavalli.

…E RISPOSTA/ “Le parole del consigliere regionale di Sel, Giulio Cavalli non corrispondono al vero. Come prevede la legge, l’elenco delle ditte appaltatrici e subappaltatrici è esposto all’ingresso del cantiere di Expo Milano 2015. E’ spiacevole che il consigliere faccia allusioni a atteggiamenti poco trasparenti. Per averne conferma basta ascoltare la risposta dell’AD Giuseppe Sala alla giornalista de Ilfattoquotidiano.it. Le parole di Sala, il tono e, soprattutto, il senso generale delle affermazioni, sono chiaramente orientate nella direzione della totale disponibilità ed apertura al dialogo. Questa è la linea di Expo 2015 e tale resterà per tutti i prossimi anni”. E’ quanto si legge in una nota diramata dalla stessa società Expo.

…E CONTROREPLICA/ Ecco la dichiarazione di Cavalli: “In riferimento alla risposta di Expo Milano 2015 invito a riascoltare le parole di Giuseppe Sala che dice “noi siamo per la tutela della privacy delle aziende subappaltatrici perché lo dice la legge”, senza nessun senso generale delle affermazioni, come dice il comunicato della società Expo. Mi dica Sala (e non la società Expo Milano 2015) se si riconosce nel senso di quelle parole, cosa può dirmi delle notizie apparse e perché siamo stati così sfortunati da trovare un cartello all’ingresso di un cantiere, che non cita le ditte subappaltatrici.

Sala, inoltre, parla di consigli arrivati dai suoi legali e, in qualità di consigliere regionale, esigo di sapere le norme alle quali fanno riferimento. La reazione isterica (e palesemente falsa) contro di me ha l’odore di un imbarazzo.

Ma non è finita qui, perché Cavalli allega alla sua replica anche un post del suo sito pubblicato il 12 maggio:

(i post segnalati sono qui e qui)

Grave e strumentale la privacy di Sala in nome dell’Expo

[comunicato stampa]  Apprendo da un’intervista di oggi che Giuseppe Sala, a.d. di Expo 2015, “consiglia” di non rendere pubblici i nomi delle ditte subappaltatrici dei cantieri Expo, appellandosi a nebulose questioni di privacy suggerite dai suoi legali.

Ritengo che l’affermazione di Sala sia grave, strumentale e irresponsabile e contraddica la tanto sventurata linea di trasparenza e controllo.

Le notizie sulle ditte subappaltatrici pubblicate anche sul mio blog, sono dati che mi rifiuto di delegare ad organismi di controllo senza una partecipazione reale dei cittadini, dei comitati e del mondo dell’informazione.

Mi auguro che Roberto Formigoni e il dimissionario Giuliano Pisapia smentiscano questa linea con forza, senza diventare complici di una segretezza che non può sicuramente fare bene alla democrazia e invito Sala ad illustrarci secondo quale norma quei subappalti non vadano raccontati.

Milano, 13 giugno 2012

Perché questo silenzio su EXPO?

La domanda non è retorica. Ne abbiamo scritto qui e qui. SOS FORNACE rilancia e (al di là di qualche condizionale in più che avrei usato) i collegamenti e i fatti ci sono tutti e dovrebbero aprire il dibattito. Visti anche tutti i comitati, sotto comitati e gli esperti che dovrebbero essere sul pezzo.

A guardare gli intrecci tra le società che hanno partecipato alla gara d’appalto, le società subappaltatrici e alcuni politici lombardi già
indagati per aver preso mazzette da queste società sembrerebbe di si.
Nell’elenco delle società subappaltatrici figura la ‘Testa Battista &  c.‘ di Ghisalba (BG), da anni in affari con il gruppo Locatelli e coinvolta nell’inchiesta per una tangente di 50.000 euro versata all’allora vicepresidente di Regione Lombardia Nicoli Cristiani, per “ammorbidire” i controlli sulla realizzazione di una discarica di amianto a Cappella Cantone (Cremona).

Proprio a partire da quella stessa inchiesta , pochi giorni fa la procura di Milano ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di turbativa d’asta sul primo appalto di Expo, quello per la “rimozione delle interferenze”.
La Locatelli SPA nella gara d’appalto al massimo ribasso aggiudicatasi  da CMC era arrivata terza, ma per qualche strana alchimia ai loro soci d’affari “Testa Battista & c.” è stato affidato un subappalto per lavorare all’interno del cantiere.

Ma la “Testa Battista & c.” non è l’unica fra le società subappaltatrici ad aver dato mazzette a consiglieri regionali.

Come abbiamo già denunciato tra le società subappaltatrici c’è anche il Consorzio Stabile Litta il cui vicepresidente Nicola Di Rosario è indagato per una tangente di 30.000 euro data all’ex consigliere regionale Angelo Giammario per l’affidamento di appalti per la manutenzione e sistemazione del verde pubblico in Brianza.

Perché la CMC subappalta i lavori di Expo 2015 a società che hanno dato mazzette a consiglieri regionali? Casualità?

Alla fine di Ottobre del 2011 Formigoni durante la visita di Loscertales a Milano, inaugurava in pompa magna i lavori in un cantiere
ancora fittizio, pochi giorni dopo Locatelli, escluso dal primo appalto, chiedeva allo stesso Formigoni tramite Nicoli Cristiani un incontro con Paolo Alli, sottosegretario di Regione Lombardia con delega a Expo 2015.

Seppur a detta di Formigoni quell’incontro non è mai avvenuto oggi è comunque chiaro che uno dei compari di mazzette di Locatelli lavora nel cantiere di Expo 2015.

A peggiorare ulteriormente il quadro Venerdì 1 Giugno 2012 si è avuta la notizia che una seconda inchiesta riguarda un’altra delle società subappaltatrici, la Elios SRL, società piacentina implicata in un’inchiesta nel novarese per traffico illecito di rifiuti con tentativo di infiltrazione mafiosa. La prefettura di Milano sta valutando di revocarle la certificazione antimafia.

Il 23 Maggio la Direzione Investigativa Antimafia di Milano ha effettuato un sopralluogo nel cantiere di Expo, mentre nei giorni scorsi l’ASL di Rho ha bloccato 3 camion che stavano portando nel cantiere dei carichi di terra di riporto già inquinati come avvenuto di recente lungo il tragitto di Bre.Be.Mi. nonché lungo il tracciato della TAV Milano-Torino.
Una pratica tipicamente mafiosa.

Qualcuno che dice una parolina? Vale anche una smentita. Documentata, ovviamente.

EXPO, sempre meglio.

Avevamo già parlato del primo appalto assegnato su EXPO 2015. Oggi leggiamo l’ultima novità dal Corriere:

MILANO – La procura di Milano ha aperto un’inchiesta per turbativa d’asta in relazione ad una gara d’appalto per l’affidamento dei lavori inerenti alla rimozione di materiale nel sito di Expo 2015, gara aggiudicata nell’ottobre 2011. I pm Paolo Filippini e Antonio D’Alessio coordinati dall’aggiunto Alfredo Robledo hanno inviato la Guardia di Finanza presso la sede di MM (Metropolitana milanese Spa) in via del Vecchio Politecnico 8 con un decreto di esibizione di documenti relativi all’appalto.

L’APPALTO – La gara oggetto di accertamenti è la prima e l’unica già assegnata. Se l’è aggiudicata la Cooperativa muratori e cementisti di Ravenna, che sul suo sito il giorno successivo scriveva: «A Cmc il primo appalto per Expo 2015. Sono stati aggiudicati a Cmc di Ravenna i lavori di rimozione delle interferenze nel sito espositivo dell’Expo 2015 a Milano per un totale di circa 65 milioni di euro. I lavori, che rappresentano il primo passo per l’avvio della realizzazione del sito che ospiterà l’Expo, inizieranno a giorni e si concluderanno alla fine del 2013».

L’OFFERTA – L’appalto, relativo alla pulizia e allo sgombero dell’area (rimozione delle interferenze, ovvero di tutte le vecchie strutture e impedimenti vari presenti sull’area, da una torretta Enel a una roggia), era da 90 milioni euro, a cui sommare 6,8 milioni per gli oneri alla sicurezza, che non sono soggetti a ribasso. La società di Ravenna ha vinto con un’offerta al massimo ribasso, pari a 58,5 milioni. Dopo questa prima gara, Expo 2015 Spa e il sindaco di Milano Giuliano Pisapia decisero di modificare i criteri per l’aggiudicazione degli appalti eliminando il criterio del massimo ribasso.

 

Il primo appalto di EXPO 2015 e quello strano odore

Lo scrivono i tipi di SOS FORNACE e i link lasciano pochi dubbi, per dire. Ora, siccome indignarsi serve per il tempo di uno starnuto, stiamo portando la questione in Consiglio con tutti i dati che raccogliamo. Perché le buone maniere cominciano ad essere fastidiose e personalmente non ho amato l’aria buonista e benevola di chi ha voluto intestarsi le manifestazioni di piazza di questi giorni come certificazioni di un vento che dovrebbe essere cambiato. Abbiamo decine di comitati, esperti, commissioni e consulenti, i dati sono tutti qui. Una spiegazione politica sarebbe il caso di darla. Noi nel nostro piccolo ce la facciamo dare in Regione. Ecco intanto cosa scrivono sul loro sito:

Nella lista delle aziende subappaltatrici, pubblicato in data 8 maggio 2012 sul sito dei Radicali, c’è il Consorzio Stabile Litta, il cui vicepresidente Nicola Di Rosario, è indagato con altri 4 imprenditori del settore florovivaistico per unatangente di 30.000 euro al consigliere regionale del Pdl Giammario, per un appalto sul verde pubblico in Brianza. Lo stesso dirigente del Consorzio Stabile Litta, ben insediato nell’area della Fiera di Rho Pero, dove ha avuto l’appalto per la realizzazione di un parco di 24.000 metri quadri, risulta essere accusato di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta per pilotare gli appalti insieme ad altri 18 imprenditori dello stesso settore.

Un’altra delle aziende titolari del subappalto, la Omegna Scavi di Scaramozza, che fa parte dell’ATI Elios, è attualmente indagata per avere provveduto a scavi e al trasporto di rifiuti senza le necessarie autorizzazioni in un cantiere in provincia di Verbania.

Dunque ben 3 su 4 dei subappalti autorizzati per il primo cantiere di Expo 2015 sono inquinati da infiltrazioni criminali, alla faccia del Protocollo di Legalità tra la Prefettura di Milano e la società Expo 2015 spa, firmato il 13 febbraio 2012 alla presenza del Ministro dell’Interno Cancellieri con l’adesione anche del Presidente di Assimpredil Claudio De Albertis, che è a capo della famiglia imprenditoriale che ha abbondantemente finanziato la campagna elettorale del 2010 dello stesso Giammario, indicato da esponenti di spicco della ‘Ndrangheta milanese, nell’ambito delle intercettazioni dell’inchiesta Infinito, come collettore di voti per la campagna elettorale delle elezioni regionali del 2010.

Sanzioni e rigore: come salvare EXPO dalle mafie

Umberto Ambrosoli, oggi, sul Corriere:

Grande opera o grande evento uguale grandi affari per la criminalità organizzata. Equazione realisti ca, ma disincentivante. All’ opposto: occasioni di affari per la criminalità organizzata uguale opportunità per l’ elabor~ione di nuovi strumenti di prevenzione. E quello che sta succedendo con Expo 2015, dove la consapevolezza di un rischio concreto e grave produce non rassegnazione, ma nuovi sforzi del pubblico e del privato per cercare di evitare che le avide mani delle mafie si impossessino degli appalti. II protocollo recentemente sottoscritto da ministero dell’Interno, prefettura, Expo 2015 spa e sindacati va in questa direzione e disciplina in termini innovativi settori nei quali la legislazione in vigore s’è dimostrata inefficace. II nuovo sistema di regole prevede un iter rapido per gli àccertamenti circa il fatto che non solo le aziende che si aggiudicano gli appalti, ma anche tutte quelle alle quali sono subappaltati singoli segmenti d’opera siano scevre dal rischio di infiltrazioni mafiose. Alla procedura accelerata, anche in fòrza di informazioni e documenti che devono essere tempestivamente elaborati e forniti sia dalla prefettura che dalle società, si accompagna un sistema sanzionatorio estremamente severo, automatico e immediato; nel mezzo un’azione di vigilanza e monitoraggio circa tutti i passaggi conseguenti all’aggiudicazione di un appalto. II rischio infiltrazioni non è contrastato, quindi, con un «pezzo di carta» ricco di dichiarazioni d’intenti, ma con un nuovo sistema di regole – subito operativo – che si pone come punto di riferimento su un tema la cui importanza è fondamentale per la crescita del Paese. Semplice è la filosofia: responsabilizzare al massimo (anche nei controlli preventivi) tutti i soggetti coinvolti, dalla società appaltante alle istituzioni pubbliche, dal sindacato alle aziende; l’opportunità di partecipare alla realizzazione di una grande opera, rende tali responsabilità tutt’altro che gravosi oneri. Accade, poi, che puovi sistemi di regole creati in occasione di eventi straordinari svolgano una funzione nell’ordinario, divenendo modelli comportamentali cui ispirarsi quando, nella propria realtà, ci si chiede cosa sarebbe possibile fare per essere protagonisti di un contrasto all’azione mafiosa.

EXPO 2015: nutrire Compagnia delle Opere

E la fame nel mondo? Beh agli affamati offriremo del cibo virtuale, un’agricoltura virtuale, potranno nutrirsi via internet senza muoversi dal loro Paese. Così va il mondo. Formigoni si è anche accreditato dei rapporti con i Paesi espositori con i quali, giustamente fedele alle sue abitudini, cercherà di intessere affari, speriamo più decifrabili di quelli petroliferi d’antan. E la fame nel mondo? Beh era la ciliegina sulla torta anche se un po’ piccola per il miliardo di affamati nel mondo. Il Comune che fa? Giuliano Pisapia ci ha ripetuto qualche giorno fa: “Non lasciatemi solo!”. Siamo tutti qui, basta un fischio. Finalmente qualcuno lo dice. Su Arcipelagomilano.

EXPO: SIULP, CAVALLI, MANCATO SOSTEGNO A DIA È COLLUSIONE MORALE

AGENORD – Miano, 25 ott. – Dopo la presa di posizione del Sindacato di polizia Siulp, una dichiarazione di Giulio Cavalli, consigliere regionale Sinistra Ecologia Libertà “Un argine vero alle infiltrazioni criminali in vista di Expo 2015 non può non passare dal pieno sostegno, in termini di risorse adeguate, alla Direzione investigativa antimafia di Milano, prima ancora di qualsiasi regolamento o atto di indirizzo. E il presidente Formigoni non può certo professarsi impegnato nella battaglia contro le organizzazioni mafiose se non esercita concretamente la propria posizione nei confronti del Governo nazionale, affinché si trovino subito i mezzi per porre rimedio alla pesante situazione della Dia denunciata oggi dal Siulp e per rilanciare in Lombardia l’attività dell’Antimafia. Qualsiasi superficialità nella gestione delle forze dell’ordine, a maggior ragione in questi anni di avvicinamento all’esposizione universale, è da considerarsi collusione morale con le associazioni criminali, che non aspettano altro se non ulteriori abbassamenti della guardia. E non ci si giustifichi con la mancanza di soldi. Quanti poliziotti antimafia in più si potrebbero pagare solamente con il lauto stipendio degli inutili sottosegretari di Formigoni?”

Non nominare Expo invano?

Hanno ragione Patrizia Quartieri e Mirko Mazzali (capogruppo e consigliere comunale SEL in Comune a Milano): Se si dovesse arrivare alla dolorosa scelta di stabilire una priorità tra l’onorare la nostra quota di partecipazione in Expo pari a circa  30 milioni di euro o intervenire per mantenere l’attuale erogazione dei servizi alle persone con disagio, agli anziani, all’infanzia, crediamo non ci debbano essere dubbi. Il rispetto della dignità e della qualità del vivere dei cittadini vale sicuramente più di ogni manifestazione, seppure di grande rilevanza. E come sono prevedibili e stonati certi nervosismi anche nel centrosinistra lombardo (centrocentrosinistra, insomma, i soliti). E un plauso a loro (e a noi) per avere dissacrato un idolo fieristico che qualcuno vorrebbe come unico guru di governo per il prossimo quinquennio. Perché se è rivoluzionario preferire i servizi sociali ad un esposizione significa proprio che abbiamo finito per assomigliare troppo agli altri. E marcare le distanze è sempre un bel respiro.