da http://www.giornalelibero.com/dblog/articolo.asp?articolo=1560
Altro che movimento terra, appalti edili e traffico di droga. La cosca Barbaro-Papalia della ‘ndrangheta ha tentato di mettere le mani anche su un altro grosso affare: quello del castello di Cusago. Un’operazione da 4 milioni di euro. Lo dimostra l’arresto del presidente e del vicepresidente del gruppo immobiliare Kreiamo di Cesano Boscone, Alfredo Iorio e Andrea Madaffari, che erano in trattativa con Fabio Rappo, detentore delle quote di maggioranza della società Il Castello Srl, per la compravendita del maniero cusaghese. Un affare che non è andato in porto in circostanze quanto meno sospette: dopo aver versato il compresso, prima dell’estate 2009, Kreiamo non è andata a rogito. Si diceva per problemi finanziari. Ma forse il cerchio delle forze dell’ordine cominciava già a stringersi attorno ai due imprenditori cesanesi, definiti quest’oggi dalla Direzione investigativa antimafia (Dia) due tra gli “insospettabili” che avevano iniziato a fare affari col clan Barbaro-Papalia, attivo in tutto il sudovest e in particolare nei Comuni di Assago, Buccinasco, Cesano Boscone, Corsico e Trezzano sul Naviglio, anche dopo essere stati a loro volta intimiditi.
Alfredo Iorio del gruppo Kreiamo di Cesano BosconeAndrea Madaffari, vicepresidente del gruppo Kreiamo di Cesano BosconeNel corso della mattinata, il personale della Dia di Milano, del Gico della Guardia di Finanza di Milano e dell’Arma dei Carabinieri di Corsico, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia del Tribunale di Milano (Pm Bocassini, Venditti, Dolci e Sorari), hanno dato esecuzione alle 17 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Milano Giuseppe Gennari, e a oltre 60 perquisizioni. Nell’operazione sono stati sequestrati beni per 5 milioni di euro, costituiti da beni immobiliari e quote societarie a carico di affiliati della cosca Barbaro Papalia. Complessivamente sono iscritte al registro degli indagati 48 persone. Le indagini sono iniziate a ottobre 2007, in seguito a numerosi accertamenti che avevano evidenziato possibili infiltrazioni di “elementi appartenenti o contigui” alla ‘ndrangheta, in attività edilizie e immobiliari, nelle aree del Sud Milano. La Dda, che già coordinava diverse indagini collegate ai reparti di polizia del territorio su reati strumentali all’associazione mafiosa e perlopiù riferite “a traffici di stupefacenti e a episodi estorsivi e intimidatori”, ha delegato indagini mirate.
L’APPORTO DEL CAPITANO DI CORSICO
Il capitano dei cc di Corsico Ruggero Rugge, coi pm Dolci e BocassiniDeterminante è risultato l’apporto di Ruggero Rugge, capitano dei carabinieri della Compagnia di Corsico, il cui trasferimento dalle zone ‘calde’ della Calabria al sudovest milanese sta risultando un provvedimento sempre più utile e azzeccato da parte dell’Arma. Quello che è emerso è che la cosca Barbaro Papalia aveva costituito un’associazione per delinquere finalizzata anche all’infiltrazione in appalti del settore edile e del movimento terra, “attraverso società a loro direttamente o indirettamente riconducibili”, riferiscono gli inquirenti. Un’organizzazione che ha saputo fare fronte in maniera spaventosa alla carcerazione di alcuni capi carismatici (per citarne uno: Domenico Barbaro “l’australiano”), ricevendo addirittura “le strategie di massima” direttamente dalle carceri. E riorganizzandosi in base ad esse. Il sodalizio, come riferiscono gli inquirenti, “ha evidenziato da subito notevole forza di intimidazione, interessi operativi nel tradizionale segmento del traffico di stupefacenti e buone capacità imprenditoriali nell’edilizia e nel movimento terra, grazie a rapporti privilegiati con affermati operatori del settore”. E’ il caso, questo, di Alfredo Iorio e Andrea Madaffari, a capo dell’impero societario di Kreiamo, i cui cantieri sono tuttora aperti e altri hanno recentemente chiuso anche in Comuni come Cisliano, alle porte di Abbiategrasso. Tra l’altro, Alfredo Iorio risulta anche presidente del Cusago calcio.
I TASSELLI DEL MOSAICO
A maggio 2008, in un box di Assago, sono stati sequestrati due fucili mitragliatori, un fucile a canne mozze, una mitragliatrice, cinque pistole, dispositivi silenziatori, diverse munizioni e una bomba a mano. Il tutto era a disposizione della cosca indagata. Altra data fondamentale è il 5 giungo 2008, quando a Corsico sono stati sequestrati quattro chili di cocaina e arrestati i due detentori. Come nelle migliori tradizioni della criminalità mafiosa, il sodalizio, “essendo in grado – spiegano gli inquirenti – di garantire una buona copertura nel territorio in cui era attivo, si è prestato anche ad attività di appoggio logistico a favore di altri gruppi della ‘ndrangheta”.
L’8 giugno 2008, infatti, in un appartamento di Assago nelle disponibilità della famiglia Barbaro, è stato arrestato il superlatitante Paolo Sergi, nato a Platì il 18 settembre 1942, ricercato dal 7 maggio 2008 per ordine della Procura della Repubblica di Reggio Calabria. “I sequestri e gli arresti – evidenziano i pm, i responsabili della Dia e della Dda e le forze dell’ordine – hanno una valenza molto importante in quanto fonti di prova delle connotazioni e delle capacità militari dell’organizzazione indagata”. Nel corso delle attività investigative, è stata anche documentata la presenza di “soggetti calabresi contigui all’organizzazione” nei cantieri della linea ferroviaria Milano-Mortara e della Tav, in attività di movimentazione terra e smaltimento rifiuti, interrati proprio sotto i binari. E’ stato anche rilevato che Salvatore Barbaro, figlio di Domenico “l’Australiano”, era socio occulto al 50 per cento della Buccinasco Immobiliare Srl, proprietaria di un immobile del valore di circa 1 milione e 400 mila euro. Fu la cosca stessa cosca a incendiare l’agenzia immobiliare per intimidire il titolare, Salvatore Sansone, picchiato e ricoverato in seguito per diversi giorni in ospedale.
I NOMI
Ma ecco i nomi delle persone per le quali è scattata la custodia cautelare in carcere: Domenico Barbaro, nato a Platì il 5 maggio 1937 (già detenuto); Francesco Barbaro, nato a Platì il 31 ottobre 1976; Rosario Barbaro, nato a Platì il 19 luglio 1972 (già detenuto); Salvatore Barbaro, nato a Locri il 15 agosto 1973 (già detenuto); Andrea Madaffari, nato a Milano il 1 luglio 1973 (non detenuto); Franco Michele Mazzone, nato a Milano il 24 marzo 1965 (non detenuto); Nicola Carbone, nato a Milano il 10 aprile 1965 (non detenuto); Giuseppe D’Aloja, nato a Minervino Murge (Bari) il 7 maggio 1956 (già detenuto); Achille Frontini, nato a Milano il 26 luglio 1943 (non detenuto); Alfredo Iorio, nato a Cosenza il 18 luglio 1970 (non detenuto); Giuseppe Liuni, nato a Canosa di Puglia il 23 ottobre 1957 (già detenuto); Paolo Salvaggio, nato a Pietraperzia (Enna) il 29 gennaio 1957 (non detenuto); Fortunato Startari, nato a Melito di Porto Salvo il 5 giugno 1974 (non detenuto); Claudio Triglione, nato a Milano il 1 marzo 1982 (non detenuto).
AGGIORNAMENTO IMPORTANTE
In riferimento a quanto scritto nell’articolo del blog del sig. Giulio Cavalli in data 3 Novembre 2009 relativamente alla poszione del geom. Achille Frontini , lo stesso precisa necessariamente e doverosamente a chiarimento morale e professionale della Sua persona che :
per le imputazioni ascrittegli, il Tribunale del Riesame di MIlano in data 04 Dicembre 2009 ha escluso le aggravanti relative ad aver commesso il fatto di aver agevolato l’attività del soladizio criminoso Barbaro-Papalia , nonchè l’esclusione di aver commesso falso su atto facente fede fino a querela di falso .
In tale contesto sono inveritiere tutte le affiliazioni alla ‘ndrangheta attribuite al professionista che hanno gravemente leso la sua immagine ed onorabilità .
In fede
geom. Achille Frontini